«Niente lezioni il prossimo 17 marzo». «No, meglio stare in classe e parlare dei 150 anni dell’Unità d’Italia». Le polemiche sull’ormai prossima ricorrenza della proclamazione dell’Unità d’Italia arriva a coinvolgere anche il mondo della scuola. Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, pur riconoscendo l’importanza dell’appuntamento, ritiene che «il modo migliore di celebrare il 17 marzo è quello di dedicare questa giornata alla riflessione sui valori dell’Unità d’Italia. Io credo che nella scuola questo obiettivo non si raggiunga stando a casa», ma dedicando «ore di lezione all’approfondimento e alla conoscenza della nostra storia unitaria». Parole che hanno suscitato la reazione critica di dirigenti scolastici e sindacati della scuola. «Mi sembra che la ricorrenza del 17 marzo – commenta Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) – rivesta una tale importanza che occorre una particolare sottolineatura anche con un giorno di vacanza». Critico anche Roberto Pellegatta, presidente na- zionale della Disal presidi. «Lo scontro sulla proposta di festa nazionale per il 17 marzo non mette seriamente al centro la storia e i beni che costituiscono l’identità del nostro popolo». E comunque «la festa nella vita del popolo è un atto di memoria, non di evasione». Di certo, però, aggiunge Pellegatta il Parlamento deve arrivare a una decisione che valga per tutti. Contro l’ipotesi di tenere aperte le scuole il 17 marzo anche Francesco Scrima, leader della Cisl scuola. «Per noi la risposta è semplice – spiega Scrima –: si tratta di una festa di grande significato e valore e come tale deve essere celebrata dal Paese e dalla scuola. Riesce davvero difficile immaginare come si possa vivere come festività una giornata segnata dai consueti impegni lavorativi o di studio». Decisamente più politico l’intervento del segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo per il quale, su questa questione, «il ministro Gelmini subisce l’influenza della Lega, che vuole sminuire il valore della ricorrenza». E tutte le opposizioni vanno all’attacco del governo. «La scuola non merita tanta improvvisazione e faciloneria» dichiara Francesca Puglisi del Pd. «Questa maggioranza dividono il Paese su tutto» aggiunge Roberto Rao dell’Udc. «Polemiche incompresibili » commenta il presidente della Camera Gianfranco Fini. «La Gelmini boicotta il 17 marzo per compiacere la Lega» dice Massimo Donati dell’Idv. E la questione divide anche lo stesso governo. Quasi a correggere la posizione del ministro Gelmini, ecco le parole del suo collega della Difesa, Ignazio La Russa: «La verità è che se non lo fosse, la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sarebbe una festa di “serie B” come le tante già esistenti che spesso passano purtroppo quasi inosservate. Occorre che il 17 marzo sia festa vera ». Posizioni che dovranno trovare presto una sintesi, magari già nel prossimo consiglio dei ministri, come annuncia il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.