Milano. Nell'ex fabbrica di Baranzate la periferia multietnica costruisce comunità
Baranzate (Milano): la posa della prima pietra dello «Spazio InOltre», che avrà sede in una ex fabbrica accanto all'oratorio di Sant'Arialdo
La pietra scartata è diventata testata d’angolo. Accade a Baranzate, estrema periferia nord ovest di Milano, Comune multietnico per eccellenza, il secondo d’Italia per concentrazione di stranieri residenti: oltre quattromila, appartenenti a 76 nazionalità, il 33% della popolazione che qui conta 12mila abitanti. Ebbene: è pietra scartata il vecchio capannone dismesso da anni che sorge a fianco dell’oratorio della parrocchia di Sant’Arialdo, che dall’aprile scorso è cantiere e che, dalla primavera 2020, col nome di «Spazio InOltre», conclusa la ristrutturazione, potrà ospitare le attività di accoglienza e inclusione svolte dal 2010 nel quartiere Gorizia dall’associazione La Rotonda.
È pietra scartata il sasso murato in una parete del capannone, tratto dalle rovine del Comune marchigiano di Pieve Torina, devastato dal sisma del 2016, e donato quale simbolo di amicizia e rinascita, quale «prima pietra» di una storia nuova. E sono pietre scartate – come spesso le stigmatizza la società d’oggi, avvelenata da quella «cultura dello scarto» denunciata da papa Francesco – le persone e le famiglie fragili che nell’abbraccio della comunità di Sant’Arialdo, avamposto dell’ambrosiana «Chiesa dalle genti», trovano un luogo di integrazione, rigenerazione. Amicizia. Ecclesiale e civica. Un luogo dove diventare pietre vive, insieme. Tutti. Senza preclusioni di fede, lingua, cultura.
Benvenuti in via Fiume 2 dove sorge l’ex capannone industriale – 1.415 metri quadrati di superficie coperta, 760 scoperti – acquisito da La Rotonda grazie a una donazione personale di Diana Bracco – che a questo progetto ha destinato un milione di euro – e che si appresta a diventare luogo di rigenerazione sociale nel segno dell’accoglienza, della solidarietà, della multiculturalità. E del Vangelo. Un luogo – grazie alla Fondazione InOltre, costituita nel febbraio 2019 da La Rotonda e dalla Fondazione Bracco col contributo di Fondazione Sacra Famiglia e parrocchia di Sant’Arialdo – dove rinnovare «la vocazione di Baranzate all’accoglienza» e «coniugare spirito pastorale e spirito imprenditoriale», ha detto don Paolo Steffano, il parroco di Sant’Arialdo, venerdì 4 ottobre alla cerimonia di posa della prima pietra di «Spazio InOltre».
Nel capannone – hanno spiegato Samantha Lentini, presidente de La Rotonda, e l’architetto Anna Frey – avranno casa le attività già svolte da anni dall’associazione, a partire dalla sartoria sociale «Fiori all’Occhiello», che apre a donne immigrate chance di inclusione tramite il lavoro, e dall’emporio solidale, dove si offrono sostegno alimentare e beni primari a famiglie in difficoltà, e che nel nuovo spazio potrà crescere fino a diventare «supermarket solidale». Ma vi saranno anche spazi per nuove iniziative: una sala polifunzionale da cento posti per promuovere cultura, educazione, aggregazione, e un «corner» dove avviare una farmacia orientata ai bisogni di bambini e mamme, che si intende aprire alle necessità del decanato.
La farmacia nascerà con l’aiuto della Fondazione Rava. Ed è, questa, solo uno dei partner del progetto «InOltre-In quartiere Oltre i margini» che annovera, fra i sostenitori, Fondazione Cariplo, Opera San Francesco per i poveri (il cui presidente, padre Maurizio Annoni, morto lo scorso aprile, è stato ricordato durante la cerimonia svoltasi venerdì, festa di San Francesco d’Assisi) e la Fondazione Tredicimarzo di Paolo Barilla (intervenuto personalmente alla posa della prima pietra). Hanno dato il loro contributo anche Boston Consulting Group e Mapei – con Diana Bracco a dedicare un pensiero riconoscente a Giorgio Squinzi, appena scomparso. Tutto questo mostra come «il bene è possibile, ed è attrattivo», ha sottolineato don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi, chiamato a presiedere la Fondazione InOltre.
Testimone privilegiata di questo dinamismo d’attrazione è certamente Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco, attiva dal 2016 nel quartiere Gorizia assieme a La Rotonda con iniziative orientate all’inclusione attraverso il lavoro (com’è con la sartoria sociale), la lotta alla povertà educativa, la salute di donne e bambini. «Mi ha fatto molto piacere aiutare don Paolo e la sua associazione perché Baranzate sta diventando un modello per tante periferie», ha riconosciuto Bracco. Hanno preso la parola anche i sindaci di Baranzate, Luca Elia, e di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, e padre Giovanni Amisano a nome dell’Osf. Fra il pubblico Corrado Passera, banchiere, ex ministro, amico di don Steffano. Monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, ha dato voce all’«appoggio convinto e ammirato» dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, a questa esperienza che esprime tratti caratteristici della Chiesa ambrosiana come «la capacità di incarnazione, di essere Chiesa tra la gente» e la vocazione a «seminare futuro e speranza».