Attualità

ANNIVERSARIO DELL'UNITA'. 17 marzo, il Quirinale richiama Durnwalder

Gianni Santamaria sabato 12 febbraio 2011
Il presidente della provincia di Bolzano «non può parlare a nome di una pretesa 'mino­ranza austriaca', dimenticando di rappre­sentare anche le popolazioni di lingua italiana e ladina, e soprattutto che la stessa popolazio­ne di lingua tedesca è italiana e tale si sente nel­la sua larga maggioranza». Durissima la repri­menda del presidente della Repubblica Gior­gio Napolitano nei confronti di Luis Durnwal­der, numero uno dell’autonomia altoatesina. Il quale nei giorni scorsi ha annunciato che di­serterà i festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia.Posizione, che - incurante della «sorpresa e ram­marico» manifestati dal Quirinale con una let­tera a lui inviata giovedì, il cui contenuto è sta­to sintetizzato in una nota emessa ieri - lo stes­so Durnwalder ha ribadito. «Il gruppo lingui­stico tedesco non ha nulla da festeggiare. Nel 1919 non ci è stato chiesto se volevamo fare par­te dello Stato italiano e per questo non parteci­però », ha risposto al Capo dello Stato. Liberi gli assessori italiani di farlo, «ma non in rappre­sentanza della Provincia autonoma». Nella let­tera il Colle si diceva, comunque, fiducioso nel fatto che «l’intera popolazione della provincia di Bolzano possa riconoscersi pienamente nel­le celebrazioni» nello spirito dei principi costi­tuzionali.Alle polemiche sulla chiusura di uffuci e scuo­le il 17 marzo, data storica designata (tra l’altro in Alto Adige restaranno sbarrati), si aggiunge dunque la palese irritazione del presidente per la messa in discussione di fatti storici ormai ac­quisiti. Soprattutto a partire dall’ampia auto­nomia arrivata nel 1972.Coincidenze della storia (o ironia della sorte) proprio ieri a Durnwalder veniva conferita la medaglia d’oro del Consiglio dei ministri nel settore della Protezione civile. Consegnata dal prefetto Franco Gabrielli per il lavoro svolto dal­l’Alto Adige per il sisma in Abruzzo. L’esponen-te della minoranza si è detto onorato del rico­noscimento, «che ricevo però solo in rappre­sentanza delle decine di volontari che hanno portato il loro prezioso contributo». Poi ha cer­cato di stemperare le polemiche e assicurato (ma anche chiesto) rispetto. In serata, però, si è detto stupito dello stupore di Napolitano. Le stesse cose le proclamano Bossi e Calderoli e «nessuno si scandalizza», si difende. Ma una cosa è certa: «Viva l’Italia non lo dico».Anche il deputato dell’Svp Karl Zeller tiene il punto, «siamo stati annessi». Più cauta la sena­trice Helga Thaler Ausserhofer, dispiaciuta per una polemica «che non ha senso». A Bolzano, spiega, «dobbiamo essere molto sensibili, a­vendo tre gruppi linguistici che finalmente han­no trovato una convivenza pacifica e si ricono­scono nell’autonomia speciale». Soddisfazio­ne per l’intervento di Napolitano e critiche per la posizione «antistorica» di Durnwalder espri­mono diversi esponenti del Pd, l’udc Rocco But­tiglione e il capogruppo del Pdl Maurizio Ga­sparri, che si augura un ritorno al buonsenso.