L'annuncio. Sarà L'Aquila la Capitale italiana della cultura 2026
L'Aquila, piazza del Duomo
Sarà L'Aquila la Capitale italiana della cultura 2026. A proclamarla è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso di una cerimonia a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla presenza della giuria presieduta da Davide Maria Desario e composta da Virginia Lozito, Luisa Piacentini, Andrea Prencipe, Andrea Rebaglio, Daniela Tisi, Isabella Valente, e dei rappresentanti di tutte e 10 le città finaliste: oltre all'Aquila, Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). Il dossier L'Aquila città multiverso, si legge in una nota del Comune, "ha convinto la commissione esaminatrice. Salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale sono i quattro cardini del documento che si sviluppa su cinque assi portanti per la sua declinazione e realizzazione: la multiculturalità, la multiriproducibilità, la multidisciplinarietà, la multinaturalità e la multitemporalità".
"Sono estremamente felice e orgoglioso per un riconoscimento in cui abbiamo fortemente creduto, frutto di un viaggio iniziato nel 2021", ha detto il sindaco Biondi. "Anche all'epoca, in piena pandemia, giungemmo alla finale per l'assegnazione del titolo di Capitale della cultura 2022, poi conferito all'isola di Procida. Non ci siamo perduti d'animo e da quel risultato abbiamo preso spunto per immaginare e mettere a punto una nuova proposta che fosse ancor più valida, convincente e affascinante proprio come il territorio dell'Aquila e quello delle aree interne non solo dell'Abruzzo e del Centro Italia ma dell'intero Paese. La questione delle aree interne rappresenta la sfida del domani dell'Italia unitamente al problema dell'inverno demografico. Questa vittoria certifica il valore che queste ampie porzioni della nostra Penisola rappresentano in una più ampia ottica di unità e coesione nazionale: città, borghi, paesi in cui sono concentrate straordinarie peculiarità e capacità in grado di dialogare con le realtà metropolitane e costiere, superando antistoriche logiche campanilistiche e distanze orografiche che anche grazie alla cultura possono essere ricucite".
Anche il vescovo dell'Aquila dà voce alla gioia per "il prestigioso titolo: non si tratta di un privilegio accordato alla Città, ma del giusto riconoscimento dei molteplici meriti acquisiti nel corso della sua storia", sottolinea il cardinal Giuseppe Petrocchi sul sito dell'arcidiocesi. "La Cultura - si sa - non è limitata al solo ambito accademico, di cui la nostra Università è insigne artefice, e neppure è circoscritta all'ammirevole patrimonio artistico e monumentale da cui l'intero territorio è impreziosito. Cultura è, anzitutto, formulazione di una visione-del-mondo che consente di elaborare e trasmettere una sapiente e fattiva Lezione di Vita. Gli Annali, che raccontano le vicende di l'Aquila - e le tragedie che ha attraversato con lungimirante coraggio e indomito spirito ricostruttivo - La accreditano a esercitare un ''magistero'' ideale ed esistenziale: in dimensione nazionale e mondiale", osserva il porporato.
"Il tesoro culturale, che l'Aquila custodisce, è radicato nei valori cristiani e umani che sono stati collaudati nella testimonianza di fiera resilienza e tenace creatività offerte davanti alle gravi sfide che varie epoche Le hanno opposto. In questa straordinaria eredità - spirituale, intellettuale, etica e sociale - brilla la Perdonanza celestiniana, che ha motivato Papa Francesco, nella sua recente Visita Pastorale del 28 agosto 2023, a proclamare L'Aquila Capitale di Perdono, Capitale di Pace e di Riconciliazione!. Le sono state così affidate una vocazione e una missione di immensa portata, a livello locale, regionale e universale. Anche l'Unesco - ricorda - ha onorato la nostra Città, iscrivendo la Perdonanza nel Patrimonio immateriale dell'Umanità". Per queste ragioni, scrive Petrocchi, "la nostra non è solo una Città tra i monti'', ma è diventata una Città posta sul monte: in senso evangelico! Città che dall'Altura culturale che ha faticosamente conquistato, può lanciare uno sguardo planetario e lasciarsi guardare da quanti amano costruire un modo migliore, più degno dell'uomo. Per questo di cuore esprimo, con entusiasmo, il mio fraterno augurio: vola sempre più in alto, L'Aquila!".
Istituto nel 2014, il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è stato fin qui detenuto nel 2015 dalle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, che hanno condiviso l’esperienza nell’edizione d’esordio che ha attribuito il titolo alle finaliste del titolo di capitale europea della cultura vinto da Matera per il 2019. Successivamente è stato attribuito a Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma per il 2020, poi esteso anche al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria, e Procida (2022). Per il 2023 Bergamo e Brescia hanno condiviso il titolo di Capitale italiana della Cultura, una scelta del Parlamento a favore dei territori duramente colpiti dalla prima fase emergenziale della pandemia da Covid-19. L’attuale Capitale è Pesaro (2024), mentre la città già designata per il 2025 è Agrigento.