Cinema. "Tenet", con il kolossal di Nolan il tempo sembra non passare mai
Una scena di Tenet, l'ultimo film di Christopher Nolan
«Non cercare di capirlo, sentilo...». È la frase che il protagonista di Tenet, l’attesissimo film di Christopher Nolan che oggi con Warner riporta finalmente in sala il cinema hollywoodiano dopo mesi di lockdown e che con il suo continuo slittare ha costretto centinaia di film di tutto il mondo a riprogrammare la propria uscita, si sente dire da una scienziata a proposito della possibilità di un’inversione del tempo.
Ma quelle parole sembrano pure il consiglio che il regista offre al pubblico in procinto di immergersi in una storia densa e complessa, tutta centrata sui paradossi temporali, e che avrebbe bisogno di più di una visione per essere afferrata e compresa. Forse. Perché diciamo la verità: non c’è nessuno degli addetti ai lavori che, uscendo ieri dalla proiezione riservata alla critica, non abbia ammesso di non averci capito nulla.
Eppure Tenet è un film estremamente appassionante, ricco di virtuosismi registici, di invenzioni visionarie, di azioni mozzafiato in una corsa all’indietro contro il tempo che non è più quello scandito dalle nostre convenzioni. Ciò che è stato potrebbe non accadere, ciò che non abbiamo ancora fatto potrebbe già essere accaduto. C’è da spaccarsi la testa per cercare di mettere insieme le tessere di questo puzzle.
Ma può un film essere bellissimo e incomprensibile? Certo, perché stiamo parlando di Nolan, re dei mondi rovesciati e dei destini incrociati, che ci ha abituato a spettacoli tanto grandiosi e intriganti quanto enigmatici e assurdi. Tentare allora di riassumere questo film che coniuga fantascienza e azione, che vanta la fotografia di Hoyte van Hoytema e che è stato girato in ben sette paesi (tra cui anche la costiera amalfitana) è impresa assai ardua: diciamo solo che in un futuro non troppo distante una guerra di proporzioni apocalittiche rischia di provocare l’estinzione del genere umano.
Armato di una sola enigmatica parola – Tenet – il protagonista, un agente della Cia (John David Washingon, figlio di Denzel) affiancato da Neil (Robert Pattinson, che prossimamente vedremo anche nei panni di Batman e che stiamo vedendo crescere benissimo film dopo film) è impegnato in una missione nel crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, ma la di là del tempo reale, che lo costringerà a confrontarsi con il misterioso oligarca russo, Andrei Sator (un crudele Kenneth Branagh), per cercare di salvare il mondo intero dalla Terza guerra mondiale.
Ci sono tutti i classici elementi dello spy movie, compresa la bella da salvare (Elizabeth Debicki) e con tanto di agente che strizza l’occhio a James Bond, ma la vertiginosa scoperta intorno alla quale tutto ruota è che esiste un tempo palindromo come il titolo (che cita il “quadrato del Sator”, ricorrente iscrizione latina, composta dalle parole Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas che formano una frase identica se letta da sinistra a destra e viceversa o dall’alto in basso e viceversa) che scorre in avanti e uno che scorre all’indietro, incrociandosi come le dita di due mani giunte e dando la possibilità a chi passa da una dimensione all’altra di modificare alcuni accadimenti e scongiurare una catastrofe. Ma non viaggiando dal futuro al passato o viceversa, ma andando avanti e indietro, come con un telecomando. L’invito allo spettatore è allora quello di lasciarsi confondere, disarmare dalle immagini e dalle parole, da una pseudoscienza impossibile, senza ostinarsi a rimanere ancorati a una realtà destinata a essere smentita. Il caso ha voluto poi che un film sul caos globale e sulla sopravvivenza del genere umano arrivasse in un momento in cui questi temi sono più vicini e attuali che mai, in un mondo, il nostro, disorientato da una bomba deflagrata all’improvviso e che forse potrebbe essere anch’essa disinnescata da un’“inversione”, anche se di altro genere. E in una inversione spera anche il cinema mondiale che con Tenet aspira a cancellare mesi di schermi spenti e sale vuote, riportando al cinema gli spettatori ormai abituati a pigre visioni domestiche. Nel cast anche Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Himesh Patel, Clémence Poésy, Michael Caine, Martin Donovan.