Agorà

IL FESTIVAL DI SANREMO. Vip, furbetti e vecchie star È sempre il solito Sanremo

Massimo Gatto sabato 19 dicembre 2009
Tutto come da copione. Perfino Povia. Raramente in passato un cast del Festival di Sanremo s’è trovato a ricalcare pari pari le indiscrezioni della vigilia come quello annunciato ieri dalla direzione artistica della 60a edizione, in programma al Teatro Ariston dal 16 al 20 febbraio prossimi. A quella debolezza strutturale che aveva già fatto indietreggiare Fiorello ed Ezio Greggio dall’ipotesi di affiancare Antonella Clerici nell’ardua impresa, riducendo il parco dei papabili a Teo Teocoli, Christian De Sica, Paolo Bonolis, Pippo Baudo, Giorgio Panariello e (novità della penultima ora) Maurizio Costanzo, si aggiunge ora una debolezza artistica in linea con quella delle ultime annate. Anche se la Clerici e il direttore artistico Gianmarco Mazzi fanno sfoggio di un ottimismo d’ordinanza  parlando di cast «effervescente e di qualità», anzi di «canzoni sorprendeti che faranno discutere ed emozionare».Povia che lo scorso anno aveva fatto discutere con Luca era gay, quest’anno spariglia le carte con La verità (Eluana), dedicata al caso Englaro (con l’appoggio - si dice – di papà Beppino). Il testo sarà blindato fino alla gara. «Non parlo» dice adesso Povia. Che curiosamente dopo avere scelto di cavalcare temi così delicati fa sapere di «non volere essere strumentalizzato». Altro discorso per Simone Cristicchi, che torna all’Ariston tre anni dopo il trionfo di Ti regalerò una rosa con una Meno male ironicamente modellata sulla "favola" di Carla Bruni e per Malika Ayane, che nella sua prima esperienza da big. prova a confermare con Ricomincio da qui quanto di buono messo in luce dieci mesi fa fra le promesse con Come foglie.Alla ricerca della visibilità perduta Arisa, un po’ defilata dalle scene dopo il boom di Sincerità, nuovamente in campo con L’amore no. Quindicesimo Festival per Toto Cutugno, veterano assoluto di questa edizione, che con Aeroplani sembra voler tornare ad essere quello di Volo AZ 504, anno domini 1976. Irene Grandi canta una storia di amori finiti, Cometa Alley, mentre Fabrizio Moro un inno alla libertà, Non è una canzone, ed Enrico Ruggeri La notte delle fate.Abituato ormai alle partecipazioni di massa, Pupo mette insieme Emanuele Filiberto di Savoia e il tenore Luca Canonici nel sentimento di una Italia amore mio forse poco regale, ma molto popolare; in mezzo a L’italiano di Cutugno e Italia di Reitano. Altro gruppetto tutto da decifrare quello messo insieme da Zucchero affidando la sua Il mondo piange alla figlia Irene Fornaciari affiancata dai Nomadi.Ad uso e consumo dei più giovani la presenza dei Sonohra con Baby. Presentata come un’innovazione "leghista" l’introduzione (ma sarebbe più corretto parlare di ritorno) in gara del dialetto offre come unico frutto Jammo Jà del napoletanissimo Nino D’Angelo. Numerose le presenze da talent- show, a cominciare da quella di Morgan, nuovamente musicista con La sera, di Noemi con Per tutta la vita, di Valerio Scanu con Un attimo con te, mentre il vincitore di X Factor  Marco Mengoni è ancora un interprete in cerca d’autore e farà conoscere in un secondo momento il suo brano.I nomi delle rivelazioni alla ricerca di un passaporto per la celebrità si sapranno solo a gennaio, mentre prosegue fitta la trattativa sugli ospiti stranieri. Fra i nomi in circolazione ci sono quelli di Peter Gabriel, Miguel Bosé, Skunk Anansie, Sade, Lady GaGa, Michael Bublé, Rihanna, Charlotte Gainsbourg, Susan Boyle, e gli idoli delle ragazzine Tokyo Hotel.