Nelle celebrazioni del 25 aprile "non
c'è nulla di retorico", si tratta "della festa della libertà
di tutti, una festa di speranza". Lo ha detto il presidente della Repubblica Mattarella nel corso di un'iniziativa al teatro Piccolo di Milano sui 70 anni dalla Liberazione. "Nel Paese sono convinto che si sia
formata una memoria condivisa" ha detto parlando della resistenza come di una "pietra angolare della nostra storia". La Festa della Liberazione ha sottolineato Mattarella "è un
incitamento a tenere la schiena dritta".
"La rivolta morale del nostro popolo contro gli errori
della guerra e le violenze del nazifascismo non è un esercizio
da affidare saltuariamente alla memoria. Stiamo parlando del
fondamento etico della nostra nazione", ha detto il presidente
della Repubblica aggiungendo poi un monito agli italiani affinché si facciano portato di quella memoria: "la democrazia non è conquistata una volta per tutte, ci è stata trasmessa e dobbiamo saperla trasmettere alle altre generazioni future". La Costituzione "non è solo un insieme di norme", è "il cuore e il cervello" del nostro Paese ha aggiunto.
Nel suo discorso dal palco del Piccolo Mattarella ha affrontato anche temi di attualità come il diritto al lavoro, definito "la priorità
delle priorità", un impegno che deve unire l'Italia per fare in modo che si possa "ricomporre le fratture
sociali". Poi l'affondo sulle responsabilità dell'Europa nelle stragi del Mediterraneo: "Il nostro mare è diventato il
sacrario delle vite e delle speranze stroncate di centinaia di
donne, uomini, bambini, in fuga dalla guerra, dalla
persecuzione, dalla fame" ha detto. "La nostra Europa si gioca la sua
credibilità: senza solidarietà non è Europa", ha aggiunto.
Il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, ha deposto la corona d'alloro all'Altare
della Patria per la cerimonia ufficiale del 70/o anniversario
della Liberazione. Ad accogliere il capo dello Stato, salutato
dalle Forze Armate in picchetto d'onore, c'erano il presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente del Senato, Pietro
Grasso, il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, il
ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il presidente della
Corte Costituzionale, Alessandro Criscuolo.
Tra i presenti anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, il
prefetto di Roma, Franco Gabrielli e il questore della capitale,
Nicolò Marcello D'Angelo.