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Idee. Usa, così la letteratura vinse il razzismo

Fulvio Fulvi sabato 1 marzo 2014
A 18 anni lesse La terra desolata, poema di Thomas Stearns Eliot, e ne rimase folgorato. Ralph Waldo Ellison, figlio di un muratore e nipote di uno schiavo, era una matricola del Tuskegee Institute, la prestigiosa università afroamericana dell’Alabama dove, grazie a una borsa di studio, imparava a suonare il pianoforte e la tromba. Quei 433 versi del capolavoro modernista pubblicato dall’autore de I cori della Rocca nel 1922 gli facevano pensare al jazz per via del ritmo sincopato e della tecnica di composizione che mette in armonia "voci" diverse. Così Ellison si appassionò alla letteratura facendone in seguito uno strumento per affermare l’identità culturale e i diritti civili dei neri d’America.Di lui ricorrono quest’anno il centenario della nascita e il ventennale della scomparsa: nacque infatti a Oklahoma City il 1° marzo del 1914 e morì a New York nel 1994. Fu il rettore del suo college, Richard Wright, maestro del romanzo nero di protesta e amico di Sartre e Camus, a incoraggiarlo alla scrittura: trasferitosi a New York, Ellison  cominciò verso la fine degli anni ’30 a pubblicare racconti e articoli su magazine come "New Challenge" e "New Masses". Iscritto al Partito comunista, ne uscì nel 1945 divenendone, in seguito, uno dei più intransigenti critici: sosteneva infatti che il marxismo fosse inadeguato a dare risposte efficaci alla questione razziale. È del 1952 il suo unico romanzo, il capolavoro L’uomo invisibile, ultimato dopo sei anni di severe revisioni: il libro, di ispirazione autobiografica, ottenne il National Book Award, tra i principali premi letterari degli Stati Uniti. È la storia di un uomo che da adolescente è costretto a lottare ad occhi bendati, come un animale, contro altri ragazzi neri per far divertire i ricchi bianchi della città. Per questo il giovane lascia la famiglia e va a studiare a New York ma non si laurea e decide di fare politica ad Harlem rimanendo coinvolto in violenti episodi di odio razziale.Deluso, si ritira nel seminterrato di un palazzo abitato solo da bianchi dove vive ascoltando dischi di Louis Armstrong come What did I do to be so-Black and Blue («Che cosa ho fatto per essere così nero e triste?»). Quando il giovane torna alla vita sociale continua la sua lotta, ma con un’altra visione della realtà. «Io sono invisibile semplicemente perché la gente si rifiuta di vedermi – dice il protagonista del romanzo – quando gli altri si avvicinano, vedono solo quello che mi sta intorno, o se stessi, o delle invenzioni della loro fantasia, ogni e qualsiasi cosa, insomma, tranne me». È questo il tema ricorrente in tutta la produzione letteraria di Ellison, che arrivò ad individuare proprio nel jazz l’elemento unificante della società e dell’identità storica e culturale americana, una musica che gli yankee hanno imparato proprio dai blues e dagli spirituals della tradizione africana. Con il suo romanzo, da cui appare evidente la lezione di Melville e Dostoevskij, Ellison ha contribuito a dare maggiore visibilità sociale e culturale ai neri nordamericani, tanto che oggi, Barack Obama cita spesso la sua opera come un fondamentale punto di riferimento politico e culturale. Tra le altre opere di Ellison va ricordato Volo di ritorno, 13 racconti scritti tra il 1937 e il 1954. Anche qui l’esperienza personale dell’autore è il motivo ispiratore di storie che, nella continua ricerca di un equilibrio tra istinto e ragione, «suonano come gospel»: la morte del genitore quando Ralph aveva solo tre anni, l’amore per il jazz, gli umili lavori svolti per mantenersi agli studi, la violenza vista e subìta, l’amicizia, la solidarietà. Si tratta di un affresco "multicolore" e profondo della società americana di quegli anni e di una denuncia mai velleitaria della condizione dei neri.Fra il 1955 e il 1958 Ellison visse anche a Roma e a Parigi. Tornato negli Usa, insegnò letteratura americana e russa al Bard College, poi alla Rutgers University, a Yale e alla New York University. Nel 1967 la sua casa nel Massachussetts fu distrutta da un incendio nel quale finì incenerito il manoscritto del secondo romanzo che stava scrivendo. Ellison cercò allora di riscriverlo ma il volume uscirà postumo e incompiuto nel 1999 con il titolo Juneteenth («Il giorno della libertà»).