La storia. Sharks, i campioni nazionali del basket integrato
Gli Enjoy Sharks di Cernusco sul Naviglio (Milano) campioni nazionali del basket integrato
Anche gli squali hanno un cuore grande. Quello degli “Sharks” Enjoy di Cernusco sul Naviglio (Milano) batte forte dal 2017. Canestro dopo canestro quest’anno si sono laureati campioni nazionali di basket integrato, disciplina in cui si gioca e si vince tutti insieme: giocatori con disabilità motorie e/o intellettive e normodotati. Per i cernuschesi è stata una stagione da incorniciare in cui hanno messo in bacheca tutto quello che si poteva vincere. Una realtà diventata punto di riferimento dell’hinterland milanese, nata grazie all’intuizione di un “angelo” di nome e di fatto per i ragazzi: Angelo Capelli, 71 anni, volato in cielo all’improvviso a fine ottobre.
«Una perdita enorme – dice il 26enne coach Paolo Marra – per la squadra è stato un brutto colpo, Angelo era sempre molto presente, è stato lui a chiamarmi due anni fa. Ho accettato questa sfida perché è molto stimolante, anche per gli studi in Scienze motorie che sto seguendo. Gioco anche in serie C ma qui c’è un approccio alla partita molto diverso. Nel basket integrato prevale ancora la concezione dello sport come gioco. Non che non ci sia agonismo, anzi ce n’è più di quanto pensassi». Il gruppo attualmente è formato da 25 giocatori, in maggioranza ventenni, di cui circa un terzo con disabilità maggiori. Se per un allenatore non è affatto semplice assemblarli, di certo sono superiori le gratificazioni: «Quando vedi tutti i ragazzi coinvolti percepisci un entusiasmo contagioso» testimonia Marra. È quello che gli “Sharks” stanno portando adesso anche nelle scuole: «Stiamo facendo conoscere il nostro team ai bambini delle primarie – spiega il coach - riscontriamo molta curiosità e talvolta anche qualche timore, ma solo al primo impatto, poi entrando in relazione non viene percepita più nessuna diversità».
Gli Enjoy Sharks di Cernusco sul Naviglio (Milano) campioni nazionali del basket integrato - Enjoy Sharks
La soddisfazione dei genitori è palpabile: «Le prime partite sono state emozionanti. Il basket integrato ci ha aperto un mondo perché per i nostri ragazzi non c’erano altri sport di squadra. Per anni hanno fatto solo attività individuali e per loro è stata una svolta: giocare con gli altri ha permesso loro di superare tutte le paure. Per un periodo si sono allenati anche con squadre di bambini: era bellissimo vederli interagire e aiutarsi a vicenda».
C’è grande affiatamento tra gli Sharks non lo nasconde il cestista Marco Verga, 29 anni: «Gioco anche nel campionato Uisp. Ma avevo bisogno di trovare nuovi stimoli. Li ho trovati nel basket integrato sebbene all’inizio fossi un po’ perplesso: qui non ti alleni per avere una competenza tecnica. Conta solo quanto sei disposto a condividere».
Basta assistere a un allenamento per capire quanta empatia c’è tra i ragazzi. Spicca la dedizione dello staff tecnico di cui fa parte anche l’educatrice 21enne Letizia Rolla, 21 anni: «Non è tanto questione di pazienza ma di passione. Mi ha sempre affascinato lavorare in questi contesti. Quando ti rapporti a ragazzi così speciali comprendi che non servono neppure le parole: basta un semplice sorriso o un abbraccio. Dobbiamo tutti imparare a gestire le nostre emozioni, anche quando si perde, visto che questo è un gruppo abituato a vincere…».
Jacopo Ornago, 22 anni, oltre che giocatore, si occupa anche dell’area Web e social: «Mi piace molto, sto per laurearmi in graphic design. Da bambino ho ricevuto parecchi “no” dalle squadre di basket e anche a scuola ho sperimentato sulla mia pelle atti di bullismo. Ma tutto questo mi ha caricato. Oggi lavoro, gioco e sono felice: è bello poter far parte di una squadra».
La dirigente Patrizia Gianetti non nasconde la soddisfazione per un’avventura inimmaginabile: «E pensare che tutto è nato quasi per caso, grazie ad Angelo Capelli, durante i camp estivi con i ragazzi. Siamo tutti ancora scossi per la sua scomparsa, un dolore lancinante. Ha voluto un bene dell’anima ai ragazzi, lui ascoltava sempre tutti». Per Capelli gli Sharks erano diventati davvero una famiglia, tant’è che una delle colonne del gruppo è da sempre suo figlio Marco.
Un’eredità importante che non può andare perduta. Gianetti ne è più che convinta: «Abbiamo sposato con Angelo il basket integrato del Csi di Cremona perché permette di far giocare più ragazzi con disabilità. Ma il nostro non vuol essere un approccio all’inclusione pietistico: qui non facciamo attività solo per far contento chi ha una disabilità. Devono impegnarsi come tutti e affrontare delle difficoltà. Quando sono in campo, ma anche nello spogliatoio, devono imparare a sbrigarsela da soli. E anche i genitori ci seguono, basta vedere l’entusiasmo delle mamme che organizzano il “terzo tempo” dopo le partite». Avanti dunque ancora tutti insieme e con Fantasia, che è anche il cognome di un veterano del gruppo, Francesco, 33 anni, bomber nonostante la sua disabilità agli arti superiori: «Con gli Sharks ho trovato compagni in grado di tirarmi su quando sono giù di morale. La mia più grande conquista è stata riuscire a giocare e palleggiare anche con la mano sinistra. Ora non mi manca nulla, sorrido alla vita senza più nessuna paura. Dai coach ho imparato a scendere in campo con un motto: “Grinta, divertimento e cuore”».