I luoghi dei campioni. L'Argentina di Soriano, scrittore nel pallone
Per arrivarci bisogna raggiungere la provincia argentina del Rio Negro, nella Patagonia settentrionale, sulla sponda nordest del fiume Neuquén, poco prima della confluenza con il Rio Limay, al confine con il Cile. È qui che si trova Cipolletti, comune di 75 mila abitanti circa, in una provincia comprendente anche le città di Allen, Cervantes, Mainquè e Campo Grande. Fondata come fortezza, il generale Lorenzo Vintter gli diede il nome di Confluencia. In questo angolo sudamericano di mondo, giunse nel 1883 l’ingegnere idraulico italiano Cesare Cipolletti, molto apprezzato a Roma per aver studiato la navigabilità del Tevere e per aver diretto i lavori di costruzione dell’acquedotto di Firenze.
L’ingegnere Cipolletti si conquistò la fiducia di numerosi studiosi inglesi e americani inventando un modulo di misurazione delle acque. Trasferitosi in Argentina, ebbe dal governo di Buenos Aires l’incarico di completare l’acquedotto locale, dopo aver progettato alcune dighe nel bacino della provincia di Mendoza. Nel 1896, Cipolletti studiò il metodo migliore per lo sfruttamento delle risorse idriche e la prevenzione delle inondazioni a Neuquén e nella provincia rionegrina. Dopo la sua morte, nel gennaio 1908, la città di Confluencia prese in suo onore il nome di Cipolletti. In questa piccola terra di vini, petrolio, frutta e resti di dinosauri, dove si coltivano le me- le e le pere dell’Alta Valle, esportate in tutto il mondo, venne battuto «il rigore più lungo del mondo», narrato in uno dei più celebri racconti di Osvaldo Soriano.
Lo scrittore e giornalista di Mar del Plata trascorse parte della sua infanzia a Cipolletti dove il padre era stato trasferito per questioni di lavoro. Soriano ne parla nel racconto breve Rosebud, incentrato sul potere del ricordo («la memoria così vorace, è una materia bellissima»). Il futuro autore di capolavori immortali della letteratura come Triste, solitario y final e Quartieri d’inverno, a 14 anni giocava centravanti con il Confluencia di Cipolletti, compagine di un piccolo club di quartiere. Fu una carriera breve quella del Gordo, interrotta repentinamente dopo un infortunio al ginocchio. Per narrare quel famoso rigore, lo scrittore argentino fece riferimento ad una partita giocata, tra il 1953 e l’anno successivo, in un campo privo di tribune e dotato solo di una staccionata. Nella realtà, a vincere non fu la debole formazione dell’Estrella Polar ma la squadra favorita. L’ispirazione a Soriano la diede la partita tra il Cipolletti e l’Union Progresista, una squadra molto forte proveniente dalla città limitrofa di Allen. La partita venne sospesa a poco più di un quarto d’ora dal termine sul risultato di 0-0. Decisione scaturita da un’aggressione all’arbitro da parte dei tifosi ospiti dopo l’assegnazione di un rigore ai padroni di casa. Una settimana dopo si tornò in campo, a porte chiuse, per battere il tiro dal dischetto degli undici metri e giocare i restanti minuti. Il portiere dell’Union parò il rigore e il Cipolletti non riuscì a segnare il gol che avrebbe dato ai locali la vittoria del campionato.
Maglia bianconera, allenata da un argentino di 48 anni, Henry Hector Homann, detto “el Ruso”, oggi il Club Cipolletti milita nel campionato Federal A, una sorta di serie C del calcio argentino, con sette gironi nella prima fase per poi procedere con il sistema dell’eliminazione diretta sino alla finale. Un campionato creato tre anni fa dalla federazione argentina all’interno del piano di riordino del sistema calcistico nazionale. Nella stagione appena andata in archivio, alla squadra albinegra sono stati fatali ancora una volta i rigori. Nella semifinale contro il Gimnasia de Mendoza, decisivo si è rivelato l’errore dagli undici metri di Jorge Gaitan. Una sconfitta che ha precluso al Cipolletti la promozione nella Primera B Nacional. Il tecnico Homann, ex bandiera calcistica del club, è stato confermato per un’altra stagione così come i giocatori Gaston Valente, Fabio Gimenez, Matias Alasia ed Eduardo Vilce. Tra i nomi nuovi ci sarà Jesus Molina, proveniente dal Pacifico de Neuquén. Homann predilige far giocare i suoi con il 4-2-3-1, schema pronto a trasformarsi alla bisogna in un più offensivo 4-3-3. Ha cambiato casacca, invece, l’ex capitano Marcos Lamolla che non ha trovato l’accordo economico con la società. L’esordio ufficiale stagionale del Club Cipolletti è di quelli da segnare in rosso: per i trentaduesimi della Coppa Argentina, i bianconeri affronteranno i blasonati rossoneri del San Lorenzo de Almagro il giorno di ferragosto.
Le due squadre “sorianiste”: la prima per avervi visto militare lo scrittore come giocatore, la seconda essendo stata la squadra del cuore dell’indimenticabile autore di Mar del Plata. E sarà quasi una riedizione della sfida tra Estrella Polar e Union Allen Progresista del racconto del rigore più lungo del mondo. Chissà: tra i pali ci sarà un epigono del mitico Gato Diaz, il portiere indio araucano dell’Estrella Polar, riconoscibile a distanza per i capelli impomatati di brillantina che gli rendevano la cabeza luccicante, pronto a parare tutto e ribaltare il pronostico, facendo ancora una volta vincere la squadra più debole. Come nel racconto di Soriano. L’obiettivo dei bianconeri di Cipolletti è lottare per il salto di categoria, contando soprattutto sull’apporto dei tifosi, pronti ad assiepare lo stadio cittadino, denominato “La Visera de Cemento”, un piccolo impianto sportivo di 11 mila posti. Trasferte nelle città di Puerto Madryn, General Roca, Neuquen e Bahia Blanca.
Nomi che sembrano uscire direttamente dalle pagine dei libri di Soriano, con i suoi ribelli e sognatori in fuga perenne, refrattari ad arrendersi all’ideologia degli uomini mediocri che accettano felicemente la loro medio-crità, disposti ad esaltare quei valori che gli sconfitti di sempre conservano in silenzio: la fratellanza dei solitari, cose che, come ci ricordò Soriano, non si possono comprare e vendere né apprezzare meglio con la realtà virtuale.