«Le persone sono sempre più importanti delle storie». Ancora di più se immigrati e clandestini. E proprio in Calabria dove solo due mesi fa a Rosarno esplose il conflitto tra i calabresi e gli extra comunitari, lì a pochi chilometri di distanza, a Riace c’era e c’è ancora una storia di grande collaborazione multirazziale, nascosta e trovata da Wim Wenders. Con
Il Volo, docufilm realizzato in 3D coprodotto da Technos Produzione e Regione Calabria, il regista di capolavori come
Il cielo sopra Berlino riesce a riconsegnare quanta generosità e solidarietà può scatenare il dramma dell’immigrazione clandestina. «Grazie a Ramadullah, un bambino che viveva a Riace e che viaggiava tre ore al giorno per fare la comparsa nel film – ha raccontato il regista ieri durante la presentazione del film a Roma – ho conosciuto le storie dei rifugiati e ho capito che la fiction doveva indietreggiare e fare posto alla realtà». E così da un corto iniziale di 7 minuti Wenders ha dato vita ad un docu-film che racconta quello che nessuno ha mai raccontato, ovvero come 2000 immigrati in più di dieci anni hanno iniziato a vivere a Riace, grazie al coraggio del sindaco (che nel film è interpretato da Ben Gazzara) e alla sua capacità di vedere oltre, lontano da pregiudizi. Da semplici comparse i rifugiati, perfettamente integrati nei paesi della Locride e nelle scuole rimaste aperte grazie alla presenza dei loro figli, sono diventati i protagonisti di questo film che, attraverso la voce narrante di Wenders, ha la forza di mostrare, senza pietismi o retorica, come la realtà superi l’immaginazione. «In quei paesini – racconta Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria – il diritto d’asilo, sancito dall’articolo 10 della nostra Costituzione è diventato realtà a tal punto che Riace e Caulonia hanno trovato nei rifugiati africani, afgani, curdi o palestinesi la chiave di volta per dare ai piccoli comuni, affetti da un drammatico spopolamento, una vita nuova. Ecco così le scuole riaperte e le attività artigianali oramai dismesse dai cittadini che hanno ripreso la loro attività. Ed è questo il segreto di questi borghi calabresi, colto da Wenders: aver fatto dell’accoglienza una risorsa». «Ne
Il Volo – spiega Laurens Jolles, rappresentante UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per il Sud Europa – Wenders ha illustrato una realtà nella quale i rifugiati non sono percepiti come un problema o un onere bensì come un’opportunità e una risorsa per il territorio. Per questo il film ha il patrocinio del UNHCR, perché è uno strumento di sensibilizzazione che mette in evidenza un modello di convivenza civile basato sullo scambio e l’interesse reciproco, sia dei rifugiati che delle comunità locali». Una speranza nuova finalmente raccontata dove «si manifesta – spiega Wenders – la vera utopia, che non è più la caduta del Muro, ma quanto sta accadendo in Calabria, Riace in testa. Lì ho visto davvero un mondo migliore».