Il piccolo Leo è un bambino speciale, ama l’odore del pane, contare le stelle e vede il mondo a modo suo. Ha una mamma e un papà che lo adorano, una sorellina neonata, la bassottina Lola e l’amico speciale, il peluche Babù, che lo porta a vivere magiche avventure. Queste le premesse del delizioso cartone animato
Il mondo di Leo prima serie animata italiana inclusiva sull’autismo che racconta le avventure quotidiane in un bambino affetto da spettro autistico. Grazie ai suoi affetti troverà sempre una soluzione a tutti i problemi, anche a quelli che sembrano insormontabili, imparando quanta magia e quanto divertimento possono nascondersi anche dietro a un imprevisto, a una novità, alle abitudini quotidiane più semplici, ma per Leo difficili da affrontare. Prodotta da Rai Kids e Brand Cross,
la serie animata si rivolge direttamente ai bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico e contemporaneamente a tutti i bambini in età prescolare.
Diretta e illustrata da Dario Piana e scritta e sceneggiata da Nicola Brunialti,
Il mondo di Leo ha l’obiettivo di stimolare nei bambini con autismo l’abitudine a determinati comportamenti, basandosi sulla convinzione scientifica che il linguaggio dei cartoni animati sia una valida via d’accesso al superamento di alcune barriere nell’interazione ambientale che impediscono ai ragazzi nello spettro autistico di fruire delle normali occasioni educative:
un disturbo del neurosviluppo che secondo le stime del Ministero della Salute, coinvolge in Italia ben 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) e che, secondo Angsa (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo), interessa in totale nel nostro Paese circa 600.000 persone, e quindi famiglie. La serie animata è il principale tassello di un ampio progetto multimediale che prevede anche un libro illustrato e una app di gioco educational. Prodotta da Rai Kids e Brand Cross,
da una idea di Eleonora Vittoni, mamma di due gemelli con spettro autistico, ed Emanuela Cavazzini, la serie e il progetto si sono avvalsi della consulenza di esperti, a partire da Paolo Moderato, professore emerito di Psicologia generale. Un lavoro che ha tenuto conto di ogni dettaglio: i movimenti di Leo, le espressioni, i colori, le forme disegnate da Dario Piana per evitare che potessero disturbare i bimbi autistici; le storie scritte da Nicola Brunialti, e persino le musiche, anzi ogni singolo suono composto da Fabrizio Palermo. Per raccontare, come ci spiega
il direttore di Rai Kids Luca Milano ai bambini affetti da autismo «come affrontare situazioni non previste, come programmare obiettivi e elaborare strategie per raggiungerli e avere empatia con gli altri». «E’ una cosa – ha sottolineato in collegamento video alla presentazione
il ministro della Disabilità Alessandra Locatelli – che può aiutare i bambini ad affacciarsi al mondo della quotidianità», ad affrontare azioni di tutti i giorni che per loro possono essere problematiche. E a farlo divertendosi.
Le prime dieci puntate da dodici minuti (che saranno disponibili su Raiplay dal 18 novembre e su Rai Yoyo alle 10,05 e in replica alle 18,30. «Il tema dell’inclusione è un asse portante dell'offerta Rai rivolta ai più giovani sottolinea Luca Milano –. Un cartone animato come
Il mondo di Leo vuole essere un elemento di intrattenimento e formazione dei bambini con autismo e nello stesso tempo un momento di conoscenza e integrazione per tutta la platea di bambini e famiglie, in un contesto di divertimento e serenità».
«Sono mamma di tre bambini, la più grande ha 11 anni ed è una bimba assolutamente neurotipica, e poi ho due gemelli di 8 anni, Carlo e Vittoria, ai quali all'età di 3 anni è stato diagnosticato l’autismo di grado 3, ovvero di massima gravità. L’idea di questo progetto è nata un giorno in cui stavo guardando mio figlio Carlo, che era sul divano e stava osservando un cartone con particolare interesse. Era un cartone che lui capiva. Mi sono chiesta il perché e – racconta
Eleonora Vittoni, co-ideatrice del progetto – mi sono accorta che il cartone che stava guardando era molto basico nei colori, nelle forme, nelle voci, nei suoni, quindi esattamente l’opposto degli altri cartoni. Ho chiesto al professor Moderato come mai non ci fossero programmi specifici con quel linguaggio e lui ha espresso da subito interesse verso questa mancanza nel mondo dell'audiovisivo. Così abbiamo capito che avevamo la possibilità di inventare qualcosa di nuovo che potesse aiutare i bambini nello spettro non solo a divertirsi davanti a un cartone comprensibile, ma che potevamo utilizzarlo a livello educativo e fargli capire concetti più complicati!».