Il cantante. Nuovo album per Ranieri: «Così canto nuovi sogni»
Massimo Ranieri pubblica il nuovo album “Tutti i sogni ancora in volo”
Massimo Ranieri a 71 anni resta un sognatore, anzi, «ho i cassetti che straripano di sogni e progetti, perché grazie a Dio ancora mi diverto». Il cantante partenopeo sorride con l’aria dell’eterno scugnizzo Giovanni Calone presentando con entusiasmo il suo nuovo album di inediti, Tutti i sogni ancora in volo, in uscita il 18 novembre per Ra.Ma 2000 International/ Ada Music Italy - Warner Music Group. Da Bruno Lauzi a Ivano Fossati, da Pacifico a Giuliano Sangiorgi, Pino Donaggio, Franco Fasano, Gianni Togni e ancora Carlo e Niccolò Verrienti, Giuliano Baldassi, Gerardo Di Lella, Fabio Ilacqua: tante grandi firme hanno voluto omaggiare con uno o più inediti Ranieri, interprete straordinario, Premio della Critica all’ultimo Festival di Sanremo con Lettera di là dal mare inclusa nell’album. Un brano dedicato al tema dell’emigrazione che risulta ancora più attuale vista la cronaca degli ultimi giorni.
«E’ un tema attuale da sempre, noi del Sud lo sentiamo anche di più – spiega facendosi serio Ranieri –. Le migrazioni sono un fenomeno tragicamente attuale e andando avanti col tempo sarà ancora più drammatico. Spero davvero che non sia così». Il nuovo album di Massimo Ranieri è ricco di tematiche profonde, affrontate anche con tocco musicale ironico, e con la consueta eleganza vocale dell’artista. « Il precedente disco di questo tipo, con tutte canzoni inedite e scritte per me, risale addirittura al 1997, 25 anni fa», ricorda Ranieri l’artista che, ad un certo punto della sua carriera, aveva lasciato la musica per dedicarsi esclusivamente al teatro. « Il mio incontro con Mauro Pagani 21 anni mi aveva portato a dedicarmi alla canzone napoletana rivisitata e per un po’ me ne sono stato in questa zona confortevole – spiega –. Ma sentivo l’esigenza di tornare a cantare degli inediti. Questo disco è nato con lui, che ha scelto le canzoni, poi ci sono state varie vicissitudini e ho portato queste canzoni a Gino Vannelli, che me le ha arrangiate con quel tocco fra jazz e fusion di cui lui è maestro».
La lunga gestazione di questo album ha attraversato anche la pandemia, il lockdown e lo stop imposto dalla caduta dal palco del teatro Diana mentre Ranieri si esibiva nella sua Napoli in cui aveva riportato diverse fratture. «Sono stato fermo parecchio. Ma arrivano dei segnali nella vita, tipo questo – aggiunge fatalista –. Lui da lassù ha sicuramente pensato: “Non ti vuoi fermare, sei una capatosta, mo’ ti fermo io”. Ero molto stanco, cantavo tutte le sere da tanti anni, avevo bisogno di riposarmi, come mi ripeteva spesso mia mamma. Questi 50 giorni di riposo forzato e doloroso, mi hanno fatto capire che non sono più un ragazzino. Devo vivere i miei anni con la mentalità di un trentenne, ma il fisico non risponde come un tempo. Però le mie corsette sul Lungotevere non me le leverà nessuno ». In una pausa sul set della fiction che sta girando per Mediaset e in attesa di definire un nuovo show targato Ballandi per la prima serata di Rai1, il cantante e attore è un fiume in piena. « A volte mi sento stanco – confessa –, ma annoiato mai. Ho avuto questo dono da Dio attraverso i miei genitori che ringrazio. Ma dico sempre grazie al Padreterno che mi hai messo al mondo perché mi sta facendo fare un viaggio meraviglioso».
