Agorà

Festival. Sanremo, ecco tutte le canzoni in anteprima

Angela Calvini venerdì 14 gennaio 2022

Elisa è una fra le candidate alla vittoria al 72mo Festival di Sanremo

«Mi piacerebbe che questo fosse ricordato come un altro festival attuale. Tra i 25 brani in gara ci sono canzoni molto radiofoniche, ed è quello che ho sempre voluto fare dal primo festival». Così Amadeus ha svelato ieri a Milano ai giornalisti le canzoni in gara al 72mo Festival della Canzone italiana in onda su Rai 1 dal 1 al 5 febbraio prossimo. «Ci sono tanti nomi con all’attivo dischi d’oro e di platino da far paura. È il festival dei big in gara» ha aggiunto il direttore artistico che ha annunciato al Festival omaggi agli scomparsi Battiato e Raffaella Carrà e a Lucio Dalla nel decennale della morte. Al primo ascolto ha scatenato applausi in sala Massimo Ranieri col suo brano sui migranti che meriterebbe la vittoria, tallonato sul podio da una emozionante Elisa e dal 18enne lanciatissimo Sangiovanni, mentre occhio agli outsider La Rappresentante di Lista. In coda, brani che sanno di déja vu di giovani come Tananai, Yuman e Ana Mena e, per una pesante scivolata di gusto, lo ska di Ditonellapiaga e Rettore. Ma aspettiamo il palco dell’Ariston dove orchestra e performance possono ribaltare i giochi


ACHILLE LAURO feat. HARLEM GOSPEL CHOIR. Domenica. Il ritmo è quello della più celebre Rolls Royce, accattivante e molto radiofonico, però nel testo non si capisce bene dove vada a parare, tra «donne pericolose / l’amore è un’ overdose» e la domenica mattina di una famiglia con tre figli e tanto di fischiettio rasserenante. Ma lui è animale da palco e vedremo cosa combinerà all’Ariston accompagnato dal celebre Harlem Gospel Choir.

GIUSY FERRERI. Miele. Ritmo folk dall’attenta produzione di Takagi & Ketra che le hanno firmato tanti successi estivi, Giusy Ferreri con la sua voce calda di fronte a un amore che non funziona e che non le ha lasciato niente. Non è una gran novità, ma si fa ascoltare.

MICHELE BRAVI. L’inverno dei fiori. Lo zampino di Cheope si sente in questo brano raffinato, dal testo elaborato, fitto di domande sull’esistenza. «Insegnami come si fa a imparare la felicità» canta con la consueta modulata finezza Bravi, in un brano tutto sommato aperto alla speranza ed emozionante.

RKOMI. Insuperabile. Continua con le metafore automobilistiche il cantante che vanta l’album più venduto del 2021 (Taxi driver). Si attacca con un giro di basso alla Personal Jesus dei Depeche Mode per raccontare con ritmo e bella voce graffiante l’esuberanza della gioventù, tra curve e rombo di motori. «L’amore per me è elettricità» e «siamo molotov in fiamme nella corrente». Più esplosivo di così. Sarà alto in classifica.

IRAMA. Ovunque sarai. «Se sarai vento canterai,/ se sarai acqua brillerai/ se sarai sole scalderai / se sarai luna ti vedrò». È un inedito Irama spirituale quello che lancia la voce in alto avvolgente fra i violini, lasciando intuire di rivolgersi a una persona cara che non c’è più. «Ogni anima ha un colore e ogni anima ha un dolore». Quasi una preghiera.

NOEMI. Ti amo non lo so dire. Si fa aiutare da Mahmood nei testi e nelle musiche da Dario Faini, la cantante che ha sempre classe però si impegola in una canzone che cambia ritmo spesso ed è troppo affollata di parole. Il ritornello però funziona e la destina alla radio: «Scusa se non ho niente da perdere / più mi guardi / più credo che la parola sia l’unico proiettile».

MASSIMO RANIERI. Lettera di là dal mare. Dopo la vittoria del 1988 Ranieri ritorna a Sanremo e fa Bingo. Brano meraviglioso, moderno e classico, e interpretazione fuori gara. Il testo e la musica dell’ottimo Fabio Ilacqua accennano ai bastimenti degli emigranti italiani verso l’America. Ma l’America siamo noi capiamo quando Ranieri sale con estensione da brivido: «Amore vedi così buio è / questo mare / troppo grande per /non tremare». In quella barca dove «dove tutti tacciono e tanti pregano/ se il Signore vorrà» vediamo i tanti rifugiati di oggi. Ha già vinto.

AKA 7EVEN. Perfetta così. «Sei bella così nei tuoi difetti, nelle tue imperfezioni». Un bel messaggio di accettazione, ritmata e radiofonica, da parte del finalista di Amici anche se musicalmente un po’ banale. Ma il ragazzo ha stoffa.


EMMA. Ogni volta è così. Dopo la vittoria nel 2012 la cantante salentina torna a Sanremo citando apertamente Sei bellissima della Berté firmando il brano insieme a Petrella e Faini, «e ti credevo quando giuravi che eri pazzo di me». Insomma «ogni volta è così o siamo sante o puttane» grida arrabbiata. All'Ariston l'orchestra verrà diretta da Francesca Michielin. Molta grinta, anche se la musica fatica a farsi ricordare.

HIGHSNOB e HU. Abbi cura di te. Un rapper e una Nuova Proposta di Sanremo uniti per l’occasione, due sconosciuti che sanno raccontare l’addio malinconico di una coppia in modo non banale. Promettenti.

