Agorà

Il pensiero. Un argine contro lo tsunami pagano da Oriente

Divo Barsotti sabato 16 agosto 2014
Le ultime lettere del grande missionario spirano una tristezza che non avevano le lettere di prima, quando, braccato dall’odio dei persecutori, egli narrava ai suoi amici le gesta di una giovane cristianità che nella sua fede eroica sapeva vincere i tormenti e sfidava generosamente la morte. L’insidia di ora era peggiore della persecuzione di prima.«Proprio ora in Estremo Oriente si stanno sviluppando dei fatti gravi che avranno un peso non indifferente sul futuro destino di milioni di persone. Così voglio sperare che l’Europa cristiana possa far fronte e assolvere il suo gigantesco compito in questa lotta spirituale. Se oggi l’Europa fosse quello che dovrebbe essere credo che la Cina, il Giappone e la Corea diventerebbero cattoliche, ma così sulle rovine del vecchio paganesimo se ne formerà uno nuovo e cioè l’indifferenza, e l’irreligione raggiungerà tutte le classi e il più grande popolo della terra andrà perduto per sempre per la Chiesa» (25 giugno 1905). Questa pagina, così lucida, di una sua lettera scritta in tedesco sembra avere un accento profetico. L’Europa ha rinnegato la sua grande missione. Nella lotta spirituale che contende l’universo umano, sembra che Dio voglia permettere la vittoria del male. La vita religiosa sembrerà venir meno e si eclisserà in tutta la terra. Un nuovo paganesimo sommergerà le nazioni e la Cina sarà »perduta per sempre». È questa l’ultima parola del grande missionario? Alla vigilia della morte scriverà ancora: «I cinesi non sono nemici della Religione e se l’Europa fosse cristiana al giorno d’oggi come potrebbe e dovrebbe esserlo, io credo certo tutta la China si farebbe cristiana. Che trionfo per la Santa Chiesa! Però il vento che dall’Europa spira è molto freddo e cattivo e perciò è da temere che i poveri Cinesi restino pagani e diventino ancora peggiori dei pagani. Fa d’uopo pregare molto» (23 gennaio 1907). «Oh che la nostra povera Europa non è sicuramente cristiana! Se lo fosse io credo tutta la China coi suoi 400 milioni di abitanti si farebbe cristiana. Il cattivo esempio di quei che vengono in China e quanto sentono di male i Cinesi che vanno e vengono dall’Europa, li rende indifferenti, anzi avversari del Cristianesimo» (26 dicembre 1907). È l’ultima lettera di padre Giuseppe e sarebbe un doloroso e impotente  riconoscimento di sconfitta, se la preghiera non fosse ancora per lui motivo di sicura speranza: «Pregate molto per la conversione dei poveri pagani che senza dubbio appunto questo è uno dei principali voti del S. Cuor di Gesù». L’Europa aveva fallito. Ma rimaneva Dio e, ai cristiani, rimaneva la preghiera che poteva ancora ottenere tutto da Lui.