Analisi. Sanremo, crollano gli ascolti: ecco perché
Risalta fuori la vicenda dei contestatori della prima sera? «Non è vero che sono stati ospitati da un programma Rai né tantomeno gli è stato pagato l'albergo».
Torniamo ai ragionamenti sul crollo degli ascolti. Ciò che dicono Fazio e il direttore di Rai1 Leone è vero. Ma c’è anche molto altro. Per esempio: le serate sono troppo lunghe, i siparietti della Littizzetto stufano e non basta Fazio che dice «è una grande emozione» o «lui è un grande amico» perché da casa scatti l’empatia.
Insomma, la magia di Sanremo da sola non funziona più. Il Festival vuole troppe cose: fare ascolti, fare contenti big musicali più o meno grandi, lanciare i giovani, invitare gli amici, far divertire la famosa casalinga di Voghera e il ragazzino di Bisceglie. Solo che quest’ultimi, ormai, vanno su Facebook, Twitter e quant’altro. Vivono cioè in un mondo più veloce. Forse peggiore di una volta, ma più veloce. Nessuno ha più la voglia e il tempo (la mattina, signori di Sanremo, la gente si alza presto per andare a lavorare e a scuola) di stare in piedi fino a ore assurde per vedere qualche canzone. Tanto, se si è perso qualcosa, il giorno dopo la ritrova in Rete.Ecco cos’è successo: Sanremo ai più (probabilmente) interessa ancora, ma ognuno si scarica il frammento che gli piace senza più essere costretto a sorbirselo tutto.
Se volete salvare questa gloriosa e amata manifestazione, dovete ripensarla. Con coraggio. Altrimenti resterà incagliata fino ad una lenta agonia. Sanremo invece merita di essere salvato. Perché, pur con tutti i suoi difetti, è una parte importante della storia italiana. E come tale non va solo tutelata ma anche promossa e soprattutto rilanciata.Per la cronaca la seconda serata ha raccolto nella prima parte 8 milioni 926 mila spettatori con il 33.52% e nella seconda 3 milioni 784 mila con il 37.59%. La media ponderata è stata pari a 7 milioni 711 mila spettatori con il 33.95%, quasi nove punti e 3,6 milioni in meno rispetto al 2013.