Agorà

Settimana della Bellezza. Pietro Sarubbi: «Così "Passion" mi ha cambiato la vita»

Giovanni Gazzaneo giovedì 26 ottobre 2023

«Hello. This is Mel Gibson» «Mel chi?» «Gibson, dear lady». Comincia così una telefonata che ha del surreale tra l’attore e regista americano e la mamma di Pietro Sarubbi su una spiaggia della Lucania. «Lui parla inglese – racconta Pietro – immaginando che abbia risposto la segretaria dell’attore italiano che cercava. Mia madre in un misto di italiano e francese. Ma visto che l’interlocutore fatica a comprenderla, lei che per oltre 40 anni ha fatto la maestra elementare, inizia ad alzare il tono, a scandire le frasi sillaba per sillaba, come si fa con un bimbo che fatica a capire... Percepisco la stranezza della cosa, lei agitata mi dice che: “Ha chiamato un certo Gibson” e ascoltando la sua voce si rende conto di aver parlato al telefono con quel Gibson e inizia a ridere, mentre io inizio ad agitarmi». La settimana dopo Pietro è a Roma. «Lo incontro, sono emozionatissimo. Lui è molto gentile e accogliente. Mi dice di avermi visto nel film Il mandolino del Capitano Corelli. Mi chiede mille cose, parliamo per un’ora. Verso la fine, mi chiede se ho mai recitato in latino. Non mi era mai capitato, ma come fai a dire no a Gibson e così dico una bugia. E lui: “Bene! Fammi sentire qualcosa”. Con la faccia tosta che scaturisce dalla difficoltà, inizio a recitare una di quelle versioni latine che si studiano al liceo e dove la memoria non mi sostiene metto degli us e um a caso. Gibson è entusiasta, ma mi accorgo solo allora che sul fondo della sala c’è un sacerdote, uno di quelli che poi scopro essere consulenti religiosi e spirituali del regista. Il sacerdote ha pietà di me e non dice nulla… Così ho quella parte». Ma non è la parte da coprotagonista che spera. Sogna di essere l’apostolo Pietro e si ritroverà a essere “solo” quel ribelle e omicida di Barabba. Una piccola parte che però gli cambia la vita. In The Passion non si recitava soltanto, si pregava, si faceva digiuno, si ripercorreva quel che era stato vissuto duemila e passa anni fa anche attraverso la parola dei Vangeli e la parola della mistica Anna Katharina Emmerick. «Tutto è nato dalla potenza dello sguardo di Jim Caviezel, l’attore che interpretava Gesù: mentre giro per la prima volta la scena di Barabba che viene liberato e scende le scale per raggiungere la folla mi volto e incrocio lo sguardo di Jim e quello sguardo mi tocca nel profondo, mi sconvolge, mi cambia la vita. È uno sguardo tra attori, poi quella scena sarà girata per cinquanta volte, ma quello sguardo me lo porto dentro perché attraverso Jim è Gesù che mi ha guardato ed è nato tutto, un cammino nuovo che mi ha portato a mettere l’esperienza di fede al centro della mia vita». Da allora Pietro si dedica sempre più all’insegnamento e al teatro. Così nasce Seguimi, monologo premiato dalla critica e dal pubblico che narra la vita di san Pietro con Gesù. Sarà proposto domani alle 21, durante la Settimana della Bellezza a Grosseto, presso il Teatro degli Industri. Info: www.diocesidigrosseto.it.