La prima. Alla Scala standing ovation per Mattarella, sei minuti di applausi
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi alla Scala
Tutti in piedi per Mattarella. Un lungo applauso che non termina più, sei lunghissimi minuti di ovazioni, telefonini al vento e applausi ha accolto poco fa alla Scala il Capo dello Stato al suo ultimo sette dicembre. «Bis» gli grida il pubblico invitandolo a poseguire il suo mandato. Un plebiscito che commuove il Presidente che sorride felice e saluta dal Palco Reale del teatro milanese, accanto a lui il ministro della Cultura Dario Franceschini e il Presidente del Senato Elisabetta Casellati. E quando Chailly, in una platea attorniata da 10mila rose e tremilla orchidee, intona finalmente l’Inno d’Italia con l’Orchestra scaligera questo assume un sapore ancora più bello e importante, quello di una risposta dal sapore risorgimentale alla battaglia contro il Covid. Battaglia che l’anno scorso trasformò la Prima in un galà a porte chiuse.
Questo Macbeth di Verdi, con la regia contemporanea di Davide Livermore (alla sua quarta Prima consecutiva) e le coreografie di Daniel Ezralow, in diretta su Rai 1, è il vero segnale di fiducia nella ripartenza che da Milano viene lanciato verso l’Italia.
«Siamo felici di ospitare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché ha dimostrato la sua vicinanza alla cultura» ha sottolineato il sovrintendente della Scala Dominique Meyer che ha accolto il Presidente al suo arrivo. In un foyer all’insegna della sobrietà (rare le mise eclatanti, a parte quella di Roberto D’Agostino che porta una cravatta con san Giuseppe e il bambinello), dominano le mascherine Fp2 nere e tutti si sottopongono di buon grado all’ormai rito consueto della misurazio della temperatura e dell’esibizione del green pass, con in più il terzo filtro delle forze dell’ordine che prima chiedono se si ha il biglietto. Lo stesso protagonista, il baritono Luca Salsi, è stato bloccato dai rigidi controlli di sicurezza ed ha faticato ad entrare in teatro. Fuori del teatro, poche proteste quella del sindacato di base Usb nessuna contestazione importante tranne una breve sfilata alternativa di poche decine di persone in piazza della Scala, con fuochi d’artificio e cori a sostegno della «tassazione contro i ricchi» organizzata dai Cub e dai militanti del centro sociale Il Cantiere a Milano.
«Il 7 di dicembre tutto il mondo della cultura e della musica guarda l’Italia, Milano e la Scala. È importante che questa serata dimostri che si può far ripartire la cultura in sicurezza» ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, al suo arrivo nel foyer nel teatro per la Prima. A fargli eco il virologo Roberto Burioni: «Sono felicissimo di questa Prima. Grazie ai vaccini L’anno scorso non c’eravamo Quest’anno c’è l’orchestra in buca, c’è il pubblico, c’è il foyer. Cosa c’èdo più bello? Questo e grazie ai vaccini. C’è un virus molto più pericoloso di quello dell’anno scorso, la differenza è che no ci siao vaccinati. Speriamo lo facciano anche quei pochi che ancora non si sono vaccinati». Ovviamente soddisfatto il sindaco di Milano Beppe Sala: «Una serata come questa del 7 dicembre a Milano è espressione del fatto che anche questa è vita. È sbagliato non fare nulla in attesa che la pandemia finirà. Viviamo con prudenza, ma viviamo».
Mentre il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana aggiunge: «Al presidente Mattarella dobbiamo dire grazie. Ha dimostrato la sua vicinanza a Milano e alla Lombardia e gli va riconosciuto. Lo ringraziamo per la sua presenza in generale - ha aggiunto Fontana - e anche per quella di questa sera, che è una serata importante con cui si riapre con la Prima, La Scala. Si cominciano a riassaporare le gioie di un pò di mesi fa. Adesso speriamo che i numeri vadano bene. È una ripartenza in sicurezza grazie alla vaccinazione e grazie al numero di vaccinati della Lombardia che è tale da averci dato questa maggior serenità»
Nutrita la schiera degli artisti presenti alla Prima come il vincitore del Festival di Sanremo Antonio Diodato «un segnale che la musica deve ripartire unita», e Manuel Agnelli che però avverte «Il mondo della musica è stato piallato dal Covid. Oltre alla Scala, occorre ripartire dalle periferie e dai piccoli club per sostenere i tanti musicisti senza lavoro». Presente anche Cesare Cremonini con la mamma: «Vengo spesso alla Scala ma è la prima volta insieme a mia madre – ha dett– . Le ho regalato questa bellissima esperienza, è bello tornare a vedere le grandi opere nei grandi teatri italiani». Tanti gli ospiti vip, dal presidente della Rai Marinella Soldi e l’Ad Carlo Fuortes ai rappresetanti dell’economia milaese. Ma la vera star è la senatrice Liliana Segre letterarlmente assalita da telecamere, giornalisti e paparazzi che ha avuto solo il tempo di dire di «essere molto contenta, questa Prima ha un bel significato in un momento in cui ci sono tanti pensieri. Il prossimo anno? Vorrei un presidente come Mattarella».
Apprezzata anche la tematica dell’opera Macbeth che ruota intorno al tema del potere. «Ci invita a stare attenti alle degenerazioni del potere – spiega Roberto Bolle, felicissimo per il ritorno della Prima scaligera in presenza –. Verdi è ancora attualissimo». «È un’emozione essere qui stasera, 52 anni fa, oggi, ho fatto il mio debutto qui, fu un’emozione incredibile» ha aggiunto Placido Domingo.. «Questo teatro è unico – ha detto il tenore – il Macbeth mi piace moltissimo, è un’opera straordinaria, una delle mie parti preferite. Questo teatro aperto è unico. Io ho fatto tante inaugurazioni anche del Metropolitan, ma qui c'è tutta la cultura europea». Intanto in teatro applausi a scena aperta per la potente Lady Macbeth di Anna Netrebko e il bieco Macbeth di Luca Salsi in un'opera che ha colpito il pubblico per ritmo e coralità. E alla fine trionfo con oltre 10 minuti di applausi.