Salone del libro, tra Torino e Milano è rottura. Nessun accordo è stato raggiunto oggi nell'incontro convocato a Roma al Mibact (ministero dei Beni e delle attività culturali). Si puntava a trovare una forma di integrazione tra i due capoluoghi di regione, ma "purtroppo questa soluzione non è stata accettata. Ci siamo trovati di fonte a molte rigidità delle due città". Lo ha detto il ministro
Franceschini sceso con il collega
Giannini al termine della riunione di un'ora e
mezza con le due rappresentanze, parlando dell'accordo saltato sul futuro del Salone del libro tra Milano e Torino. "Lo diciamo con molta amarezza nella consapevolezza di avercela messa tutta. L'Italia perde una grande occasione", ha aggiunto
Franceschini.
L'Associazione italiana editori
"Torino ha un problema legato ai vincoli dello spazio espositivo, il Lingotto, e diventa difficile pensare a manifestazioni di tipo diverso". Lo ha detto
il presidente dell'Aie (Associazione italiana editori), Federico Motta, dopo la rottura del tavolo. "Noi siamo talmente disponibili e aperti che abbiamo proposto
di prenderci carico di tutta l'organizzazione dei due eventi
eventualmente e ancora di più pensare anche ad una fiera
specialistica in un momento diverso" ha detto Motta.
Il sindaco di Torino Appendino
"Non c'è stata apertura e noi andiamo
avanti. Se si fosse trovato un accordo sarebbe stato meglio per
il sistema Paese". Lo ha detto il sindaco di Torino, Chiara
Appendino, uscendo dal tavolo oggi al Mibact. "Il Salone del
Libro esiste, ha 30 anni, ed è a Torino. Se l'occasione era fare
sistema, farlo accrescere e dare valore aggiunto al Paese, noi
c'eravamo" ha sottolineato Appendino, spiegando che i tre punti
fondamentali erano "Salone unico, con date uguali e governance
unica. Su questo non si è trovato accordo".
Il presidente della Regione Piemonte Chiamparino
"A questo punto compiremo
rapidamente gli atti per rendere operativa la fondazione,.
Suggerirò al nuovo presidente della fondazione, a Massimo Bray e
al suo gruppo, di lavorare a un evento che, pur mantenendo le
caratteristiche proprie del Salone del Libro di Torino, trovi
elementi di specializzazione che lo differenzino da quanto la
Fabbrica del Libro e Aie stanno organizzando a Milano". Lo
afferma, in un comunicato, il presidente della Regione Piemonte,
Sergio Chiamparino. "La nostra proposta rispettava la richiesta del Ministro
Franceschini. Abbiamo dovuto prendere atto che non vi sono le
condizioni per trovare un accordo che tenga conto di quello che
Torino, in trent'anni di storia, ha significato e tuttora
significa per il libro e la lettura", aggiunge Chiamparino. "Non
possiamo accettare che il Salone degli editori si faccia a
Milano e a Torino si faccia una grande libreria. Non siamo
animati da alcuno spirito guerriero, anche se non sarebbe la
prima volta che Davide batte Golia".
La Fabbrica del Libro di Milano
"Abbiamo portato a questa riunione
una proposta molto forte, un unico evento nelle due città: a
Milano nell'editoria e specializzazione dell'evento su Torino
sui librai, nelle stesse date". Lo ha detto Renata Gorgani,
presidente della Fabbrica del Libro di Milano, uscendo dal
tavolo al Mibact sul futuro del Salone del Libro, al quale non è
stato trovato un accordo per una manifestazione unica a Torino e
Milano. "Questa nostra proposta non ha incontrato il gradimento di
Torino, abbiamo molto discusso su possibili alternative e
specializzazioni, ma non abbiamo trovato un accordo" ha
sottolineato infine Gorgani.