Gmg. A Lisbona l'Onu dei giovani: il rilancio per la pace
Nell’Europa che va dall’Atlantico agli Urali, per una di quelle coincidenze temporali che assumono subito il carattere di segni, si concentreranno a partire da oggi due eventi geograficamente e semanticamente agli antipodi. A Lisbona, sulle rive dell’oceano, il grande raduno di fede, di pace e di fratellanza con il Papa e i giovani, la 37ma Giornata mondiale della Gioventù. Dall’altra parte del continente, alla frontiera russo-ucraina, la guerra che da 18 mesi miete vittime, semina distruzioni, rischia con la crisi del grano di affamare altri continenti (vedi alla voce Africa) e di avvitarsi in una escalation dagli esiti imprevedibili.
Il viaggio che fino a domenica porterà Francesco in Portogallo si colloca in questo duplice scenario, in cui sono soprattutto i giovani, nel bene e nel male, i protagonisti. Per scelta convinta – come chi si è messo in cammino per la Gmg – o loro malgrado – come chi viene mandato a morire per un’inaccettabile volontà di dominio politico-militare o perché deve difendere la propria terra da un’aggressione ingiusta. Ma ecco la pregnanza del segno. Mentre il mondo assiste impotente al conflitto che insanguina un lembo importante della terra europea, e c’è chi sembra rassegnarsi alla ineluttabilità delle armi, il Papa e i giovani vengono a dirci che un’altra strada è possibile, che c’è un modo di vivere le relazioni umane improntato al rispetto, all’amicizia, all’amore, alla condivisione, all’aiuto reciproco. A Lisbona saranno rappresentati 200 Paesi dei cinque continenti. In pratica un’assemblea Onu con il volto gioioso dei ragazzi e la volontà di mettere in pratica gli insegnamenti della Fratelli tutti. A considerarli in maniera approfondita, dunque, il viaggio del Pontefice e la Gmg hanno il sapore e il valore di un rilancio. Tanto più necessario, quanto più la famigerata terza guerra mondiale a pezzi, spesso evocata dal Papa, rischia di saldarsi in una catastrofe a 360 gradi. Francesco e i giovani rilanciano innanzitutto sull’idea della pace. E degli strumenti – anche politici – per costruirla. Lisbona, è bene ricordarlo, è la città in cui sono stati firmati i nuovi trattati europei, quelli attualmente in vigore. E allora il rilancio è anche sull’idea di Europa unita e solidale, perché è sotto gli occhi di tutti che le istituzioni comunitarie abbiano garantito al perimetro dei Paesi aderenti quasi 80 anni di pace, il periodo più lungo vissuto dal continente in cui è scoppiata la scintilla di innumerevoli conflitti e di due guerre mondiali. E non è escluso che anche di questo parli il Papa nel discorso odierno, il primo della visita, alle autorità e al corpo diplomatico. Né solo di rapporti est ovest si tratta. Serve un rilancio di politiche solidali anche per governare il complesso tema delle migrazioni, per promuovere i Paesi in via di sviluppo, per assicurare formazione e accesso al lavoro ai tanti che vivono nella povertà e nel precariato, per riequilibrare il rapporto uomo-ambiente e prendersi cura della casa comune. Tutti temi che potrebbero affacciarsi nell’agenda portoghese di Papa Francesco. Per esempio, quando incontrerà i giovani universitari o farà visita a un centro di Scholas Occurrentes dove apporrà l’ultima pennellata a un murale di tre chilometri dipinto da duemila artisti e intitolato non a caso “Vita tra i mondi”.
In effetti si potrebbe dire che proprio il “tra” è la particella simbolo della Gmg e del viaggio, il loro rilancio più importante. Un “tra” per unire, includere, mettere in comunicazione. Un “tra” che è sinonimo di pace e antidoto alla guerra. E che chiede di essere esteso anche alla relazione “tra” il cielo e la terra. Non bisogna dimenticare, infatti, che una delle tappe più significative del viaggio sarà, sabato prossimo, la preghiera ai piedi della Vergine di Fatima, alla quale già domenica scorsa all’Angelus papa Bergoglio ha affidato la Gmg e i giovani di tutto il mondo. “Fatima è il luogo in cui si affidano alla Vergine i dolori del mondo”, ha detto qualche giorno fa il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni.
Ma anche il posto in cui si impara a leggere la storia con gli occhi di Dio. È in fondo la grande speranza della 37.ma Giornata mondiale della Gioventù. Che i giovani, dopo aver ascoltato il Papa e la sua preghiera, si alzino e vadano in fretta (come nel tema della Gmg), per farsi portavoce di quella lezione e, con spirito mariano, rilanciarla ovunque. Dall’Atlantico agli Urali. Dal Nord al Sud. E in tutti i contesti di dolore del mondo.