IVA ZANICCHI. Voglio amarti. Dall’alto dei suoi prossimi 82 anni l’Aquila di Ligonchio, tre volte vincitrice a Sanremo, non ha raffreddato i bollenti spiriti e canta con spudoratezza «voglio amarti e non solo per amore», ma in fondo confessa «per sentirmi ancora viva in te». Un grande classico per le balere, se fossero aperte.

DARGEN D’AMICO. Dove si balla. Dj e produttore fra i più richiesti, il cantautorap rappresenta all’Ariston la quota "brano da ballare simpatico con critica sociale". Pura dance anni 80 che fra ironia e amarezza invita a infischiarsene (ma non troppo). E allora «balla tra i rottami / balla per restare a galla /negli incubi mediterranei / che brutta fine fermi al confine /la nostra storia che va a farsi benedire». Bella sorpresa.

SANGIOVANNI. Farfalle. Conferma di essere una macchina da guerra del pop per ragazzine e adulti il finalista di Amici targato Sugar e fenomeno del 2021. Occhioni azzurri, romanticissimo e pulito ti piazza lì un ritornello che ti si appiccica come un chewingum: «Non volano farfalle /Non sto più nella pelle / ho perso le emozioni me le ritrovi tv?». Potrebbe vincere Sanremo e anche lo Zecchino d’Oro.

YUMAN. Ora e qui. Per il vincitore di Sanremo Giovani un raffinato brano d’amore dall’eleganza r’nb con voce soul. Ma troppo simile a tanti altri, scivola via e si dimentica.

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA. Ciao Ciao. Il duo formato da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina al secondo Sanremo di fila sorprende ancora con una canzone ironica e apocalittica su un irresistibile funky anni 70. «La fine del mondo è una giostra perfetta / mi scoppia nel cuore la voglia di festa». Si balla scatenati come sul Titanic. Una delle migliori canzoni del festival. E agli altri "ciao ciao".

MAHMOOD-BLANCO. Brividi. Ballata romanticona, con la classe vocale di Mahmood, vincitore nel 2019, accompagnata dal fenomeno rap del 2021 Blanco che qui si sanremizza. «Ti vorrei amare /ma sbaglio sempre e mi vengoni i brividi». Duetto elegante, i ragazzi funzionano, un po’ classico per loro due.

GIANNI MORANDI. Apri tutte le porte. Dopo 22 anni l’eterno ragazzo torna in gara con testo e musica di Jovanotti. E fa un salto indietro agli anni 60, con un ritmo "geghegé" tipo Fatti mandare dalla mamma che ci porteremo nell’estate. «A forza di credere che il male passerà/ sto passando io e lui resta» attacca, ma poi spara un irresistibile inno alla positività. «Stai andando forte / apri tutte le porte / gioca tutte le carte/ fai entrare il sole». In tempi di Covid ci voleva. Grazie Gianni.

MATTEO ROMANO. Virale. Il tik toker 18enne terzo a Sanremo Giovani, mescola melodia sanremese e ritmo contemporaneo per parlare di litigi amorosi tra ragazzini. Deve maturare, ma a loro piacerà.

LE VIBRAZIONI. Tantissimo. La quota rock tocca a una delle più belle band italiane. Un brano molto tirato, chitarra e tastiere in cui Francesco Sarcina canta sincero di vuoti e di un amore che fa male «tantissimo». Da riascoltare meglio all’Ariston.

FABRIZIO MORO. Sei tu. Fa sempre la sua bella figura, anche se rischia di ripetersi, il cantautore romano con il suo stile riconoscibile. «La distanza fra un uomo che ha vinto e un uomo sconfitto sei tu». Già sentita, ma toccante.

ELISA. Forse sei tu. Musica e testo di Elisa con Davide Petrella, è la canzone più cantabile del Festival. Un brano melodico che parte piano e poi si avvolge sempre più in alto nelle spirali della favolosa voce dell’artista che accompagnata dall’orchestra si candiderà decisamente al podio. Dolcezza contro la paura. «E io sarò quell’stante che ti porterà /una piccola felicità /quella stupida voglia di vivere». Diventerà un classico del suo repertorio.

DITONELLAPIAGA E RETTORE. Chimica. Uno scatenato ska 2.0 che unisce il giovane e bel talento di Ditonellapiaga e la decana del pop-punk italiano. D’accordo, l’amore è solo chimica, ma perché Donatella se la prende con le suore con una frase che è una pesante caduta di stile? Forse solo per fare rima con «Non mi importa del pudore». Non era il caso di sbeffeggiare quelle che sono sorelle di tutti e, specie in questo difficile periodo, sono in prima linea per i più deboli, per le vittime della tratta e per i malati.

GIOVANNI TRUPPI. Tuo padre, mia madre e Lucia. Per la quota Club Tenco ecco la penna del cantautore napoletano che unisce tradizione e innovazione. Romanticissimo, racconta un amore che sfida le opinioni del mondo. Bella scrittura anche se alcune parti si sovravvollano di parole.

TANANAI. Sesso occasionale. Ci era piaciuta di più la canzone che l’aveva piazzato secondo a Sanremo Giovani. Qui si difende da una accusa di tradimento e vuole mettere la testa a posto, «troviamoci una casa e non finiamoci più nel sesso occasionale». Una canzone né giovane né vecchia. Non graffia.

ANA MENA. Duecentomila ore. Testo e musica di Rocco Hunt per l’artista spagnola che intona un brano leggerino da chiringuito fra «America Latina, Cuba Libre, amore». Aspettiamo l’estate per ballarla sulla spiaggia, ora fa freddo.