Venezia 2019. La sindrome di Down raccontata in un film per famiglie
Una scena del film “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Stefano Cipani con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese
«È una storia che mi piace perché utilizza la commedia per toccare argomenti importanti, che parla di comunicazione, di vergogna e presenta una famiglia che con la nascita di Giò è costretta ad ascoltarsi di più. Credo che se ci fossero più famiglie Massariol il nostro Paese sarebbe un Paese migliore». L’ha detto Alessandro Gassmann protagonista di Mio fratello rincorre i dinosauri del regista esordiente Stefano Cipani presentato all’interno delle Giornate degli autori, in concomitanza con la 76esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e in uscita giovedì in 250 copie.
Finalmente un bel film per famiglie, forte e tenero al tempo stesso, che nasce dal best seller di Giacomo Mazzariol, storia vera ed autobiografica di una famiglia di Castelfranco Veneto alla prese con l’arrivo di un fratello con la sindrome di Down. Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese sono il padre e la madre di Jack, un tredicenne che ha sempre desiderato un fratello maschio con cui giocare e quando nasce Giò, i suoi genitori gli raccontano che è un bambino speciale.
Da quel momento Giò, nel suo immaginario diventa un supereroe dotato di poteri incredibili, ma quando cresce e scopre che invece il fratellino soffre della sindrome di Down, questo diventa per lui motivo di vergogna da nascondere alla fidanzatina e ai compagni di scuola. Fino a che la travolgente vitalità di Giò riuscirà a coinvolgerlo e a fargli cambiare il punto di vista, proprio come un supereroe.
«Siamo tutti meravigliosamente diversi - ha continuato Gassmann - e in una società dove la disabilità, ma anche qualsiasi altra diversità, è vissuta con un certo malessere, chiusura, paura se non addirittura aggressività questo film aiuta molto, utilizzando la commedia che è secondo me l’arma più potente del cinema».
Accanto a Gassmann, oggi al Lido, un cast composto da giovanissimi, fra cui Antonio Uras e Lorenzo Sisto nel ruolo di Giò, e Francesco Gheghi in quello di Jack e la star spagnola Rossy De Palma in quello di Zia Rock la quale aggiunge. «Ho due amiche che hanno figli “speciali” nella loro casa, persone di una purezza superiore. Quello che può sembrare un problema, invece si è rivelato un dono della vita, ha aperto una nuova porta d'amore».
«Già in precedenza avevo affrontato il tema della disabilità e ho quasi sempre lavorato con bambini – aggiunge il regista Stefano Cipani -. Questo film è rivolto prima di tutto a loro nella speranza che imparino ad affrontare la paura, la vergogna e a vedere la disabilità con occhi nuovi».
Lo conferma lo stesso autore del libro, il giovanissimo Giacomo Mazzariol che ha partecipato alla realizzazione del film: «Là mia non è una grande storia, è una storia semplice che potremmo avere vissuto o che tutti abbiamo già incontrato. Sono felice che ne sia uscito un film per famiglie. Volevamo trovare un linguaggio universale non respingente per i coetanei del protagonista, affiancato da uno sguardo adulto e ironico».