Agorà

LA SCOPERTA. Aosta, trovata donna di cinquemila anni fa

sabato 16 luglio 2011
Risale al terzo millennio avanti Cristo lo scheletro di una donna - prontamente ribattezzata 'La Signora di Introd' - scoperto nei giorni scorsi a pochi chilometri da Aosta durante un sondaggio archeologico. Ottimamente conservato, nella fossa funeraria era rannicchiato sul fianco destro e col capo rivolto a nord-ovest.Il ritrovamento è avvenuto durante i lavori di ampliamento della scuola di Introd, piccolo paese di 600 anime famoso per aver ospitato più volte le vacanze di Papa Wojtyla e Papa Ratzinger nella frazione di Les Combes. Situato in una zona "sensibile" dal punto di vista archeologico per la presenza nelle vicinanze di edifici storici (il Castello, la chiesa parrocchiale, l'antico granaio e la cascina L'Ola), il cantiere ha richiesto ulteriori approfondimenti che hanno portato alla luce la tomba. Lo scheletro - che era privo di oggetti di corredo - è stato fotografato e immediatamente trasportato in laboratorio dove a breve verranno effettuate analisi osteo-archeologiche e antropologiche utili a definirne l'età, l'abituale alimentazione e le eventuali patologie. Nella fossa funeraria sono anche stati prelevati campioni di terreno per verificare la presenza di particolari essenze vegetali deposte insieme al corpo della defunta.A fare la scoperta sono stati i tecnici della Sovrintendenza ai beni culturali della Regione Valle d'Aosta, specializzati in questo genere di indagini archeologiche. Nella fase iniziale del sondaggio è stato asportato un primo livello agricolo e successivamente è stata intercettata la sepoltura: gli stessi tecnici - in base alla tipologia e alla posizione del defunto nella tomba - l'hanno datata approssimativamente al terzo millennio a.C..Non nasconde l'entusiasmo per l'importante scoperta (la 'Signora di Introd' è quasi contemporanea all'uomo del Similaun, trovato nel 1991 dall'altra parte delle Alpi, al confine tra l'Italia e il Tirolo) l'assessore alla cultura della Valle d'Aosta, Laurent Vierin: "È un ritrovamento unico nel suo genere, che testimonia la ricchezza e la qualità del patrimonio archeologico valdostano e della nostra storia"."Sarà fondamentale ed è nostra intenzione - aggiunge - fornire ed organizzare sin da subito occasioni di valorizzazione e divulgazione ad hoc, attraverso varie iniziative, con l'obiettivo di far conoscere le nuove acquisizioni scientifiche e le relative informazioni storiche".