Drammatica e teatrale,
mentale e astratta, la grande pala della
Deposizione dalla
Croce, capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino, è al
centro di un vasto progetto espositivo che da sabato coinvolgerà per i prossimi 15 mesi i luoghi storici di Volterra,
città d'arte dai mille tesori dove l'opera è conservata.Opere
storiche del '900 o installazioni appositamente realizzate per
l'iniziativa sono state riunite nella Pinacoteca civica, al
Museo Etrusco e al Battistero per dare vita a un dialogo ideale
tra uno dei protagonisti della Maniera e i rappresentanti
dell'arte di un secolo che non l'ha né abbastanza conosciuto né
apprezzato. Ma che a un livello profondo ha ereditato e
sviluppato la sua rivoluzione formale, ha detto Vittorio Sgarbi,
curatore della mostra, intervenuto giovedì alla vernice per la
stampa.
Un impegno condiviso con Alberto Bartalini, ideatore
dell'iniziativa (dal titolo "Rosso Fiorentino. Rosso Vivo") che
invece ha sottolineato la teatralità della pala dipinta da Rosso
nel 1521 per una cappella della chiesa di San Francesco.Rivalutato solo da studi recenti, che hanno portato in primo
piano la rivoluzione della scuola cinquecentesca, il pittore
toscano secondo Sgarbi "è di una modernità impressionante",
tanto da precorrere movimenti come "il Cubismo, l'Astrattismo,
l'Arte concettuale".
Per questo motivo, se il
Battistero ospita gli affreschi
digitali di Stefano Stacchini (realizzati in collaborazione con
l'artista Renato Frosali) e la video installazione di Graziana
Forzoni e Paolo Cresti e a
Palazzo dei Priori (il più antico
Palazzo Comunale della Toscana) i lavori sempre ispirati alla
Deposizione dalla croce di contemporanei, tra cui Federighi,
Galardini, Mulas, Tonelli, Ali Hassoun, Giovanni Perico e
Ghisleni, nella
Pinacoteca Sgarbi ha voluto ancor più
enfatizzare la portata anticipatrice della pala di Volterra.
Grazie a un riallestimento dell'opera (che dovrebbe rimanere
anche a mostra conclusa), ora la
Deposizione accoglie il
visitatore con le sue fulgide cromie (è stata restaurata di
recente), quei colori freddi e abbaglianti delle pietre dure che
caratterizzano la Maniera michelangiolesca. A dialogare con il
capolavoro di Rosso, ecco i bei disegni di
Lorenzo Viani, un
cavallo in bronzo di
Marino Marini, i quali, sostiene Sgarbi,
"sono più Rosso di Rosso". Proprio come la scala di
Fausto
Pirandello, che in qualche misura ripete la soluzione scenica
della
Deposizione, la fisicità dei corpi, nonostante l'impianto
concettuale.A succedersi nelle sale del museo, tra pale di Luca
Signorelli o bellissimi fondi oro, le opere di Adolfo Wildt,
Osvaldo Licini, Domenico Gnoli, Gino De Dominicis, Ugo Nespolo,
Gianfranco Ferroni, mentre sta per arrivare un concetto spaziale
di Fontana, naturalmente rosso. Attesa anche un'opera di Vangi,
di cui è già allestita una scultura in resina, una figura
maschile che guarda perplessa il divertissement di Ugo Nespolo
adagiato sulla superficie del Chiostro.Nel corso dei prossimi mesi, le opere si avvicenderanno,
mentre le installazioni sono permanenti. Al
Teatro Romano,
infine, si possono ammirare due opere sul tema della
Crocifissione dello scultore polacco Igor Mitoraj, a
sottolineare una volta di più la teatralità, quasi surreale e
tragica, della
Deposizione che ispirò il Pasolini della
Ricotta.