Astronomia. Un Papa del XVI secolo e tre gesuiti danno il nome a quattro asteroidi
Un particolare del logo dei nuovi asteroidi
Tre gesuiti astronomi di cui uno vivente nato nel 1964 e un papa Gregorio XIII che fu tra i “padri nobili” della Specola Vaticana hanno ora degli asteroidi che portano il loro nome e cognome. Ad annunciare questa notizia in un comunicato ad hoc è stata ieri la Fondazione dell’Osservatorio Vaticano. La decisione di designare questi “pianetini” intitolati a uomini e scienziati che hanno dedicato la loro vita al mondo delle stelle è avvenuta il 7 febbraio scorso. A stabilirlo è stata una commissione di studiosi dell’Unione astronomica internazionale.
I nuovi corpi celesti hanno le seguenti sigle: 562971 Johannhagen — in onore di padre Johann Hagen (1847-1930) della Compagnia di Gesù e direttore della Specola Vaticana dal 1906 al 1930; 551878 Stoeger — in onore del gesuita Bill Stoeger (1943-2014), cosmologo della Specola Vaticana; 565184 Janusz — in onore del religioso ignaziano polacco Robert Janusz, (nato nel 1964), attualmente in organico allo staff della Specola. A questi tre padri si è voluto aggiungere anche papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni (1502-1585), con la sigla 560974 che diresse da Pontefice la riforma del calendario e diede il là alla tradizione degli astronomi papali (quasi tutti provenienti dalla Compagnia di Gesù, se si esclude il caso del barnabita Francesco Denza che fu tra i fondatori della meteorologia moderna italiana). Una scelta quella di dedicare da parte della comunità scientifica internazionale dei corpi celesti a dei membri della Compagnia di Gesù con una lunga tradizione: basti pensare all’astronomo del Collegio romano e coetaneo di san Roberto Bellarmino il matematico tedesco Cristoforo Clavio (1538-1612) o il ferrarese Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), che sviluppò il sistema di nomenclatura lunare usato ancora oggi. Tra gli oltre trenta asteroidi che portano il nome di gesuiti figurano oggi anche l’attuale direttore della Specola Vaticana fratel (è un coadituore temporale e non è un sacerdote) lo statuintense Guy Consolmagno e padre George Coyne (1933-2020) che per quasi 30 anni fu l’astronomo di fiducia di Giovanni Paolo II e tra gli ispiratori della famosa riabilitazione ufficiale della Santa Sede nei confronti di Galileo Galilei (anno 1992).
«Quando viene scoperto un nuovo pianeta minore, gli viene assegnata una denominazione provvisoria, basata sulla data di scoperta. Quando l’orbita dell’oggetto è determinata in modo tale che la sua posizione possa essere prevista in modo affidabile in un lontano futuro (in genere dopo che è stato osservato quattro o più volte quando si avvicina alla Terra), gli è assegnato un numero definitivo, emesso in successione dal Centro dei Pianeti Minori dell’Unione Astronomica Internazionale. A questo punto - spiegano dalla Specola Vaticana - il suo scopritore è invitato a suggerirgli un nome. Non sono ammessi nomi di animali domestici o nomi di natura commerciale. I nomi di individui o eventi noti principalmente per ragioni politiche o militari non possono essere utilizzati fino a 100 anni dopo la morte dell’individuo o della data dell’evento. I nomi proposti vengono poi giudicati da un gruppo di quindici astronomi professionisti».