Napoli. Universiadi, la carica dei seimila da 30 e lode
n piazza del Plebiscito lo scambio della fiaccola dell'Universiade Napoli 2019 / Ansa
Non c’è un filo d’ombra a mezzogiorno alla Mostra d’Oltremare, ma l’andirivieni è fremente. Incuranti del caldo gli inservienti sistemano le transenne, mentre dentro i padiglioni judoka e tiratori provano tatami e linea di tiro, nello stesso momento in cui i tuffatori testano trampolini e piattaforma nella piscina all’aria aperta rimessa a nuovo per le Universiadi. Napoli è pronta per offrire al mondo la sua anima sportiva, per rilanciarsi grazie a una manifestazione acciuffata per i capelli dopo il ritiro di Brasilia e confezionata in tutta fretta, nonostante i soliti litigi all’italiana. Il tempo delle chiacchiere è finito, da qui al 14 luglio conteranno i fatti, quindi le gesta degli atleti e lo sforzo degli organizzatori. L’edizione numero 30 dei Giochi mondiali degli studenti universitari è decollata ieri con una cerimonia d’apertura in stile olimpico, firmata da Marco Balich. Il conto alla rovescia è stato scandito con la smorfia, poi i fuochi d’artificio hanno illuminato a giorno Fuorigrotta. La sirena Partenope, mascotte della rassegna, ha fatto il suo ingresso sulle onde, disegnando il palcoscenico a forma di U, che si è poi riempito con la parata degli ottomila partecipanti (tra i seimila atleti, gli allenatori e gli accompagnatori) giunti da 118 Paesi, dopo che ieri la Fisu ha deciso l’esclusione dell’Afghanistan i cui atleti erano giunti martedì a Napoli fuori tempo massimo per essere ammessi. L’alfiere per l’Italia è stata la nuotatrice Ilaria Cusinato. Dopo la sfilata, l’ingresso del vessillo tricolore, portato da Bebe Vio, è stato anticipato dalla voce di Malika Ayane sulle note de L’italiano di Toto Cutugno. Quindi un omaggio alla commedia napoletana e un passo indietro nella storia ricordando l’affresco della Tomba del tuffatore di Paestum. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha dichiarato aperta la manifestazione, il fuoco è brillato nello stadio e Andrea Bocelli ha chiuso lo show cantando Funiculì Funiculà e Nessun dorma.
Da oggi si fa sul serio con l’assegnazione delle prime medaglie. Complessivamente i titoli in palio saranno 220 in 18 sport, ospitati da 58 impianti (tra sedi di gare e allenamenti) sparsi in tutta la Campania e ristrutturati all’uopo spendendo 127 milioni erogati dalla Regione, l’ente che ha coperto l’intero budget, stimato in 270 milioni di euro. Lo stadio San Paolo sarà il teatro dell’atletica, il PalaBarbuto del basket, la piscina Scandone di nuoto e pallanuoto, l’area ex Nato del rugby a sette. Scherma a Baronissi, pallavolo a Eboli, tiro con l’arco tra lo stadio Partenio di Avellino e la Reggia di Caserta, calcio sparso qua e là nel Salernitano e a Benevento. La metà degli atleti dormirà in due navi da crociera attraccate al porto di Napoli, gli altri si divideranno tra il campus universitario di Fisciano, un albergo di Salerno e quattro hotel di Caserta. Biglietti economici per seguire le gare, ma anche massiccio impegno della Rai: due finestre al giorno su Rai 2 e dirette su Raisport.
Di tutto, di più con sullo sfondo una città ansiosa di dimostrare la sua vivacità e una calura da sconfiggere bevendo: gli organizzatori stimano un consumo di 800mila litri di acqua e 500mila litri di altre bevande. A sessant’anni dalla prima edizione di Torino 1959, a quarant’anni dal mitico record di Pietro Mennea di Città del Messico 1979, l’Universiade è in cerca di una nuova identità. Mancano le grandi firme, perché il calendario è sempre più fitto, così una rassegna posizionata nell’anno dei Mondiali preolimpici risulta per forza di cose di livello secondario. Nonostante ciò tra i 303 azzurri spiccano Raphaela Lukudo, Ayomide Folorunso e Daisy Osakue nell’atletica, Ilaria Cusinato, Domenico Acerenza e Ivano Vendrame nel nuoto, nonché Carlotta Ferlito nella ginnastica artistica. Forse sono maturi i tempi affinché l’Universiade diventi quadriennale, magari scegliendo il mese di giugno, più lontano dalle rassegne iridate delle varie discipline. Per dodici giorni niente voti, ma medaglie da acciuffare e ricordare per sempre perché, come recita l’inno universitario, godiamo finché siamo giovani.