La finale. Supercoppa all'Inter, all'ultimo respiro
L'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi
Derby d’Italia in versione finale di Supercoppa nazionale. Un trofeo che alla Juve piace parecchio, lo ha vinto sei volte negli ultimi dieci anni, mentre l’Inter era ferma all’ultimo titolo del 2010, anno del mitico triplete di Josè Mourinho. Ma Sanchez al 120’ regala il primo titolo a Simone Inzaghi. Due a uno il risultato finale. Una partita giocata fino all’ultimo respiro. La squadra di Max Allegri arriva all’appuntamento di San Siro rinfrancata dal 4-3 ottenuto proprio contro la Roma di Mourinho. Un presagio? Forse sì. I bianconeri in campionato prendono troppi gol ma nelle Coppe, dalla Champions a questa finale, pare stiano più attenti a non commettere errori e sbagliano molto meno. E dove non ci arrivano, con l’anticipo e la giusta velocità, si arrangiano di mestiere. Un maestro in questo è il vecchio Giorgione Chiellini che entra fuori tempo su Barella che va giù in area di rigore.
Episodio che scatena la furia di Simone Inzaghi indignato con l’arbitro Doveri perchè non fa il suo “dovere”: non va neppure a controllare l’azione sospetta al Var. Al 20’ lampo di Bernardeschi che entra in area e serve McKennie che a tu per tu con Handanovic viene stoppato dalla difesa nerazzurra. Prove tecniche di gol che arriva al 24’: Morata ruba un pallone e crossa per McKennie che di testa comodamente mette nell’angolo di sinistra. L’Inter prova subito a recuperare ma deve fare i conti con una Juve che prende coraggio e appena può colpisce di rimessa. Alla mezz’ora però, l’Inter ristabilisce la parità dal dischetto, De Sciglio è in ritardo su Dzeko, rigore: alla battuta va Lautaro Martinez che fissa il primo tempo sull’1-1. Nella ripresa protagonista nel bene e nel male è Bernardeschi. Fallisce un rigore in movimento e poi azione personale travolgente con conclusione che vola di poco sopra la traversa di Handanovic. L’Inter si rende pericolosa in un paio di occasioni ma Perin fa buona guardia. Nell’ultimo quarto d’ora inizia la ridda delle sostituzioni. Simone Inzaghi cambia il tandem d’attacco, Lautaro Martinez (esce molto contrariato per il cambio) e Dzeko e mette in campo Sanchez e Corre, più Vidal e Darnmian per Barella (scontento anche lui della panchina) e Dumfries. Allegri risponde con Dybala per uno spento Kulusevski, Kean per Morata e Arthur per Bernardeschi.
Ma la girandola non sortisce effetti e al 94’ Doveri fischia con l’1-1 che porta ai supplementari. Si riparte con la Juve che gioca anche la carta Bentancur al posto di Locatelli. Le due squadre sono stanche e provate dall’intensità di una partita molto fisica giocata nel gelo del Meazza e i due tempi supplementari non regalano emozioni al pubblico, tranne quel lampo finale di Sanchez che realizza un gol storico che piega una Juventus che perde forse l’unico titolo a cui poteva aspirare in questa stagione in cui c’è poco da stare “allegri”.