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Sochi 2014. Gli strani Giochi dell’Italia: sul podio con beffa

Giulia Antinori mercoledì 12 febbraio 2014
Povera Italia. Anche quando finisce sul podio, con l'azzurra Arianna Fontana medaglia d'argento nello short track 500 metri, lo fa grazie a una beffa. In una gara, cioè,condizionata da una caduta in partenza.Povera Italia. Sulla neve di Sochi l’Italia resta di “legno”. È il materiale delle beffe, il conio delle medaglie virtuali che si mettono al collo quelli che si fermano ai piedi del podio, quelli che per pochi centimetri soffocano l’urlo di gioia in un magone senza fine. È l’amarezza di chi arriva quarto, come Daniela Merighetti, nella discesa libera, e Alessandro Pittin, nella combinata nordica. E poco importa se si è arrivati fra i primi al mondo, con tanti fuoriclasse lasciati alle spalle, anzi questo può solo aumentare il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Per l’occasione della vita evaporata fra gli sci. La stessa occasione persa nei giorni scorsi da Karin Oberhofer, nella 7,5 km sprint, e dalla squadra del pattinaggio di figura all'esordio olimpico del team event. Un trauma per gli atleti e anche per chi quegli atleti li ha preparati. E un duro colpo per la federazione che di medaglie vive. Così l’ingrato compito di provare a tirare su il morale spetta al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che invita a “vedere il bicchiere mezzo pieno”, perché è il segno che si “è lavorato bene”. Ma sul podio dei Giochi dei rimpianti sale anche la Russia, il Paese organizzatore che non riesce ancora a decollare nel medagliere e resta a rammaricarsi per i tre ori conquistati da atleti che un tempo gareggiavano sotto la sua bandiera: la slovacca Anastasiya Kuzmina, trionfatrice nel biathlon sprint, lo svizzero Iouri Podladtchikov, nello snowboard halfpipe, e la bielorussa Daria Domracheva, nel biathlon inseguimento. Non si rammaricano, invece, Tina Maze e Dominque Gisin, anzi dividono la gioia per quell’oro conquistato in discesa: una faccia della medaglia a testa per entrare direttamente nella storia dello sci. Nel giorno del “2” l’Italia resta ferma alle due medaglie di domenica, perché nemmeno le coppie azzurre in gara riescono a risollevare il bottino. Nello slittino l'equipaggio italiano composto da Christian Oberstolz e Patrick Gruber si ferma al sesto posto. Va ancora peggio alle coppie del pattinaggio artistico che dopo il programma libero non riescono ad andare oltre l’11° posto (Stefania Berton e Ondrej Hotarek) e il 16° (Nicole Della Monica e Matteo Guarise). Giovedì si torna a “lottare”. E nella mischia si butta ancora Armin Zoeggeler, per il quale potrebbe essere l’ultima gara olimpica. Usare il condizionale con un campione di questo calibro e grinta è d’obbligo, anche se ha lasciato chiaramente intendere che ha intenzione di appendere lo slittino al chiodo. Del resto la scuola azzurra della specialità ha già trovato più di un aspirante erede al trono del “cannibale”. Lo slittino torna in pista per la prova a squadre, altra novità di questi Giochi, una staffetta mista nella quale il portabandiera italiano proverà a bissare il podio conquistato domenica (ore 17.15). Anche Arianna Fontana vuole una medaglia, la terza in tre Olimpiadi consecutive (bronzo a Torino e a Vancouver). La pattinatrice lombarda affronta la distanza più breve dello short track - i 550 metri – consapevole di poter centrare l’obiettivo (ore 11.09). Sull’ovale ghiacciato anche gli uomini nelle batterie dei 1.000 metri, con Yuri Confortola, e le semifinali della staffetta 5000 metri. Sul ghiaccio, ma nel pattinaggio di figura, è il gran giorno dello “zar” Evgeni Plushenko nella prova del corto (ore 17.15). In gara anche l’azzurro Paul Parkinson, ma senza ambizioni di classifica. La giornata, però, inizia sulla neve con il freestyle: ci sono le qualificazioni dello slopestyle uomini (7.15) con Markus Eder. Nello sci di fondo Elisa Brocard e Marina Piller affronteranno la 10km a tecnica classica (ore 11). Distanza doppia per gli uomini del biathlon (ore 15) impegnati nella 20 km individuale con gli azzurri Lukas Hofer, Christian De Lorenzi, Domink e Markus Windisch.