Caso Tavecchio e leadership del calcio italiano. Una domenica di tregua apparente tra chi mantiene le posizioni, chi si defila e chi medita, in attesa di una settimana che sarà decisiva sulla strada che porterà all'elezione del nuovo presidente della Federcalcio. E che vede anche la Serie A spaccata in due.
A nove giorni dall'11 agosto, data dell'assemblea elettiva della Figc,
continua il rimescolamento delle carte fra sostenitori e
oppositori di Carlo Tavecchio, il grande favorito alla poltrona
del dimissionario Giancarlo Abete, catapultato sulla graticola
mediatica dall'ormai arcinota frase a sfondo razzista sui
calciatori neri "mangiatori di banane".
Dall'altra parte della
barricata, sostenuto da allenatori e calciatori e da parte di
coloro che hanno preso le distanze dal numero uno della Lega
Nazionale Dilettanti, c'è Demetrio Albertini che, dato per
sconfitto in partenza, comincia a sentire odore di rimonta.
Una rimonta, quella dell'ex centrocampista del Milan,
diventata non più impossibile anche per la continua emorragia di
voti sul nome di Tavecchio che ha portato ad una Serie A
praticamente spaccata in due.
Ultimo club ad aggiungersi al
trenino 'No Tav', guidato da Juventus e Roma, è il neopromosso
Empoli che in una nota ufficiale ha ritirato il sostegno al
numero uno della Lega Nazionale Dilettanti: "Ritengo sia giusto
- afferma il presidente dei toscani Fabrizio Corsi - non
appoggiare più la candidatura di Tavecchio, a presidente
federale".
A dar forza alla rincorsa di Albertini anche le
parole del presidente dell'Aic, Damiano Tommasi: "Il nostro
gruppo è rimasto compatto, anzi si sono aggiunti altri e la
situazione è cambiata a nostro favore. Lo scenario è ora più
favorevole a Demetrio. L'ipotesi Tommasi vice-presidente della
Figc?: "non c'è nessuna ipotesi che io possa diventare
vice-presidente della Figc, non so chi l'abbia ipotizzato, noi
abbiamo il nostro candidato per la presidenza. Sarà una
settimana particolare e noi siamo convinti che Albertini possa
essere il presidente migliore".
A prendere invece con forza le difese del presidente della
Lnd è una vera icona del calcio italiano, Gigi Riva secondo cui
"una cosa è certa, Carlo Tavecchio non è razzista anzi -
assicura 'Rombo di Tuono' - è un buono. Sta pagando con un
linciaggio mediatico una frase infelice, che voleva essere una
battuta".
E sul fronte della maggioranza che resiste sul nome di
Tavecchio alla presidenza della Figc, a guidare le fila sono
sempre il Milan con Galliani e la Lazio di Lotito forti dei
numeri e del sostegno di Serie B e Lega Pro. Ex Serie C che si
riunirà lunedì prossimo a Firenze e che dopo le ultime
dichiarazioni del numero 1 della Lega Pro, Mario Macalli, oltre che
dell'elezione dei due consiglieri federali e della nomina dei
componenti del Direttivo, sarà chiamata a ribadire la sua
posizione in vista di una settimana cruciale per il governo del
calcio del Bel Paese e del giorno della grande decisione per la Figc.