25 aprile 2020 . La festa della Liberazione: il corteo virtuale di tre donne simbolo
Resistenza e rinascita, mai come in questo 25 aprile 2020 le due parole vanno a braccetto. In questo caso va bene anche la tanto abusata metafora bellica adoperata per chi combatte - da casa o in ospedale - contro la malattia mortale che una volta si chiamava nazi-fascismo e oggi porta il nome di Coronavirus. E non solo perché "Rinascere" è la parola d'ordine del manifesto donato per l'occasione all'Anpi da Ugo Nespolo, ma perché questa Festa della Liberazione va intesa davvero come festa della ripartenza per tutti gli italiani.
Per la prima volta in Italia dal dopoguerra, la festa della Liberazione non si celebra in strada, ma nelle piazze virtuali e dalle finestre delle proprie abitazioni. Unica eccezione, che non ha mancato di suscitare polemiche strumentali da parte della Lega e di Fratelli d'Italia, è quella consentita dal governo. A due a due il prefetto e una sola altra persona, in rappresentanza di tutte le Associazioni partigiane, portano omaggio ai caduti in uno dei luoghi della Resistenza disseminati nelle nostre 103 Province. Le cerimonie saranno brevissime. Nessun assembramento, niente cortei. In tutto poco più di duecento persone lungo la penisola.
Il 25 aprile 2020 l’Italia si è uni nella grande manifestazione virtuale 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero, trasmessa in streaming dalla pagina Facebook e da numerose altre piattaforme il cui elenco è aggiornato sul sito www.25aprile2020.it.
All’iniziativa 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero è collegata la raccolta fondi, lanciata lo scorso 7 aprile, a favore della Caritas Italiana e della Croce Rossa Italiana, capofila rispetto alla rete del volontariato che è la prima linea dell’emergenza sociale sui territori, per fornire aiuto a quanti non hanno un tetto o un pasto garantito. Oltre 200 mila euro e 4 mila persone hanno donato fino a oggi attraverso la piattaforma di crowdfunding GoFundMe, spesso anche piccole cifre, ognuno secondo le proprie possibilità, per un'iniziativa corale che ha unito i valori di libertà e solidarietà.
All’appello, inizialmente firmato da oltre un migliaio di protagonisti italiani della cultura, della società civile, dello spettacolo, dello sport, hanno aderito più di 12mila persone. Tra le testimonianze raccolte attraverso la pagina Facebook e il profilo Instagram citiamo Bruno Pizzul che arricchisce la parola libertà di altri significati “Se in questi momenti siamo particolarmente colpiti dalla lotta contro un malefico virus, non dobbiamo dimenticare altri nemici quali il riscaldamento globale e le inaccettabili diseguaglianze sociali”; i racconti partigiani di Aldo Cazzullo “Il 25 aprile è la festa di tutti. Dignità, libertà e democrazia non sono valori di parte, tutti dovrebbero riconoscersi”; l’appello di Jovanotti sulle note di Stornelli d’esilio “Il 25 aprile è la festa della libertà, una parola che oggi ha bisogno di essere esplorata, vivificata, vissuta e difesa nella sua forza e bellezza”; il ricordo di Carlo Conti “Quest’anno più che mai vorremmo essere liberati da questo virus, ma non ci dobbiamo dimenticare di coloro che si sono sacrificati per la nostra libertà”; e l’orgoglio di Jimmy Ghione “Io arrivo da una famiglia di partigiani, mio padre era partigiano, mio zio in nome della libertà è morto ucciso dai nazifasciti”; per Nina Zilli, che ci ha regalato un bellissimo brano, la libertà al giorno d’oggi è una questione di testa e di cuore “Anche tra quattro mura #iorestolibera, e noi tutti dobbiamo restare liberi, perché la Libertà è alla base della rivoluzione e dell'evoluzione dell'esistenza. È necessaria all'essere umano”. E poi ancora le note del Bella Ciao di Paolo Fresu, il freestyle di Frankie hi-nrg, l’invito a non lasciare indietro nessuno di Vasco che ricorda il suo Liberi liberi, la melodia con cui ci ha accompagnato Giuliano Sangiorgi, le parole di Orietta Berti, Willie Peyote, Stefano Accorsi, Enzo Iacchetti e tantissimi altri.
