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L'iniziativa. Il mal d'Africa di Scorsese salva cinquanta film

Alessandra De Luca venerdì 23 giugno 2017

Una immagine del film «Soleil Ô» del 1967 del regista francomauritano Med Hondo

Nell’era della rivoluzione digitale e del cinema in streaming c’è ancora chi è convinto che il restauro di film in pellicola sia una delle priorità della politica culturale e che pertanto richieda un considerevole investimento di tempo, denaro e risorse. E che una prospettiva storica sull’opera dell’uomo debba necessariamente accompagnare l’euforia per il nuovo. Tra questi c’è Martin Scorsese che con il suo World Cinema Project ha annunciato assieme all’Unesco un nuovo progetto per il recupero di 50 film del patrimonio cinematografico africano. Al Cinema Ritrovato, il festival promosso dalla Cineteca di Bologna dal 24 giugno al 2 luglio, sarà presentato il primo di questi restauri, Soleil Ô, denuncia della segregazione razziale subita dagli immigrati africani in Francia, realizzato nel 1967 dal regista franco-mauritano Med Hondo (anche il doppiatore francese di Eddie Murphy, Sidney Poitier e Morgan Freeman), atteso alla 31esima edizione della manifestazione. Il film è stato restaurato da Cineteca di Bologna con il sostegno anche di George Lucas Family Foundation.

Per l’occasione il festival dedicherà al regista un focus con altri due film: Sarraounia realizzato nel 1986 in Burkina Faso sulla regina nigeriana del XIX secolo che partecipò insieme ad altre donne alla resistenza contro il colonialismo, e West Indies, musical satirico del 1979 sul potere coloniale europeo, realizzato in technicolor e ispirato ai classici della Mgm. Il film, il più costoso mai realizzato in Africa all’epoca, girato su un singolo set e successivamente montato con l’aggiunta di un sottofondo musicale che rende omaggio alle sonorità caraibiche, traccia in particolare la storia delle Indie occidentali attraverso cent’anni di oppressione francese. Sarà inoltre propostoAfrique sur Seine di Paulin Soumanou Vieyra, primo studente africano laureato all’Idehc di Sadoul e Mitry, pioniere della storiografia cinematografica e illuminato documentarista. «Il primo film di un regista del continente subsahariano a sollevare la questione della diaspora e della “presenza africana” a Parigi, un decennio prima che Sembène e Hondo portassero in scena la dannazione della Costa Azzurra e l’alienazione della capitale francese» scrive Cecilia Cenciarelli nel catalogo del Cinema Ritrovato.

«Ci sono molti film in tutto il mondo – ha dichiarato Scorsese, membro insieme ad altri registi internazionali del comitato scientifico del festival di Bologna, durante una conferenza stampa a New York – che hanno bisogno di essere restaurati. Abbiamo creato il World Cinema Project per far sì che i titoli più vulnerabili non sparissero per sempre. In questi dieci anni dalla sua nascita, il World Cinema Project ha contribuito al restauro di film dall’Egitto, dal-l’India, da Cuba, dalle Filippine, dal Brasile, dall’Armenia, dalla Turchia, dal Senegal e da molti altri Paesi. Siamo giunti a capire l’urgenza di preservare i film africani, titolo per titolo, per consentire alle nuove generazioni di amanti del cinema – e del cinema africano in particolare – di vedere e apprezzare questi lavori. La Fepaci - Fédération Panafricaine des Cinéastes è impegnata nella causa del cinema africano, l’Unesco ha indicato la via per la protezione e conservazione della cultura, e io sono felice di lavorare in partnership con entrambe le organizzazioni in questa iniziativa molto speciale». Se infatti dal 1990 la Film Foundation di Scorsese, lavorando con archivi e studios, ha contribuito a restaurare oltre 750 pellicole, dal 2007 il World Cinema Project ha ampliato gli orizzonti aiutando 31 film di 21 diversi Paesi, con particolare attenzione per quelli dove fondi e risorse scarseggiano. «Credo che il cinema sia il modo perfetto per aprire la mente delle persone – continua il regista – suscitare la loro curiosità, condividere diverse culture con i popoli della Terra. Lavorando insieme possiamo aiutare l’Africa a preservare, restaurare e rendere disponibile il suo ricchissimo patrimonio cinematografico». Archivisti, studenti e filmmaker hanno identificato i primi 50 film africani da salvare, cercati poi nell’African Cinématèques e negli archivi di tutto il mondo. Dopo il restauro le pellicole verranno presentate nei festival, nei musei, nelle università e saranno disponibili su piattaforme digitali e su diversi supporti alla ricerca di un nuovo pubblico.

Paradiso dei cinefili, Cinema Ritrovato, la cui apertura è dedicata a Roberto Rossellini a 40 anni dalla sua scomparsa (il regista padre del neorealismo verrà ricordato da Bernardo Bertolucci, Leonardo Di Costanzo, Roberto De Paolis, Jonas Carpignano e con l’ultimo lavoro, Le Centre Georges Pompidou, suo testamento autoriale) accoglierà a Bologna per le migliaia di appassionati di tutto il mondo una retrospettiva su Robert Mitchum, nuovi restauri che festeggiato i 50 anni de Il laureato e Bella di giorno, i 40 de La febbre del sabato sera e il film simbolo della cinefilia, L’Atalante di Jean Vigo, la cui intera opera è stata restaurata dal laboratorio della Cineteca di Bologna, L’immagine Ritrovata, nella sua nuova sede di Parigi.