Vince 1-2, con rigore finale, la Roma. Ma la squadra di Montella fa una fatica incredibile per portare a casa i 3 punti. E gioca meglio il Lecce, anche se nel primo tempo sono gli ex di turno a rendersi pericolosi. La prima volta Cassetti non trova l’angolino con un tiro a incrociare. La seconda Vucinic griffa il vantaggio, minuto numero 32: si libera di un avversario a quaranta metri dalla porta e, una volta arrivato al limite dell’area di Rosati, fa partire una specie di trivela che inganna il portiere avversario. La ripresa è certamente più gradevole rispetto al primo tempo, ma il merito è quasi esclusivamente dei salentini. De Canio sostituisce Grossmuller con Corvia, ex romanista capace di tenere sulle spine i suoi ex compagni di squadra almeno tre volte in venti minuti: prima di testa, ma Doni gli strozza l’urlo del gol in gola; poi di sinistro, dalla distanza; infine al termine d’un mucchio selvaggio, nell’area romanista, che si conclude con la richiesta dei pugliesi di un rigore per fallo di mano. A ristabilire le distanze ci pensa Giacomazzi, al 75’, che infila la retroguardia romanista con un colpo di testa imparabile per Doni. Poi, al 90’, il rigore vincente di Pizarro, causato da un mani di Munari in area, su colpo di testa di Borriello. Per la Roma un brodino caldo, per il Lecce una beffa inattesa.