Un numero di animali compreso fra 44 e 50 milioni (in maggioranza gatti e cani) danno compagnia e assistenza nelle case degli italiani e il 60% delle famiglie è convinto che questi nostri "fratelli minori" abbiano un’anima. Anche se nessuno, per ora, sa spiegare chiaramente di che tipo di anima si tratti. Si discute e l’eco della querelle arriva sul ponte di comando delle grandi università. Così a Münster, in Germania, nell’Università filosofico-teologica dei Cappuccini (nella quale, dal 1963 al 1966, ha conseguito il dottorato Benedetto XVI) è stato fondato l’Istituto di Zoologia Teologica. Il nome contiene già il programma: far sì che la dottrina si occupi di più degli animali, e vagli teologicamente la possibilità che alcune specie siano effettivamente dotate di anima, spiega il fondatore e direttore dell’Istituto, Rainer Hagencord. «Il nostro logo deriva da una incisione medievale in rame che raffigura San Girolamo con un leone che poggia le sua zampe anteriori sullo scrittoio del santo», dice Hagencord. San Girolamo è il Padre e il Dottore della Chiesa che ha tradotto in latino le Sacre Scritture. Il leone potrebbe perfino rappresentare il mondo animale che al santo chiede di essere ammesso alle dispute filosofiche. «Noi ci proponiamo di trasferire nella vita pratica i concetti della Bibbia ma anche di condurre nell’ambito della teologia la biologia evolutiva e del comportamento. Perciò l’Istituto di Zoologia Teologica vuole avviare ricerche per capire e definire i rapporti tra animale e uomo. È un argomento ormai "caldo", e di primo piano per la teologia. Nei rapporti tra l’uomo e gli animali si realizza una specifica spiritualità, strettamente legata alla Creazione. Insomma, con le sue ricerche, il nostro istituto vuole fare del rapporto uomo-animale un focus della riflessione teologica».Per millenni gli animali hanno tirato l’aratro aiutando l’uomo nella fatica dei campi. Oggi il bestiame, con la sua carne fornisce una porzione molto consistente degli alimenti dell’uomo. Ma negli ultimi decenni, con la
pet therapy praticata a bambini e ragazzi autistici e l’aiuto ad anziani sempre più longevi, gli animali sono diventati insostituibili nelle famiglie. La gratitudine nei loro confronti e l’attaccamento affettivo spinge una parte della società a ritenere giusto che agli animali sia «riconosciuta un’anima». Già un secolo e mezzo fa, Victor Hugo, esortava: «Fissa lo sguardo del tuo cane e poi vediamo se oserai affermare che questo animale non ha l’anima».Che cos’hanno in comune l’uomo e gli animali? Certamente la "forza biologica" di cui quasi tutti i componenti del creato sono dotati. La posseggono anche le piante. Ma gli animali hanno dimostrato doti più avanzate. Oggi si dice che sono capaci di sentimenti, di altruismo. Possono contare su un qualche grado o livello di coscienza. Ma la coscienza è multiforme. Sull’esatta portata di questa consapevolezza non c’è accordo fra gli esperti di neuroscienze. Marc Hauser, di Harvard, ha contrassegnato con un colore diverso un gruppo di api e ha notato che, messe davanti a uno specchio, facevano di tutto per liberarsi della tinta artificiale e ritrovare il proprio colore. Significa che sono consapevoli della propria identità? È già coscienza di sé? Gli animali hanno dimostrato di avere la dote della fedeltà incondizionata. E forse anche l’empatia con il padrone (sembra che il cane sappia capirne e addirittura provarne i sentimenti). «Guardate negli occhi un cane che muore e vergognatevi di tutta la vostra filosofia», scriveva trent’anni fa Sergio Quinzio, esegeta della Bibbia. Si arriva alla questione-anima, che è tutta teologica e raccoglie il massimo della complessità e delle difficoltà. Molto dipende dal significato della parola "anima". La Bibbia usa
Nèfesh, che si potrebbe tradurre con «anima» ma nel senso di «soffio d’aria». Per il biologo e biblista Bert Thompson, solo in questa accezione, gli animali possono vedersi attribuire l’anima, perché il significato è puramente fisico. «Ma se ci riferiamo all’anima immortale, di cui è dotato esclusivamente l’uomo in quanto creato a immagine di Dio, la barriera non può essere superata».