La campagna. Siria nella guerra, patrimonio d'arte da salvare
Oltre centomila vittime dall'inizio del conflitto, milioni di profughi e rifugiati: la guerra in Siria è ormai un dramma umanitario a livello planetario. Ma c'è un aspetto di cui si parla poco, che coinvolge la distruzione di uno dei patrimoni culturali più importanti al mondo. Il bilancio delle devastazioni è spaventoso, aggravato da traffici illeciti di reperti che prosperano nella mancanza di controllo e di presidio del territorio. Palmira, le città antiche di Damasco e di Aleppo, Crac des Chevaliers, Bosra, Qalat Salah El-Din, i 40 antichi villaggi del Nord che erano stati inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco oggi sono tra i siti maggiormente in pericolo. I resti delle città-stato vive già nel terzo millennio avanti Cristo, delle città carovaniere, dei monumenti mirabili oggi sono gravemente in pericolo. Ma la distruzione di moschee, suk, di siti in cui tuttora si parla in aramaico (la lingua di Gesù) sembra interessare pochi. In questo senso l'associazione Priorità Cultura, fondata da Francesco Rutelli, lancia una campagna articolata per la salvaguardia del patrimonio siriano. Tra le iniziative, oltre a una raccolta di fondi, una mostra che ha la sua prima tappa a Roma (Palazzo Venezia, dal 20 giugno al 31 agosto), dal titolo "Siria. Splendore e Dramma". La mostra è stata curata da un Comitato Scientifico Internazionale (presieduto da Paolo Matthiae, decano degli Archeologi internazionali attivi in Siria), che ha raccolto alcuni capolavori dell’arte provenienti dalla Siria, illustrato con video e immagini sia le meraviglie, sia le distruzioni del patrimonio. Il video che qui proponiamo è un estratto di quello presentato alla mostra: è firmato da Matteo Barzini e le musiche sono state regalate da Ennio Morricone.
La fortezza medievale di Qala'at al-Madiq, che domina l'area archeologica di Apamea è stata bombardata nell'aprile del 2012.
Le due immagini scattate da Google Earth a dieci mesi di distanza (il 20 luglio 2011 e il 4 aprile 2012) mostrano lo stesso sito archeologico, l'antica città di Apamea, prima e dopo i saccheggi.