Oro per le azzurre. Sorelle d'Italia davvero per tutti
Le quattro atlete azzurre vincitrici della stafetta 4x400 ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona (Ferraro/Coni)
«Non esiste un nero (variante “negro”) italiano». È trascorso quasi un decennio da questo slogan xenofobo che le curve destrorse dei nostri stadi si rimbalzavano ogniqualvolta scendeva in campo Mario Balotelli. Mario, il più grande talento colored italico, l’unico vero G2 (italiano figlio di stranieri, origini ghanesi, adottato dai bresciani Balotelli) di successo del nostro calcio. Inevitabile non pensare a lui, esule dorato in quel di Nizza (gioca nel campionato francese) al cospetto di quella che è sicuramente la più suggestiva ed emozionante delle foto di gruppo scattate nel nostro Paese negli ultimi tempi.
È l’immagine felice e vincente delle atlete azzurre vincitrici della staffetta 4x400 ai Giochi del Mediterraneo. Sono le medaglie d’oro Raphaela Lukudo, Benedicta Chigbolu, Libania Grenot e Ayomide Folorunso.
Segni particolari? Bellissime, allenatissime. Affinità elettive: figlie di stranieri arrivati in Italia per scampare alle guerre e agli stenti dei paesi dei loro genitori. Lukudo è figlia di genitori del Sudan (diventata italiana), prima società in cui inizia a correre è il Mobilificio Modenese, poi dalla città emiliana torna a vivere ad Aversa, dove è nata. Chigbolu è figlia di Augustine, nigeriano consulente internazionale e di madre romana, Paola che fa l’insegnante di religione. Anche la Falorunso ha origini nigeriane ma oggi è una «romagnola» che vive e si allena a Fidenza. Grenot arriva da Santiago de Cuba e da bambina ha conosciuto gli ultimi rigurgiti del castrismo prima di sbarcare in Italia, a nove anni.
Fino a oggi solo gli amanti dell’atletica leggera italiana conoscevano i loro nomi, da oggi invece sono diventate l’orgoglio nazionale e un vanto anche per il leader della Lega Nord Matteo Salvini che ha prontamente postato la loro foto su Instagram con questa dedica: «Bravissime, mi piacerebbe incontrarle e abbracciarle. Come tutti hanno capito il problema è la presenza di centinaia di migliaia di immigrati clandestini che non scappano dalla guerra e la guerra ce la portano in casa, non certo ragazze e ragazzi che, a prescindere dal colore della pelle, contribuiscono a far crescere il nostro Paese».
Sorelle d’Italia, anche per il presidente del partito “Fratelli d’Italia” Giorgia Meloni che dinanzi allo scatto fotografico del quartetto azzurro ci tiene a dire a una certa parte, anche di nazione: «I radical chic in questa foto ci vedono solo atlete di colore da strumentalizzare. Io vedo sventolare la bandiera tricolore. Evviva le nostre ragazze!». Evviva lo sport italiano che ancora una volta supera barriere burocratiche e incivilissimi steccati ideologici. Grazie davvero ragazze, per essere riuscite a mettere tutti d’accordo, almeno per una domenica. E la cosa, a queste latitudini non capita quasi mai.