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Tecnologia. Inizia l'assalto a Marte, una flotta di sonde è in partenza

Antonio Lo Campo venerdì 3 luglio 2020

Un'immagine del film Mission to Mars

Tutto è pronto per l’assalto a Marte. Se da decenni, nell’immaginario collettivo collegato alla fantascienza, si parla di “invasioni marziane” sulla Terra, nella realtà finora le uniche vere invasioni extraterrestri sul Pianeta Rosso sono quelle che noi abbiamo spedito dalla Terra. Non ancora con esseri umani, ma con una moltitudine di sonde robotizzate.

E il mese di luglio di quest’anno, scongiurati i pericoli di rinvii e annullamenti per la pandemia, si presenta come il mese dell’anno favorevole ad inviare nuove sonde verso Marte. Tre veicoli spaziali interplanetari, uno statunitense, uno cinese e uno degli Emirati Arabi, sono pronti a salpare dal nostro pianeta per raggiungere il Pianeta Rosso tra marzo e luglio del 2021.

La condizione favorevole è la posizione rispettiva che hanno Terra e Marte al momento in cui le sonde spaziali verranno lanciate; il percorso da compiere, e i tempi da 8 a 9 mesi di viaggio, possono essere rispettati. In caso contrario il viaggio durerebbe molto di più, e questo porterebbe ad aumentare notevolmente i costi della missione. La “finestra” utile Terra–Marte dura solitamente 30–40 giorni. Se non si parte in questo periodo, tutto viene rimandato a quella successiva, cioè dopo due anni. Nella flotta in partenza infatti, manca la sonda europea, che vede l’Italia grande protagonista dal lato industriale e scientifico.

La missione ExoMars 2020 infatti, è ora ribattezzata ExoMars 2022: qualche problema tecnico e poi l’esplosione della pandemia in Europa, con una moltitudine di ingegneri e ricercatori che avrebbero dovuto spostarsi in varie nazioni europee, ha fatto rinviare la missione, molto ambiziosa, che segue la ExoMars 2016. Una sonda che dovrà portare sul Pianeta Rosso il rover “Rosalinda Franklin” con l’obiettivo principale di andare a caccia di vita (biologica) sul pianeta del nostro sistema solare che più di ogni altro, in origine assomigliava alla Terra. Un pianeta che in un passato remoto non era solo rosso, ma anche azzurro, poiché ricco di fiumi, torrenti, laghi e mari, e che ora è un deserto piuttosto freddo, ma che nasconde forme di vita.

Ecco perché anche la missione della NASA , quella del nuovo rover Perseverance andrà anch’essa a caccia di vita, oltre che completare gli studi e le mappe geologiche di vaste regioni del pianeta, già iniziati con i rover Spirt e Opportuniy, e ora con Curiosity. Ma la grande novità di questa missione, che partirà il 17 luglio da Cape Canaveral, sarà l’invio nel cielo marziano, per la prima volta nella storia delle esplorazioni interplanetarie, di un drone–elicottero: pesa quasi 2 chilogrammi e una volta atterrato con il rover, compirà nell’arco di 30 giorni alcuni test di volo della durata di 2 minuti. Il piccolo elicottero è dotato di due telecamere ad alta risoluzione per la navigazione.

Non ha strumenti a bordo, anche perché ne è già carico il rover; sofisticati apparati che potranno anche estrarre e stoccare campioni di roccia e suolo per la futura missione NASA in collaborazione con l’ESA europea, che avrà il compito di portarli sulla Terra. Inoltre, monitorerà le condizioni ambientali con l’obiettivo di proteggere gli esploratori umani, inserendosi nel progetto per le future spedizioni umane previste dopo il 2030.

E poi, le due grandi “prime”. Una sonda degli Emirati Arabi Uniti, chiamata Amal (Speranza) verrà lanciata il 14 luglio. Un vero e proprio evento storico, considerando che si tratta della prima missione organizzata da un paese arabo verso Marte, e che richiederà circa sette mesi di viaggio, percorrendo circa mezzo miliardo di chilometri. Obiettivo: studiarne il clima e misurare sia i livelli di idrogeno che quelli di ossigeno nella sua atmosfera, oltre ai meccanismi in seguito ai quali queste sostanze vengono disperse. Amal, che verrà lanciata a bordo di un razzo giapponese H– 2, andrà a collocarsi in un’orbita che le consentirà di effettuare un completo giro intorno a Marte in 55 ore.

Rimarrà intorno al pianeta rosso per un anno marziano ovvero per circa 700 giorni sulla Terra. Per mettere a punto questo progetto gli Emirati Arabi Uniti hanno collaborato con il Giappone e con tre università statunitensi. Una missione che conferma quanto il programma spaziale degli Emirati Arabi sia in forte espansione. E poi, ecco la Cina. Finora grande protagonista nella rinnovata esplorazione della Luna, parte ora la prima missione marziana, che Pechino intende lanciare nella “finestra di luglio”: Battezzata Tianwen–1, è piuttosto complessa, e composta da 3 elementi: il modulo orbitante, quello di discesa e un rover. Quest’ultimo, un mezzo a 6 ruote dal peso di oltre 200 kg e alimentato da 4 pannelli solari, sarà dotato di 13 strumenti scientifici con cui analizzerà il pianeta nell’arco di 3 mesi. L’arrivo a Marte è in programma per luglio 2021.

Una curiosità. Sulla missione della NASA, e su iniziativa dell’ente spaziale USA, vi sarà un microchip che contiene i nomi di appassionati o di chiunque abbia piacere che il proprio nome raggiunga Marte. Il sito web della NASA certifica il tutto con un vero e proprio biglietto di imbarco per Marte, con stemma della missione e con luogo e data di partenze e arrivo. Anche Avvenire sarà rappresentato a bordo del microchip e saremo, perlomeno spiritualmente, in viaggio per Marte: l’arrivo al cratere Jazero è previsto per marzo 2021.