Agorà

La cantautrice. Teresa Parodi: «La mia voce di libertà per l’Argentina»

Angela Calvini, inviata a Sanremo venerdì 18 ottobre 2024

La cantautrice e attivista argentina Teresa Parodi, 77 anni

La voce del popolo argentino non si stanca di cantare in difesa della memoria e dei diritti umani. Teresa Adelina Sellarés, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Teresa Parodi, 77 anni, è una delle più grandi rappresentanti della musica popolare argentina e latinoamericana, sia come cantautrice sia come compositrice di musica folk. Un patrimonio popolare le sue oltre 500 canzoni, in oltre 33 album, che parlano della saggezza, dell’identità della sua gente, dei desaparecidos. Dopo aver collaborato con Astor Piazzolla, amica stretta di Mercedes Sosa, superato la dittatura negli anni 70 e creato una sua corrente musicale è stata Ministro della cultura dell’Argentina nel 2015. Oggi però vede addensarsi ombre con il governo del nuovo presidente Javier Milei e lo racconta ad Avvenire. Abbiamo incontrato la cantautrice a Cagliari in occasione del Premio Andrea Parodi, che sabato scorso le ha consegnato il Premio world music 2024, e la reincontriamo a Sanremo dove stasera riceverà al Teatro Ariston il Premio Tenco accompagnata da Tosca. L’artista italiana ha uno stretto legame con la cantautrice argentina, tantochè il tour italiano della Parodi ha debuttato a Roma ad Officina Pasolini, il Laboratorio di alta formazione artistica e Hub culturale della Regione Lazio di cui la cantante italiana è ideatrice e direttrice artistica.

Signora Parodi, iniziamo dal rapporto con Tosca e con l’Italia.

«Prima di conoscere Tosca non ero mai venuta a cantare in Italia. Ho girato il mondo e l’Europa e non so perché l’Italia l’ho sempre solo sfiorata. Ci siamo conosciute ad un concerto organizzato dal consolato italiano a Buenos Aires che proponeva cantanti italiani e argentini. Mi è piaciuta subito moltissimo, è una grande artista e c’è una grande empatia fra di noi».

Adesso però l’Italia le ha tributato ben due premi importanti: il Premio Parodi e il Premio Tenco. Conosceva questi due artisti?

«Ricevere questi premi per me è una grande emozione. Luigi Tenco certo che lo conoscevo, perché in Argentina tutti amano il Festival di Sanremo. E quindi abbiamo amato tutti Tenco che era molto popolare. Andrea Parodi non lo conoscevo, mi hanno inviato alcuni suoi brani e ne sono rimasta conquistata. Per questo ritengo un onore questi due riconoscimenti arrivatimi dall’Italia. E poi chi non ama la cultura italiana? Il suo cinema, cantanti come Milva e Mina che hanno dato emozioni che hanno attraversato il tempo. Le opere italiane parlano dell’umanità all’umanità per sempre. E poi pensiamo a Piazzolla, che mi prese a lavorare con lui quando avevo 30 anni: tutti i grandi del tango argentino hanno origini italiane. Inoltre mio bisnonno era un noto pittore di Livorno».

A proposito di argentini molto amati con radici italiane, ha mai incontrato papa Francesco?

«Io amo molto papa Francesco, che per noi argentini resta sempre il nostro Bergoglio (sorride, nrd.). Mi sento molto in sintonia con lui, soprattutto per l’attenzione all’inclusività di tutti. Quando ero ministro della Cultura portammo in Vaticano la Missa creola con cantanti argentini e lì ho avuto la possibilità di salutare il Papa».

Nel suo brano “El otro pais” parlava di libertà e di dignità nel suo Paese. A che punto è l’Argentina oggi?

«E’ un momento molto difficile per la popolazione a causa dei tagli all’educazione e alla salute pubblica. Ormai si punta a un neoliberismo selvaggio, tutto deve essere a pagamento, al presidente Milei non interessa l’opinione del congresso. Basti vedere la questione del veti del presidente ad alcune leggi, come quella sul finanziamento universitario: i deputati del radicalismo si sono alleati con la destra del presidente. Mio padre era un radica-lista, se avesse visto quello che sta succedendo ne sarebbe morto. Si trattava del secondo veto presidenziale in un mese, ormai ci ha preso gusto: dopo quello sull’aumento delle pensioni, stavolta diretto a impedire la crescita degli stanziamenti di bilancio per gli atenei pubblici e per i salari del personale docente e non docente, il 70% dei quali si trova al di sotto della soglia della povertà. L’educazione gratuita era un’eredità del peronismo. Ed anche con il governo Kirchner si è cercato di estendere l’educazione gratuita a tutta l’Argentina, non solo a Buenos Aires».

Sembra lontano il suo inno alla speranza “A un camino con tigo” dedicato alle madri dei desaparecidos...

«Questo presidente vuole non solo cancellare la memoria, ma anche aggredirla con la violenza. I diritti umani sono un tema importate oggi, e non sono mai certi: lui vuole cancellare il ricordo delle persecuzioni politiche e i 30mila desaparecidos. Lui ha individuato due demoni: il razzismo e il comunismo».

Fra le tante battaglie Lei non ha mai smesso di suonare anche quando era incinta. Non sarà stato facile come madre di cinque figli...

«Non è stato facile, all’epoca una madre non poteva andare in giro a cantare. Invece è un lavoro, ed è un lavoro meraviglioso. Ho sempre suonato la mia chitarra e i miei figli hanno assorbito la musica sin nel pancione. Infatti anche loro amano la musica: quattro sono diventati musicisti, ed uno regista, mentre sul palco mi accompagnano tre nipoti che sono musicisti. In Italia ora mi accompagnano Emilia Parodi Campo al pianoforte e Ezequiles Parodi Campo alla chitarra».

Quanto è importante per lei la famiglia?

«Continuo a scrivere molto. Ho appena pubblicato l’album Ritratto di famiglia e sulla copertina ho voluto tutti i miei figli e nipoti, oltre ai tecnici e agli altri musicisti che sono la mia famiglia artistica. E’ ispirata a La famiglia di Ettore Scola, con Vittorio Gassman, un film meraviglioso».