Agorà

Intervista. Chiara Consonni, l'oro che nessuno si aspettava

Mario Nicoliello giovedì 15 agosto 2024

Chiara Consonni (a destra) con Vittoria Guazzini sul podio di Parigi

La frase migliore per riassumere la portata dell’impresa è quella scritta a caratteri cubitali sullo striscione che ha accolto Chiara Consonni all’aeroporto di Bergamo: “Tre medaglie, due ruote, un cognome”. Sì, perché l’oro raccolto dalla venticinquenne di Ponte San Pietro nell’americana di ciclismo su pista, insieme a Vittoria Guazzini, fa il paio con i due metalli acciuffati dal fratello maggiore Simone: argento nell’americana con Elia Viviani e bronzo nell’inseguimento a squadre. Da piccoli si facevano i dispetti, poi hanno trovato nella bicicletta la passione comune.

Oggi Chiara e Simone sono dei ciclisti completi. «Adesso siamo olimpionici sia io che Simone, incredibile per la nostra famiglia. Il primo pensiero dopo aver tagliato il traguardo è stato proprio chiamare lui. Non diamo tanto a vedere di volerci bene, ma siamo fratello e sorella che condividono i momenti importanti insieme e non dimenticherò mai questa emozione. Simone è stata la mia ispirazione». Per Chiara l’oro è stato completamente inaspettato. «Prima di partire avrei firmato per il bronzo, quello era già di per sé un grande obiettivo. Quando abbiamo guadagnato il giro Vittoria ha messo in pista anche quello che non avevo io. Continuavo a fare il countdown dei giri e a guardare il tabellone». Una coppia improvvisata, perché assemblata solo alla vigilia della Madison, ma composta da due amiche per la pelle: «Provare questa gioia immensa insieme a Vittoria è stato fantastico. La conosco da dieci anni e abbiamo condiviso tanto, sia come gare su pista e strada, sia come momenti di svago durante le vacanze, indimenticabili quelle al Lido di Jesolo da ragazzine oppure a Santo Domingo due anni fa». Tesserata per il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre e per il Team UAE, Consonni vanta nel suo palmares tre vittorie di tappa al Giro d’Italia nelle ultime tre edizioni. Sull’anello da 250 metri in legno, prima del trionfo francese vantava un titolo mondiale nell’inseguimento a squadre e un argento sui 4 chilometri individuali.

Evidentemente il velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines le porta bene, visto che anche l’oro iridato nel quartetto fu raccolto alla periferia parigina. Eppure lei mantiene i piedi per terra, conscia che questo squillo di tromba sia solo l’inizio per un avvenire gonfio di attese positive. «Non voglio farmi travolgere da questo oro, resterò la Chiara di sempre. So quanti sacrifici ho fatto per salire sul gradino più alto. Ho capito che nella vita bisogna essere sempre pronte, perché la chiamata inaspettata può arrivare all’improvviso». Infatti il ct Marco Villa ha deciso di schierare Consonni a meno di 24 ore dalla competizione. Il duo, all’origine, prevedeva infatti la staffetta tra Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini, ma i guai fisici della prima hanno spalancato la porta alla bergamasca.

La “Conso”, come la chiamano le colleghe, si definisce testarda e solare, ma anche «un po’ permalosa perché sono attaccata ai dettagli, pur vivendoli con leggerezza». D’altronde per eccellere nel ciclismo la ricetta è semplice: «Fissarsi un obiettivo nella testa e dare l’anima per raggiungerlo». Pista o strada non fa la differenza, perché «la preparazione è simile e sono mondi complementari». Testa di ferro e cuore d’oro, visto che insieme a Guazzini destinerà una parte del premio ricevuto dal Coni (180mila euro lordi per ciascuna delle due cicliste) anche alle colleghe del quartetto, rimaste fuori dal podio: «È un piccolo regalo che si meritano». Appassionata di musica, avrebbe voluto suonare la chitarra («Durante il lockdown ho provato a imparare, ma senza riuscirci»), mentre tra i tanti messaggi ricevuti quello che l’ha emozionata di più è giunto dal “mio primo presidente alla Valcar, Valentino Villa, una persona davvero importante per me».

Prossima fermata del viaggio in bicicletta sarà la prova in linea degli Europei su strada in Belgio tra un mese («Parteciperò per la prima volta»), mentre l’epilogo della stagione saranno i Mondiali su pista a metà ottobre in Danimarca: «Non mi accontento dell’oro olimpico». L’appetito vien mangiando.