Agorà

Calcio. Una brutta Italia si ferma ancora al confine svizzero: fuori dagli Europei

Antonio Giuliano sabato 29 giugno 2024

Il ct dell'Italia, Luciano Spalletti

Scorrono i titoli di coda di un film purtroppo già visto. La Svizzera è ancora fatale: dopo averci tagliato fuori dai Mondiali in Qatar i rossocrociati ci eliminano anche dall’Europeo in Germania. A diciotto anni dalla vittoria Mondiale, il cielo sopra Berlino è denso di nuvoloni neri per quanto splenda il sole sulla capitale tedesca. Gli elvetici ci affondano con Freuler e Vargas (2-0), e mandano a casa gli azzurri di Luciano Spalletti agli ottavi. La splendida rete di Zaccagni all’ultimo secondo contro la Croazia sembrava quasi un segnale divino: un gol tanto bello (alla Del Piero) quanto pesantissimo visto che senza non avremmo passato il girone nemmeno come migliore terza. Doveva accendere la lampadina agli azzurri come ci era stato assicurato alla vigilia dallo stesso allenatore e dai calciatori. E invece in campo si è vista una squadra inguardabile, senza mordente, molle e imprecisa, confusa da un punto di vista tattico e del gioco.

Un primo tempo davvero irritante, con gli elvetici partiti a razzo e noi sulle gambe incapaci a tratti di superare anche il centrocampo. La cronaca è un monologo rossocrociato: Darmian si addormenta e tiene in gioco Embolo, che scatta sul filo del fuorigioco e si presenta davanti a Donnarumma: parata pazzesca del portiere azzurro. Ma il gol è nell’aria: assist di Vargas per Freuler, il regista del Bologna liberissimo in area con un sinistro al volo da pochi passi infilza Donnarumma. Nel finale di tempo ancora il numero 1 azzurro e il palo salvano l’Italia dal raddoppio svizzero dopo un calcio di punizione velenoso di Rieder. Nella seconda frazione di gioco la musica non cambia, con Spalletti che non riesce a cambiare l’inerzia della partita. Nemmeno il tempo di rientrare dagli spogliatoi che Vargas riceve al limite e con tutto il tempo del mondo indirizza la palla sotto l’incrocio di Donnarumma con un fantastico destro a giro imparabile. La Svizzera sembra darci una mano quando Schar interviene con un colpo di testa scriteriato ma la palla finisce sul palo. Nel finale Scamacca da un metro centra clamorosamente il palo a Sommer battuto ma il risultato non cambia e anzi sono gli elvetici a sfiorare il tris con Zuber.

E dire che avevamo una doppia motivazione alla vigilia: passare il turno, ma anche prenderci finalmente la rivincita con i rossocrociati che ci avevano tagliato fuori da Qatar 2022. Quel secondo posto nel gruppo di qualificazione che condannò l’Italia al playoff (poi perso contro la Macedonia in semifinale) brucia ancora parecchio perché arrivato dopo due pareggi nei confronti diretti ricchi di rimpianti, soprattutto per i due rigori sbagliati da Jorginho. Il secondo Mondiale mancato di fila oltre ad aver accelerato il cambio in panchina (da Mancini a Spalletti) è una ferita che rimane aperta: c’è una generazione di bambini che non ha ancora visto l’Italia a una rassegna iridata, visto che l’ultima partecipazione risale ormai a dieci anni fa (in Brasile, dove peraltro come nel 2010 uscimmo al primo turno). La vittoria dell’Europeo nel 2021 ha senz’altro mitigato il dispiacere.

Credevamo tanto in questa rassegna continentale, anche perché ci siamo arrivati da campioni in carica. Ma la squadra di Spalletti non ha mai convinto: solo 60 minuti buoni nel 2-1 contro la modesta Albania, male nella sconfitta con la Spagna, un po’ meglio con la Croazia ma solo nel finale. Un’Italia senza identità andata a picco contro una squadra ostica ma non insormontabile. È vero, senza voler trovare attenuanti, che negli ultimi due anni solari la Svizzera ha subito una sola sconfitta ma non può diventare la nostra “bestia nera”. Resta il fatto che non abbiamo giocato all’altezza della nostra storia. Perché con tutto il rispetto per gli svizzeri e pur riconoscendo la loro grande crescita negli ultimi anni non possono vantare una bacheca pari a quella azzurra (4 titoli mondiali e 2 europei). Per gli svizzeri l’ultimo risultato di prestigio ai Mondiali sono i quarti di finale del 1954 e agli Europei non sono mai andati oltre i quarti di finale (nell’ultima edizione).

Per giorni abbiamo fatto titoloni sul lato giusto del tabellone, che era Spalletti l’asso nella manica, che poi non è stato. Avevamo un’autostrada, dicevamo, e invece ci siamo fermati ancora al casello svizzero. Un pedaggio salato che ci costringe a pensare al futuro. A settembre c’è una Nations League che come al solito non scalda certo i cuori. Poi la testa andrà per forza al Mondiale 2026 in Stati Uniti, Messico e Canada: a fine anno il sorteggio del girone di qualificazione. Ma il cielo è nero sopra Berlino. Dicono che il grande regista Alfred Hitchcock spiegasse: «Se vuoi fare un film di successo ambientato in Svizzera, devi metterci le montagne e il cioccolato». A noi invece basta giocarci contro a calcio per partorire sempre un thriller. E il finale è ancora una volta da incubo.