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MONDIALI 2010. Suarez e Krol: «La finale la giochiamo noi»

Vanni Zagnoli sabato 10 luglio 2010
Comunque vada, a finire domani sera sarà campione del mondo una nazionale mai vincitrice prima, come la Francia nel ’98. La Spagna è alla prima finale mondiale, l’Olanda ne ha perse due. Inoltre sarà la prima volta di un’europea fuori dal Continente: all’impresa i Paesi Bassi erano andati vicini nel 1978, superati dall’Argentina padrona di casa ai tempi supplementari. All’epoca dei “capelloni” il capitano era l’elegantissimo Ruud Krol, oggi 61enne allenatore degli Orlando Pirates, in Sudafrica.«Nell’ultimo atto - racconta al telefono in una pausa negli allenamenti della sua prima settimana di lavoro - dipende tutto dalla concentrazione di chi va in campo: la Spagna ha incassato appena 2 gol, l’Olanda 4. Io amo la fase offensiva del calcio, resta però fondamentale la capacità di contenere. Il ct Van Marwijk segue la moda di oggi, tutti dietro alla linea del pallone, quando si difende...».Qui l’Italia è uscita al primo turno, come nel ’74 in Germania...«Gli azzurri stavolta erano stanchi e poco veloci, mancavano di esplosività. La mia nazionale si è aggiudicata solo l’Europeo dell’88 e quando io mi ero già ritirato, adesso vedo maggior bilanciamento fra i reparti».Ai mondiali in Argentina lei fu vittima del regime di Jorge Videla. Il Grafico pubblicò una lettera inventata, in cui lei scriveva alla figlia: "Dai fucili dei militari escono fiori".«Fu una storica fantasia di quel giornale sportivo. Mai pensato nulla del genere, tant’è che presentai querela».Questa Nazionale è stata partorita anche da Krol, vice di Van Gaal nel 2002, quando mancarono la qualificazione a Corea del Sud e Giappone...«L’anno prima guidai l’Olanda ai mondiali under 20 in Argentina, lanciando Robben, Heintinga, Van der Vaart e Huntelaar...».Lei ha giocato nel Napoli dall’80 all’84, sfiorandosi soltanto con Maradona.«Ho vinto tutto con l’Ajax, eppure l’Italia è stato il più bel periodo della mia vita, il contatto con la gente mi è rimasto nel cuore». Sino al 2008 la Spagna si era aggiudicata una sola manifestazione, l’Europeo del ’64, con Luisito Suarez come leader. «Abbiamo sempre avuto buone squadre - spiega l’ex bandiera dell’Inter, 75 anni, in vacanza a Stintino, in Sardegna -, combinando però poco negli appuntamenti decisivi. La Spagna è stata sopravvalutata spesso, Real Madrid e Barcellona hanno vinto molto come club, grazie a stranieri chiave. Mancavano qualità e personalità, per gestire i momenti difficili».Nel ’74 la Germania vinse il Mondiale dopo l’Europeo, con il ct Helmut Schon. Domani la Spagna può ripetere quella doppietta?«A centrocampo ha palleggiatori, è la “cucina” della squadra, benissimo assortita e con varianti di gioco. Villa segna, la difesa è adeguata e sa impostare l’azione».Le finali del ’94 e del 2006 terminarono ai rigori, l’Olanda vuole trionfare con tutte vittorie nei tempi regolamentari, come il Brasile 8 anni fa, ma per Suarez chi è la favorita?«Vedo la Spagna campione. Ha iniziato così così, perdendo con la Svizzera, diversi giocatori venivano da infortuni. Pian piano la squadra è migliorata, adesso è in ottime condizioni, nella semifinale con la Germania la prova è stata di grande sicurezza. Se siamo qua, è soprattutto grazie alla cura del settore giovanile, non deluderemo».