Mediterraneo. Due naufragi, 151 profughi morti in mare
Ancora morti e naufragi nel canale di Sicilia. Non si ferma l’ondata di orrore che sta attraversando il Mediterraneo. Di fronte alle coste della Libia, la scorsa notte, una petroliera ha recuperato i corpi senza vita di 97 migranti. Fra loro anche tre donne e un bambino. Tutti annegati mercoledì mentre tentavano di attraversare il canale di Sicilia su un gommone stracarico che si è ribaltato a causa del maltempo. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Libya Observer. La stessa petroliera è riuscita a trarre in salvo altre 29 persone che sono poi state affidate alla Guardia costiera libica. Il gommone con a bordo 126 persone era partito nella mattinata di mercoledì da Garabulli, località a circa 50 chilometri a Est di Tripoli.
Sempre per le cattive condizioni meteo e il mare molto mosso, in aggiunta alle pessime condizioni delle barche, hanno provocato il secondo naufragio, dove hanno perso la vita almeno altre 51 persone. A raccontare la tragedia, i superstiti sbarcati ieri al porto commerciale di Augusta. In totale 339 migranti e un cadavere, prevalentemente subsahariani, recuperati da tre gommoni e accompagnati dal mercantile danese Maersk Edward. In particolare si tratta di 284 uomini, 25 donne e 31 minori non accompagnati. Alcuni sono stati trasferiti all’ospedale di Lentini per curare le ustioni e anche molte donne in stato interessante.
Ma la conta dei morti, purtroppo non finisce qui. A Reggio Calabria, ieri mattina, è approdata la nave Bourbon Argos di Medici senza frontiere con a bordo i cadaveri di 12 migranti recuperati da un gommone alla deriva a 26 miglia dalla costa libica. Un anno horribilis di morti in mare. Come ha confermato l’agenzia Onu per i rifugiati - l’Acnur - presentando gli ultimi dati aggiornati sull’esodo infinito e sulle tragiche traversate in mare. Nel 2016, sono infatti già 3.800 (erano 3.771 in tutto il 2015) le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee.
Quei gommoni fatiscenti prodotti in Cina. Arrivano in Libia dalla Cina, attraverso Turchia e Malta quei gommoni bianchi, che siamo ormai abituati a vedere nei soccorsi in mare. Imbarcazioni stracarichi, di scarsa qualità, che potrebbero portare al massimo 20 persone e sui quali vengono stipati centinaia di migranti.