TELEVISIONE. Tv e minori: giro di vite del governo
Giro di vite del governo sulla tutela dei minori in tv. Bollino rosso per tutta la durata di programmi «inadatti» e «divieto assoluto di trasmettere programmi pornografici o violenti gravemente nocivi per i minori anche in orari notturni », fatte salve le pay per view.
È quanto prevede uno schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri, come si legge nella nota di Palazzo Chigi, che «aggiorna e potenzia la normativa di disciplina dell’esercizio delle attività televisive a tutela degli spettatori di minore età ». Il Consiglio dei Ministri – si legge nella nota – «su proposta del Ministro per gli affari europei, ha approvato uno schema di decreto legislativo che aggiorna e potenzia la normativa di disciplina dell’esercizio delle attività televisive a tutela degli spettatori di minore età ». Le modifiche approvate «uniformano, sul piano lessicale, le norme italiane con la disciplina comunitaria e la arricchiscono con alcune ulteriori previsioni a tutela dei minori, recependo gli orientamenti espressi dal Comitato per la Tutela dei minori».
In particolare, prosegue la nota, «i piccoli spettatori sono garantiti mediante la presenza per tutto il programma (e non più solo all’inizio) del simbolo visivo che avverte dei contenuti inadatti e mediante un più ampio utilizzo delle nuove tecnologie che consentono al genitore di utilizzare codici personali di accesso». Scatta poi «il divieto assoluto di trasmettere programmi pornografici o violenti gravemente nocivi per i minori anche in orari notturni, esclusi solo i programmi specificamente acquistabili a pagamento».
In risposta alle indicazioni ricevute dalla Commissione europea «sono state infine eliminate le ambiguità relative alla disciplina dei trailer inerenti le opere di nazionalità europea. In particolare, si escludono, a certe condizioni, i messaggi promozionali a favore dell’incremento della lettura e i trailer cinematografici di opere di origine europea ai fini del calcolo dei limiti di affollamento pubblicitario». Con il medesimo decreto - conclude la nota - «è stata anche definita la quota minima percentuale da destinare alla produzione delle opere cinematografiche di espressione originale italiana ovunque prodotte».