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Archeologia. Roma, a S. Giovanni in Laterano emergono le mura medievali del Patriarchio

Eugenio Raimondi mercoledì 17 luglio 2024

Le strutture murarie databili tra il IX ed il XIII secolo dopo Cristo, forse riconducibili al Patriarchio

Le indagini archeologiche condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, propedeutiche ai lavori di riqualificazione di piazza San Giovanni in Laterano, hanno restituito un’importante e complessa stratigrafia dove spiccano, tra l’altro, strutture murarie databili tra il IX ed il XIII secolo dopo Cristo, forse riconducibili al Patriarchio. Costruito per volere di Costantino nel IV secolo d. C. al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio, il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305.

Si tratta, in questo caso, di un ritrovamento di straordinaria importanza per la città di Roma e la sua storia medievale, poiché in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza. I ritrovamenti riconducibili al Patriarchio sono stati rinvenuti nella parte orientale dello scavo, per tutta la sua lunghezza: si tratta di una struttura che poteva avere funzione sia di cinta muraria a difesa della residenza papale sia di sostruzione del pendio che caratterizzava in antico l’area del Laterano. Alla luce delle diverse tecniche edilizie riscontrate, la sua costruzione è databile al IX secolo dopo Cristo ed è stata oggetto di diversi interventi di restauro e di ricostruzione fino almeno al XIII secolo. Il muro è costituito da grandi blocchi di tufo, sicuramente reimpiegati da altre strutture non più esistenti.

A dimostrare uno o più interventi di restauro è la presenza di una fasciatura dei blocchi su ambo i lati, realizzata con un paramento in blocchetti di tufo che presentano una serie di contrafforti. Proseguendo verso ovest, il muro è invece realizzato a sua volta con contrafforti a cuneo e una tecnica più irregolare. La parte finale del muro, che corre fin sul sagrato della Basilica, si presenta con un paramento in blocchetti di tufo e contrafforti stavolta di forma quadrata. L’edificazione della struttura appena descritta è avvenuta durante un lungo periodo di tempo in cui Roma era oggetto delle razzie dei saraceni e al suo interno erano continue le lotte, talvolta violente, tra le famiglie aristocratiche che rivendicavano l’accesso al soglio di Pietro: di qui l’ipotesi che questo possente muro, anche per la sua conformazione, avesse la funzione di cinta difensiva del complesso della Basilica e dei palazzi annessi. Dopo la cattività avignonese, in seguito al rientro a Roma dei pontefici e al trasferimento della sede papale in Vaticano, viene a cadere la necessità di avere una struttura a difesa del Patriarchio. Di conseguenza, il muro perde di funzionalità e viene demolito e interrato, e di esso si perde ogni memoria.