Sport. Europei formato “Giochi senza frontiere”
Glasgow: la piscina di Hampden Park che è stata sede anche delle gare degli ultimi Giochi del Commonwealth
Bastano tre trombe, due oboi e altrettanti flauti per abbattere frontiere e divisioni. Ad armonizzare le diverse lingue pensano poi timpani, archi e basso. Il preludio del Te Deum di Marc Antoine Charpentier è da sempre la sigla d’apertura dei programmi televisivi trasmessi in Eurovisione. Lo stesso segnale irradiato in un intero continente, dalla Scandinavia dal Mediterraneo, dall’Atlantico agli Urali tutti assistono al medesimo spettacolo. Teatrale, musicale, canoro o anche sportivo. Cinquantatre anni dopo aver lanciato Giochi senza frontiere, l’Unione Europea di radiodiffusione (Uer) torna sulla ribalta con l’idea dei Campionati europei multisport. Concentrare nello stesso posto le rassegne continentali di diverse discipline, così da ridurre i costi di produzione e trasmettere in tv il maggior numero di finali. A beneficiarne sono gli sport cosìdetti minori, capaci di sfruttare il traino di quelli più noti. Il tutto realizzato a una condizione: nessun investimento nella costruzione degli impianti. Per ospitare la rassegna occorre avere già tutto. Di conseguenza la scelta degli sport da includere nell’agenda deriva dalla presenza di impianti nella città prescelta. L’edizione inaugurale di questi Europei targati Uer (Ebu, European Broadcasting Union in inglese) va in scena da domani al 12 agosto a Glasgow, dove sfruttando gli impianti costruiti ex novo o ristrutturati per i Giochi del Commonwealth del 2014 saranno accolti sei sport: le discipline acquatiche (nuoto, tuffi, sincronizzato e fondo), il ciclismo (pista, strada e mountain bike), la ginnastica artistica, il golf, il canottaggio e il triathlon. Non poteva però mancare la perla del forziere dell’Uer, ossia l’atletica, i cui Europei erano però stati già assegnati a Berlino. Niente paura: visto che lo show è a uso e consumo delle televisioni, il programma della rassegna continentale della regina degli sport non si sovrapporrà con gli altri. In questo modo per una settimana lo spettatore potrà seguire comodamente sul divano sette discipline. Atletica e nuoto la faranno da padrone, le altre cinque sfrutteranno una platea che da sole non avrebbero mai avuto. Ci guadagnano le reti televisive - capaci di vendere maggiori slot pubblicitari agli investitori sfruttando la cassa di risonanza dell’evento multisport - ma anche le singole federazioni, che in questo modo non perdono la sovranità sulla rassegna. Sì, perché è bene chiarirlo questi di Glasgow e Berlino non sono i Giochi olimpici europei. Le piccole Olimpiadi a un solo cerchio andranno invece in scena nel 2019 a Minsk. Quattro anni dopo il lancio effettuato a Baku in riva al Mar Caspio, si resterà ancora a oriente, nell’unica città che ha deciso di investire seriamente sull’iniziativa. Da un lato quindi gli Europei multisport dall’altro le Olimpiadi europee. Nei primi comandano le singole federazioni, nelle seconde il comitato olimpico europeo. Sedersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione potrebbe essere la cosa ottimale. Intanto l’Eurovisione si è già fatta avanti per ripetere l’esperimento di Glasgow e Berlino anche nel 2022. E a cogliere la palla al balzo è stata l’Italia, che zitta zitta sta tastando il terreno per candidare Roma, a una condizione: mettere insieme al Foro Italico solo atletica e nuoto, aggiungendo al massimo il beach-volley. Vedremo come evolverà la cosa. Per il momento gustiamoci la settimana di gare tra Scozia e Germania. Da venerdì fino a giovedì 9 il nuoto avrà la copertina, con in acqua tutti gli assi azzurri con costume, cuffia e occhialini. Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri saranno ovviamente le stelle della squadra. La Divina rinuncia ai 200 per concentrarsi sui 100 stile, mentre Super Greg cerca la doppietta 800-1500. Assente Gabriele Detti potranno fare grandi cose anche Simona Quadarella, Margherita Panziera e Ilaria Cusinato, oltre che Alessandro Miressi e Luca Dotto nello sprint. La rana avrà una valenza mondiale grazie ala presenza dell’idolo di casa Adam Peaty il quale dovrà vedersela contro il redivivo Fabio Scozzoli. Nel canottaggio, per arrivare al meglio all’evento continentale, gli azzurri hanno saltato la tappa di coppa del mondo a Lucerna. Saranno 16 gli equipaggi tricolori, con importanti novità nella composizione: nel doppio spazio a Romano Battisti e Simone Martini, nel due senza a Domenico Montrone e Matteo Lodo, nel quattro senza a Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Giovanni Abagnale e Vincenzo Abbagnale. Esperimenti con un occhio al presente e uno al futuro, visto che a settembre ci saranno i Mondiali a Plovdiv in Bulgaria. Nella ginnastica gareggiano insieme Seniores e Juniores, nel triathlon oltre al format olimpico (1500 metri a nuoto, 40 chilometri in bicicletta e 10 di corsa) spazio alla staffetta mista, nel golf alla prova a squadre. Infine il ciclismo, dove la star azzurra è Elia Viviani, impegnato prima sull’anello coperto e poi nella prova su strada. Non sarebbe male se l’Inno di Mameli diventasse la sigla di chiusura dell’evento.