Agorà

IL VOLTO CHE DIVIDE. «Teatro offensivo? Reazioni composte»

Gigio Rancilio venerdì 20 gennaio 2012
Ore 17.18 di ieri. L’agenzia Ansa lancia questo take: «la Santa Sede condanna lo spettacolo di Castellucci (Sul concetto di volto nel figlio di Dio, in arrivo a Milano - ndr): è offensivo nei confronti dei cristiani». Tutto nasce da una lettera che la Segreteria di Stato vaticana ha inviato a padre Giovanni Cavalcoli, in risposta a una missiva con la quale il teologo domenicano aveva segnalato l’esistenza «di uno spettacolo blasfemo». «Beatissimo Padre – scriveva padre Cavalcoli al Papa – siamo un gruppo di fedeli che vuole esprimere a Vostra Santità solidarietà e rinnovata fedeltà come risposta all’indegno e blasfemo spettacolo teatrale di Castellucci, opera offensiva della figura di Cristo».La lettera della Segreteria di Stato, arrivata in risposta, è datata 16 gennaio ed è firmata da monsignor Peter Wells, assessore agli Affari generali. «Reverendo Padre – scrive Wells a Cavalcoli – (...) Ella ha voluto esprimere sentimenti di devozione al Sommo Pontefice, segnalando un’opera teatrale attualmente rappresentata in Italia che risulta offensiva nei confronti del Signore Nostro Gesù Cristo e dei cristiani».Dunque, padre Cavalcoli segnala al Papa che c’è «un’opera teatrale blasfema». E la Segreteria di Stato risponde. Prima richiamando l’oggetto della comunicazione del padre stesso: «Ella ha voluto esprimere sentimenti di devozione al Sommo Pontefice, segnalando un’opera teatrale attualmente rappresentata in Italia che risulta offensiva nei confronti del Signore». E poi, nella seconda parte della lettera, dando a Cavalcoli la risposta attesa: «Sua Santità ringrazia vivamente per questo segno di spirituale vicinanza e, mentre auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i Santi e simboli religiosi incontri la reazione ferma e composta della Comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori, le augura…».Alle ore 14.17 di ieri (tre ore prima del lancio Ansa), sul blog bastacristianofobia, un’associazione denominata "Comitato San Carlo Borromeo" commentava con esultanza: «La Santa Sede condanna lo spettacolo di Castellucci!». Chiudendo così il post: «Adesso che hanno incassato la condanna anche della Santa Sede, avranno ancora l’arroganza di sminuire la nostra protesta definendola una battaglia di "oltranzisti" cattolici?». La notizia viene poi fatta arrivare anche alle redazioni giornalistiche che si mettono in allarme.I giornalisti chiamano padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana. Il quale spiega: «Il senso della lettera proveniente dalla Segreteria di Stato è molto chiaro. Prendendo atto del fatto che si rappresenta un’opera che risulta offensiva delle convinzioni religiose dei cristiani, la lettera allarga il discorso ed "auspica che ogni mancanza di rispetto" di questa natura "incontri la reazione ferma e composta della comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori"». Lombardi insiste su questo punto, sottolineando che «a sua volta il Comunicato dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Milano, del 14 gennaio, domandava "che sia riconosciuta e rispettata la sensibilità di quanti cittadini milanesi vedono nel Volto di Cristo l’Incarnazione di Dio, la pienezza dell’umano e la ragione della propria esistenza"; continuava ricordando che al momento della programmazione, la direzione del Teatro Parenti "avrebbe potuto farsi carico più attentamente" della "dimensione sociale della libertà di espressione", e concludeva osservando che "la preghiera per manifestare il proprio dissenso non può accompagnarsi a eccessi di qualunque tipo, anche solo verbali"». Conclude quindi il direttore della sala stampa vaticana: «Vi sono elementi sufficienti per orientare la valutazione dell’opera, della sua programmazione e delle forme adeguate di manifestazione del dissenso».