Dopo l’Inno di Mameli cantato da Tosca hanno preso la parola Carla Federica Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi, Maria Lisa Cinciari Rodano, staffetta partigiana e Sara Diena, giovane attivista per il clima e la giustizia sociale, tutte presentate dall'attrice Lella Costa.
Il video 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero
«Proprio nel 75esimo anniversario del 25 aprile, una terribile pandemia ci costringe per la prima volta a non poter essere tutti in piazza, a guardarci negli occhi, a toccarci, a intonare i canti partigiani che ci fanno tornare alla mente la grande festa popolare di quei giorni dell’aprile ‘45» sottolinea Carla Federica Nespolo. «Per rispettare la memoria dei nostri caduti, sabato le autorità depositeranno un piccolo fiore presso i monumenti partigiani, ma la gran parte degli italiani farà sentire il proprio cuore antifascista on line, dalle proprie case con bandiere, canti partigiani a cominciare da Bella Ciao, mettendo in rete foto, pensieri, musica e letture. La lotta del popolo per la libertà non aveva in sé solo l’esigenza di scacciare l’orrore e la prevaricazione, ma anche di costruire e progettare un mondo nuovo. Quel mondo è stato attraversato da mille contraddizioni, ma ha lasciato al nostro Paese la Costituzione e per essa dobbiamo continuare a batterci, soprattutto per tutte quelle parti che non sono state attuate, come la pace e i diritti per tutti. Questo è il valore della raccolta fondi promossa da Carlo Petrini, perchè guarda anche a chi non ha accesso ai beni fondamentali, come la casa, la salute, la possibilità di pranzare tutti i giorni con i propri figli. C’è ancora bisogno di cambiare molte strade, abbandonare la strada dell’individualismo egoistico, del privato è bello, e imboccare quella del senso di comunità e della solidarietà. Il cardine della lotta contro il Coronavirus è la sanità pubblica e dobbiamo difenderla e promuoverla. I partigiani ce ne saranno grati».
«Credo questa iniziativa sia importante da un lato perchè purtroppo alle giovani generazioni non è stato trasmesso il senso di questa giornata e quello che è stata la Resistenza, dall’altro perchè in qualche modo anche oggi ci troviamo nel pieno di una battaglia» racconta Maria Lisa Cinciari Rodano. «Il 25 aprile del 1945 le forze partigiane stavano entrando a Milano, c’era stata l’insurrezione a Bologna e Genova mentre Roma era già stata liberata due giorni prima. Non avevo ancora la percezione di cosa sarebbe accaduto, ma vedendo quelle donne e quegli uomini che entravano a Milano ho subito pensato: è la liberazione! Quest’anno avremo molta voglia di essere liberati e di portare a termine questa guerra al virus che ci costringe in casa e ci impedisce di manifestare.»
Sara Diena è la più giovane tra le relatrici: «Appartengo a una famiglia partigiana di origini ebraiche e sono cresciuta con l’idea che lottare vuol dire affermare i diritti di tutti e non solo del singolo individuo. Questi per me sono i valori che definiscono le donne e gli uomini, l’intera collettività. Dal mio punto di vista, di attivista per il clima, oggi la resistenza è ancora più necessaria perchè il nostro futuro al momento è segnato negativamente e credo che l’unico modo per assicurare una vita degna di essere definita tale sia resistere alla società di oggi, basata sullo sfruttamento e sulle disuguaglianze, che rischia di rendere vani gli sforzi di chi ha sacrificato la propria vita dedicandola alla libertà, che adesso viene a mancare. Il fatto che qualcuno ha lottato per la nostra libertà non significa che noi non dobbiamo lottare per la libertà di altre persone che ne sono prive».
Lo streaming si è chiuso con la canzone Bella Ciao, consegnando un ideale testimone all’iniziativa dell’Anpi che invita gli italiani a uscire sui balconi e intonare all'unisono il canto simbolo della lotta partigiana: insieme, seppur distanti.