Snella, ma ricca di sorprese, scoperte e riflessioni. La 69esima Mostra del Cinema di Venezia, la prima di quelle affidate alla direzione di Alberto Barbera, promette una selezione convincente e autorevole, più ragionata rispetto alle bulimiche scorpacciate degli anni precedenti, capace di offrire il meglio del cinema mondiale. Scopriremo se tutto questo è vero a partire da oggi, quando dopo la cerimonia di apertura affidata all’elegante madrina Kasia Smutniak, la regista indiana Mira Nair presenterà il suo
The Reluctant Fondamentalist, tratto dal romanzo di Mohsin Hamid, che inaugura non solo la kermesse cinematografica lagunare, ma anche uno dei filoni tematici di quest’anno, ovvero il fondamentalismo, che insieme alla crisi, declinata con stili e linguaggi diversi, attraverserà molte delle pellicole sugli schermi nei prossimi giorni, profondamente ancorate alla realtà. Venezia sembra dunque proseguire l’indagine sulle zona d’ombra dei nostri tempi bui già iniziata tre mesi fa sulla Croisette. Facile individuare i film più attesi, da
To the Wonder di Terrence Malick a
The Master di Paul Thomas Anderson ispirato a Scientology, dal thriller
Passion di Brian De Palma all’impegnato
The Company You Keep di Robert Redford. A far discutere ci penseranno soprattutto l’austriaco Ulrich Seidl con
Paradise: Faith, secondo capitolo di una trilogia cominciata a Cannes che mette in scena alcuni aspetti paradossali, secondo il regista, di fede, speranza e carità, e Marco Bellocchio con
Bella addormentata che riaccende i riflettori sul controverso e doloroso caso Englaro. Nonostante l’abolizione della patriottica sezione Controcampo, il cinema italiano è rappresentato da un nutrito gruppo di opere verso le quali è alta l’aspettativa, a cominciare da
È stato il figlio di Daniele Ciprì, in concorso insieme a Bellocchio (entrambi i film vantano un protagonista come Toni Servillo) e a
Un giorno speciale di Francesca Comencini, storia di due giovani che insieme trascorreranno insieme alcune ore cruciali girovagando per Roma. Ma i giovanissimi sono protagonisti anche de
L’intervallo di Leonardo Di Costanzo e
Bellas Mariposas di Salvatore Mereu, entrambi selezionati, insieme a
Gli equilibristi di Ivano De Matteo, dalla sezione Orizzonti, che da quest’anno acquista una personalità forte e precisa, capace di tenere testa persino al concorso. L’opera prima di Luigi Lo Cascio,
La città ideale, sarà invece uno dei film della Settimana della Critica, mentre l’attesissimo
Pinocchio di Enzo D’Alò inaugurerà le Giornate degli Autori che vedono in programma anche
Acciaio di Stefano Mordini.Due registi asiatici di culto, il giapponese Takeshi Kitano e il coreano Kim Ki-duck metteranno in scena vendette e violenza con Outrage Beyond e
Pietà, gli squali assassini di Bait 3D semineranno il panico tra le proiezioni di mezzanotte mentre la danese Susanne Bier riporterà a Lido il sorriso e una buona dose di romanticismo con la commedia sentimentale
Love Is all You Need ambientato sull’assolata costiera sorrentina. Tutto da scoprire poi Superstar di Xavier Giannoli, che ben prima dell’episodio interpretato da Benigni nell’ultimo film di Allen, ha immaginato la storia di un uomo qualunque divenuto improvvisamente celebre un giorno, per caso, senza un vero motivo.In concorso due anni fa qui a Venezia con
La Passione di Carlo Mazzacurati, la Smutniak si prepara al suo ruolo di maestra di cerimonie. «Mi sembra che i film selezionati quest’anno – ha commentato l’attrice, che ha terminato le riprese della fiction su Domenico Modugno e dell’opera prima di Rolando Ravello, Tutti contro tutti – siano più che mai lo specchio della difficile realtà che stiamo vivendo. Attendo con ansia di vedere i film italiani, ma sarà bello anche scoprire nuovi talenti in sala». E a proposito del cinema polacco, aggiunge: «Kieslowski ha cambiato il modo di raccontare le storie, mentre registi come Zanussi e Wajda stanno ancora regalando molto al cinema affrontando temi cruciali grazie ai quali il mio paese, la Polonia, sta facendo grandi passi avanti».