In attesa di partire con il nuovo tour Tutti i sogni ancora in volo, (titolo anche della sua autobiografia) al via il 25 novembre da Bari, e proporre per la prima volta in versione live i pezzi del nuovo album, Ranieri parla del più grande sogno che ha intezione di realizzare: « Incidere il prossimo disco cantando con l’accompagnamento di un’orchestra di 120 elementi sia i grandi successi del passato come Perdere l’amore o Rose rosse sia le canzoni nuove». Canzoni che colpiscono nel segno a partire da La mia mano a farfalla tratta da una poesia autobiografica sul Parkinson di Bruno Lauzi, musicata da Franco Fasano. « E’ un testo meraviglioso che tocca un argomento che lui ha avuto il coraggio di affrontare in prima persona durante la malattia con orgoglio e passione – aggiunge Ranieri a 16 anni dalla scomparsa del grande cantautore –. Sono fiero e orgoglioso di averla cantata. Mi piace cercare seppur lontanamente di capire cosa può aver sofferto questo piccolo grande gigante ». Riguardo al quale ricorda con affetto quando, incontrandolo in un ristorante di Milano al termine di una recita teatrale diretta da Strehler, Lauzi gli avesse proposto di cantare Almeno tu nell’universo. « Me la fece ascoltare in anteprima, ma io gli dissi che avevo smesso di cantare per fare solo l’attore. Quindici anni dopo la ascoltai dal palco di Sanremo interpretata dalla grande Mia Martini» rammenta forse con un pizzico di rimpianto.
E se l’artista sul capitolo Sanremo 2023 glissa dicendo che si fermerà dal tour per guardarlo soprattutto per scoprire «i talenti giovani che sono il nostro futuro », un paio di questi li ha arruolati per il suo album. Si tratta dei fratelli Carlo e Niccolò Verrienti, che firmano il romantico brano ora in radio Lasciami dove ti pare, il brillante Canzoni con le ruote, che ironizza sulle classificazioni dei generi musicali, e Asini dove Massimo Ranieri sorprende con una critica alla nuova società che ci impone modelli superficiali promossi, appunto, da “asini” che ci vogliono influenzare. « I fratelli Verrienti sono superintelligenti, ironici e leggeri – aggiunge il cantante –. Le loro sembrano canzoncine di compagnia, invece se le ascolti bene presentano temi sociali e sentimenti profondi». Si passa al reparto grandi firme con Dopo il deserto di Ivano Fossati, struggente brano sul disperato tentativo di recuperare un amore, («una poesia musicale, di una bellezza sconvolgente come sa scrivere lui» commenta), con l’elegante E’ davvero così strano di Giuliano Sangiorgi, con l’autobiografia di un artista Tutto quello che ho di Gianni Togni-Gerardo Di Lella, e con la dolce e riflessiva doppietta di Pacifico Questo sono io e Noi che ci amiamo che gode dell’ampiezza cinematografica delle note di Pino Donaggio «che voglio ringraziare pubblicamente perché sono un suo ammiratore da quando ero ragazzino» conclude Ranieri.
Che ci lascia per tornare di corsa al set della fiction La voce che hai dentro che sta girando per Canale 5 di cui è anche ideatore oltreché protagonista. « Mi sono ispirato al film Pigmalione con Rex Harrison per proporre un’idea di film a Mediaset, che l’ha sviluppata in una fiction in 4 puntate – anticipa –. E’ la storia di un ex cantante, accusato ingiustamente di avere ucciso il padre, anch’egli cantante, che esce dal carcere dopo aver scontato una pena 10 anni. La moglie lo ha lasciato, la sua etichetta discografica gestita dai figli sta per fallire. Ma lui, tornato nel mondo reale, ascolta la nuova scena della musica rap e capisce che è lì che occorre scovare nuovi talenti. L’incontro con una ragazza talentuosa che canta la trap lo porta a iniziare un novo cammino».