Agorà

Nazionale. Azzurri sventurati a caccia del pass Mondiale

Massimiliano Castellani sabato 11 novembre 2017

Piccolo vanto dopo la notte da azzurro tenebra di Solna, Avvenire è l’unico giornale in cui lo spot della campagna di sensibilizzazione (contro lo spot immorale di Intralot abbinato alla Nazionale) coinciderebbe con il titolo. “Azzurro vergogna”. Titolo forte, cattivello, ma purtroppo specchio reale di una Nazionale che è brutta, e senz’anima. All’indomani della sconfitta con la Svezia è facile sparare sulla “croce azzurra”. Scontato, continuare a ripetere che quella di Gian Piero Ventura è la selezione tecnicamente più povera degli ultimi vent’anni. Ridondante, sottolineare che questa non è più una squadra per vecchi, a cominciare dai veterani della difesa (Buffon non più escluso) fino al ct che alla soglia dei settant’anni spera di arrivare, bomba o non bomba, a Mosca, ai Mondiali di Russia 2018.

Riusciranno i nostri non-eroi a battere la Svezia (con 2 gol di scarto) domani sera a San Siro (Rai 1 ore, 20.45) e strappare l’ultimo pass per il Mondiale? La risposta ai “poster”. Sì perché la formazione messa in campo a Solna sembrava composta da tanti poster statici appiccicati sul prato verde di Svezia. È bastata un’umilissima selezione come quella del ct Andersson per mandare in tilt un centrocampo rivoluzionato a 5 che sembrava un iceberg azzurro in mezzo al Mare del Nord. E la parte del Titanic non l’hanno recitata Johansson (autore del gol vincente) e compagni ma l’ectoplasmatico Verratti e soci che sono andati clamorosamente a picco.

Fermi al palo, come la staffilata di Darmian, unico lampo nella notte boreale in cui l’Italia si è scoperta ancora una volta vulnerabile,senza un briciolo di personalità. Non basta più il carisma di Buffon e lo spirito battagliero della triade Barzagli-Bonucci-Chiellini. Invece, «basta poco che ce vò» (direbbe il buon Giobbe Covatta) per fare crollare la muraglia rossobianconera. E vogliamo parlare dell’attacco? A Solna, Immobile di nome edi fatto, e pensare che con la Lazio Ciro il grande tra campionato e Coppe ha segnato già 18 gol. Non era in forma, così come non era al top mister 100 milioni di euro Belotti che – acciacchi a parte –, se la sua stagione prosegue così, al prossimo mercato patron Cairo farà fatica a venderlo anche al povero Benevento. Ecco, in questo momento il nostro calcio fa parlare il mondo per gli 0 punti delle “streghe sannite” (record europeo), per la lezione di spagnolo che ci hanno inflitto le Furie Rosse al Bernabeu, sfidate con l’assurdo e sventurato 4-2-4. E ora, lo sberlone di Svezia con gli ultrà vichinghi in piedi a sfotterci con il “poporopopopo” di Berlinese memoria.

Notti magiche di appena un decennio fa, Germania 2006, quando eravamo re e bastava un Rino Gattuso o un Marco Materazzi per incendiare i cuori degli italiani e far saltare la brocca a testina d’oro Zidane. Inutile rimpiangere i Pippo Inzaghi, Del Piero, Totti. Dopo i Puponi questo è il tempo dei bamboccetti azzurri ("ce meneno e piagnemo" dice l'allenatore della Ternana Sandro Pochesci in una vulcanica estemporanea invettiva da capopopolo che sta facendo il giro del web), e di una classe dirigente federale che non ne azzecca una. Sponsorizzazioni comprese. Vedi ilcaso 1XBet, la società di scommesse russa, sponsor “contra legem” della Lega di Serie A che Avvenire ha denunciato nella quasi totale indifferenza degli altri media. Fatta eccezione di “Repubblica” a firma di Stefano Scacchi, del “Corriere della Sera” – Monica Colombo – e dell’editoriale di Marcel Vulpis sul portale “sporteconomy.it”. Come SportBet,a noi piace fare nomi e cognomi, della gente che crede ancora in un calcio vero, pulito e senza alibi. Tipo quelli di Ventura che se l’è presa con l’arbitro turco Cakir per il presunto permissivismo a favore degli svedesi.Cara piccola Italietta salva almeno la faccia, batti la Svezia e regalaci la speranza di un futuro più azzurro, e senza vergogna.