«Nulla da dichiarare», come alla frontiera. Solo che Cristiano Doni, abituati come siamo a vederlo fiero andare sotto la curva col petto in fuori, la mano sul mento e a testa alta, ce l’aspettavamo più propenso al dialogo. È uno dei personaggi chiave dell’inchiesta e la sua audizione era molto attesa. Ma all’uscita dall’interrogatorio il capitano dell’Atalanta (interrogato per 90 minuti, presumibilmente i più difficili della sua carriera) ha fatto la stessa figura degli scolaretti che non studiano la lezione: scena muta. La qual cosa è pure plausibile, visto e considerato che c’è di mezzo il segreto istruttorio sulla vicenda e fra poco, complici i calendari, saranno emanate le sentenze. Però, a esser schietti, c’è ancora da capire se questo è lo scandalo più misero del nostro football, almeno per quel che concerne gli ultimi trent’anni, oppure se c’è sentore di sentenze esemplari, per chi ha creato un giro d’affari inimmaginabile, alla vigilia, perfino per il procuratore Stefano Palazzi. Per il momento si sa che ci sono ancora calciatori da interrogare - lunedì tocca al pisano Amoroso e a un altro atalantino, Manfredini - così da arrivare, nome più o meno, a una cinquantina di “ascoltati”. A dir la verità, per Doni ha parlato l’avvocato, ma la sua dichiarazione è stata né più e né meno simile a quella degli altri difensori: «Il mio assistito è soddisfatto» e «Cristiano ha confermato la sua estraneità ai fatti e non ha mancato di manifestare il proprio rammarico per essere stato ingiustamente accostato ad illeciti sportivi». Il nome di Doni è presente nei verbali di almeno tre intercettazioni. Una cosa è certa, l’inchiesta si sta allargando e presto saranno riascoltati alcuni dei personaggi indagati dalla Procura di Cremona già sentiti nei giorni scorsi negli uffici di Roma. Lunedì, per esempio, torneranno davanti al procuratore il centrocampista dell’Ascoli Vincenzo Sommese e Carlo Gervasoni, della Cremonese. E con loro tornerà sotto i riflettori pure Stefano Bettarini, che trascorre suo malgrado la prima estate lontano dalle riviste di gossip. Poi toccherà all’allenatore della Palmese, Salvatore Soviero. E a meno di stravolgimenti clamorosi, dopo Soviero si partirà con i deferimenti. Si dice che non ci saranno retrocessioni, forse neanche punti di penalizzazione per le squadre. Anzi, a dirla tutta, c’è chi insinua il dubbio che stavolta finirà a tarallucci e vino, almeno per i più noti. Del resto, stavolta la piazza ha “vissuto” poco lo scandalo. Senza i calibri da novanta di mezzo. E a osservare un po’ più attentamente i fatti della patria pedata c’è la sensazione che interessi molto più l’assegnazione dello scudetto 2006 piuttosto che l’ultima delle pagine nere del calcio. Per la cronaca, il procuratore Palazzi dovrebbe fare i deferimenti a cavallo fra il 25 e il 26 luglio, poi starà ai processi sportivi. I calendari di A, B e Lega Pro? Sarà una corsa contro per rispettare il termine ultimo del 10 agosto.