Agorà

La judoka. Susy Scutto, un sogno d'oro per Scampia

Massimiliano Castellani venerdì 26 luglio 2024

O Maè Gianni Maddaloni nella palestra Judo Star di Scampia con la sua pupilla Suzy Scutto che indossa la tuta delle Fiamma Gialle, il suo gruppo sportivo dello Stato di appartenenza

Il dolore di Napoli, con le sue morti a credito per l’incuria della pubblica ottusità, fa tremare anche una tiepida Parigi alla vigilia dell’overtour dei Giochi. Le immagini del crollo della Vela Celeste di Scampia sono arrivate fin qui, e al Villaggio Olimpico c’è chi conosce bene quelle case sgarrupate che dovevano essere la proiezione della Napoli del futuro. E invece, quelle abitazioni fatiscenti dai ballatoi criminali e tremebondi di cartongesso sono diventate l’emblema di una miseria, senza nobiltà, e forse senza fine. L’ennesima fotocopia sbiadita di un Messico napoletano che neppure Beppe Lanzetta sarebbe in grado di riscrivere con parole nuove. Sos partenopeo: Parigi chiama Scampia. E da lì risponde O Maè, Gianni Maddaloni, l’estremo difensore di una Gomorra salvata anche dallo sport. Quelli che dovrebbero essere i momenti di gloria, della speranza e dell’orgoglio della sua Palestra, la Judo Star, che qui ai Giochi può vantare la presenza in gara di una delle sue tante creature, la 22enne Susy Scutto, sono diventati i giorni dell’abbandono e della rabbia. L’ira funesta verso chi passata l’onda emotiva dell’evento tragico tornerà a far ricadere le responsabilità a terra come fanno gli allievi di O Maè quando sbattono la mano sul tappeto, in segno di resa. Ma O Maè non si arrende mai. Ai suoi ragazzi i primi insegnamenti che impartisce una volta entrati in Palestra sono: «Tenere sempre la schiena dritta, credere ai sogni e non mollare mai». Questa la lezione della Judo Star, l’avamposto della legalità creato da Gianni Maddaloni per mantenere la promessa fatta alle Olimpiadi di Sydney 2000. «Se mio figlio Pino vincerà l’oro, allora devo fare qualcosa per la mia gente e per i giovani di Scampia», disse O Maè alla vigilia di quella finale olimpica. Pino Maddaloni vinse e quello resterà per sempre l’oro di Scampia su cui poggiano le fondamenta della Palestra e del Percorso Maddaloni. Un oro che luccica ancora al sole di Napoli, ma che oggi fa male agli occhi pieni di lacrime. «Qui non si capisce più niente… La Vela Celeste era inagibile? Sì ma dicono che vogliono farci degli uffici. Le altre Vele sono tutte da abbattere e lo dice uno che c’è vissuto lì dentro per anni con la sua famiglia. Intanto piango le tre persone morte e prego per i bambini ricoverati all’ospedale Santobono che Dio li faccia tornare sani e salvi a casa loro”, dice commosso O Maè che non sta fermo un attimo, risponde al telefono alle chiamate d’aiuto e va in soccorso del suo popolo. I periti del Comune stanno valutando se la Palestra debba rientrare tra gli spazi del piano di accoglienza agli sfollati delle Vele. «Saranno 400-500 persone i senza tetto. Io sono pronto a tutto, ma qualcuno una volta per tutte deve prendersi le sue responsabilità e dirci che cosa sarà del futuro di Scampia?», tuona O Maè che da un quarto di secolo a questa parte la sua risposta concreta la dà ogni giorno con la Judo Star dove è nata e cresciuta Susy Scutto. La judoka, categoria 48 kg, che è qui a Parigi per stupire il mondo e per tentare di regalare un altro oro che sarebbe storico quanto quello di Pino Maddaloni. «Susy l’ho allenata dai 5 ai 18 anni. L’ho portata fino alla vittoria del Mondiale Junior ad Olbia, poi è entrata nelle Fiamme Gialle e adesso se la gioca alla grande a queste Olimpiadi», dice convinto Gianni Maddaloni. Un percorso netto per la Scutto che dopo due bronzi ai Mondiali di Tashkent 2022 e Doha 2023, nel 2024 da promessa accreditata dagli esperti è diventata la numero uno nel ranking dei 48 kg. Nella sfida di domani parte da favorita e la cosa sembrerebbe non pesargli. «Susy è un talento che si distingue per la concentrazione – spiega O Maè – E’ un modello di correttezza, di lealtà e soprattutto ha una straordinaria capacità di lavorare tanto e di migliorarsi attraverso l’allenamento. Ogni volta che vince una gara mi messaggia con il telefonino e appena può scappa da Roma e viene qui a Scampia per mostrare le medaglie ai ragazzi della Palestra che l’accolgono come una sorella maggiore. Una delle tante sorelle e fratelli che vanno e vengono da qui». Susy fa parte di una nidiata di talenti della Judo Star formata da Martina Esposito, Mario Petrosino, Luigi Prudetti e Biagio D’Angelo. Tutte gemme preziose di un tesoro di rara umanità prestata al judo che fanno gonfiare il petto di O Maè che pensando a loro per un po’ mette da parte i cattivi pensieri della sciagura della Vela Celeste. « Biagio è stato vicecampione mondiale cadetti, ma sono tutti fortissimi e tutti fanno parte dei gruppi sportivi militari - Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza - senza i quali il nostro sport olimpico non sarebbe così competitivo come in questo momento. I miei ragazzi sono la conferma che i sogni si possono realizzare e che a Scampia sport e legalità vanno di pari passo ». Un passo che disegna continuamente cinque cerchi. « Dopo l’oro di Pino che a Parigi viene da commentatore televisivo, nel 2012 ai Giochi di Londra ho portato Francesco Faraldo, Elio Verde e Antonio Ciano, che ora sono diventati tre tecnici federali rispettivamente della Penitenziaria, delle Fiamme Oro e delle Fiamme Gialle, il gruppo a cui appartiene Susy», continua Gianni Maddaloni. Aspettando la Scutto, dopo Parigi ci sono altri tre giovani campioni della Judo Star in rampa di lancio. « A Los Angeles 2028 se continueranno a fare i risultati attuali dovrebbero qualificarsi i miei due figli Bright e Serena Maddaloni e con loro Fabrizio Esposito », dice convinto O Maè che interrompe la comunicazione perché alla Palestra è tempo di allenamenti e di occuparsi dei 6 detenuti in messa alla prova, «quattro adulti e due mandati dal tribunale dei minori». Scampia si lecca le ferite, si rialza e va avanti, guardando a Parigi. Domani tutti seguiranno alla tv la loro Susy che, dopo il tanto piangere di questi giorni, vuole riportare il sorriso anche alla gente delle Vele. Lei e tutti i ragazzi che sono diventati grandi passando dalla Palestra di O Maè hanno stampato nella loro mente i due “comandamenti” scritti sugli striscioni indelebili di Piazza degli Eventi: Quando la felicità non la vedi cercala dentro» e « Non arrendetevi al male, mai!». Gianni Maddaloni lo sa: l’oro di Scampia è più forte, di tutti i mali.