La vittoria più bella oggi è stata conquistata lontano dai campi di gara. Una medaglia d’oro politica in piena sintonia con lo spirito olimpico: il consiglio esecutivo del Cio ha revocato la sospensione all’India, causata da episodi di corruzione del comitato olimpico nazionale in occasione dei Giochi del Commonwealth del 2010. Così sul pennone dei Giochi di Sochi è stata issata una bandiera in più e i tre atleti indiani presenti, che nella cerimonia di apertura avevano sfilato con le insegne del Cio, potranno sfoggiare i colori nazionali.
È, invece, rimasto ammainato il tricolore nello sci di fondo.
Federico Pellegrino si è fermato alla semifinale della gara sprint, quando le gambe si sono bloccate di colpo e gli avversari sono volati via. Una dura “bastonata” per l’atleta 23enne sul quale si erano riversate tutte le speranze del fondo azzurro, ormai lontano anni luce dai fasti vissuti fino a qualche stagione fa. L’ Olimpiade non è finita, ma questa era la sua gara. La medaglia d’oro è stata conquistata dal norvegese
Hattstad, davanti agli svedesi Peterson e Joensson, in una finale a dir poco bizzarra, condizionata da una caduta in discesa che ha messo fuori combattimento tre atleti sui sei in gara.
Dominio ancora più netto per la Norvegia in campo femminile dove piazza un’accoppiata con
Maiken Caspersen Falla (oro) e Ingvild Flugstad Oestberg (argento) davanti alla slovena Vesna Fabjan. Mentre l’azzurra Gaia Vuerich è rimasta fuori dalla finale per appena mezzo secondo, la prima delle escluse.
A provocare tante insolite cadute nel fondo e a costringere ad annullare le prove di discesa femminile è la neve resa pericolosa dalle temperature che si sono impennate negli ultimi giorni, tanto da costringere gli organizzatori a “integrare” il fondo con la neve immagazzinata nello scorso inverno.
Il biathlon è una disciplina poco conosciuta in Italia, la Nazionale, però, schiera un’atleta di caratura internazionale come
Karin Oberhofer, capace di conquistare un buon ottavo posto nella 10 km pursuit dopo che, nei giorni scorsi, aveva sfiorato il bronzo nella 7,5 km sprint.
È ottava anche Silvia Bertagna nello slopestyle, una delle nuove discipline introdotte nel programma olimpico. L’oro è stato vinto dalla 19enne canadese
Dara Howell. E il Canada è balzato in testa al medagliere proprio grazie a queste nuove discipline della neve. Infatti, delle 9 medaglie conquistate (4d’oro) 6 le ha ottenute nello sci acrobatico.
Buone notizie per l’Italia anche dal pattinaggio artistico: fra le sedici coppie che si sono qualificate per la finale, dopo il programma del corto, ci sono anche Stefania Berton con Ondrej Hotarek e Nicola Della Monica con Matteo Guarise. Domani (16.45) si assegnano le medaglie al termine del programma libero, prova nella quale la coppia Berton-Hotarek ha conquistato il terzo posto nel team event.
L’Italia prova a tornare sul podio olimpico anche con Alessandro Pittin nella combinata nordica (ore 10.30), la specialità che gli ha regalato il bronzo a Vancouver. Il friulano “soffre” il salto sul trampolino ma è fortissimo nella prova di fondo (10 km). Qualche possibilità di medaglia arriva anche dallo slittino di coppia (15.15) con Patrick Gruber e Christian Oberstolz che in Coppa del Mondo hanno vinto una gara e si sono piazzati terzi in classifica generale.
Non dovrebbero esserci chance, invece, per Mirko Nenzi nel pattinaggio di velocità (13.30): i fuoriclasse olandesi e gli agguerriti russi e norvegesi non lasciano molto spazio agli avversari.
Un onorevole piazzamento è quello che si chiede alle azzurre in discesa libera (ore 8). Non si può sperare in nulla di più visti i risultati della stagione. In pista le sorelle
Elena e Nadia Fanchini, quest’ultima considerata la più forte del quartetto azzurro completato da Daniela Merighetti e Verena Stuffer.