«Una grande festa popolare, uno show basato sulla leggerezza, al centro ci sarà la canzone italiana». Anche Fabio Fazio, al suo ritorno dopo 12 anni al timone del festival di Sanremo come direttore artistico e conduttore, ripete la solita litania di buone intenzioni prefestival. Solo che poi, si sa, all’ultimo occorrerà fare i conti con l’implacabile legge degli ascolti, degli investimenti pubblicitari, delle esigenze dello show televisivo, della par condicio...Almeno sulla carta, però, il nuovo regolamento del Festival, presentato ieri presso la sede Rai di Milano dallo stesso Fazio e da Giancarlo Leone, Direttore Intrattenimento Rai, promette «un festival di qualità». Durante la kermesse, in onda su Raiuno dal 12 al 16 febbraio prossimi, ci sarà tanta musica. Già la direzione musicale di un grande artista come Mauro Pagani, cui si debbono i più begli album di De André, dovrebbe essere una garanzia. Poi, basta eliminazioni. Ben 36 canzoni in gara per gli 8 Giovani (18-33 anni, nessun minorenne) e i 14 Campioni (pare certo Gino Paoli) che canteranno due canzoni per ciascuno. Verranno eliminati i brani, e non i cantanti «per garantire maggiore tranquillità agli artisti» spiega Fazio, nella speranza che i big della canzone non snobbino l’Ariston. Anche per questo, nessun superospite italiano. A votare i brani in gara non sarà più la giuria demoscopica ma i giornalisti, il televoto e la Giuria di Qualità. Il venerdì, serata speciale con i brani che hanno fatto la storia di Sanremo, forse in compagnia di Claudio Baglioni. Non è comunque semplice il compito del direttore Leone, che, per ottimizzare le risorse, ha assunto alla sua Direzione Intrattenimento la gestione del Festival, di fatto togliendolo a Raiuno (suscitando le ire del direttore Mauro Mazza) e all’"appalto esterno" di Gianmarco Mazzi e Lucio Presta. Leone promette di seguire le linee guida del presidente Rai Annamaria Tarantola: già nel regolamento si citano più volte la tutela dei minori e i «principi del buon costume» da parte degli artisti. In più, la crisi porterà a costi più limitati che in passato. Ma Leone non vuole entrare in polemica con i suoi predecessori: «Nessun contrasto con Mazza, ogni Festival va rispettato. Solo che ogni tanto occorre credere in qualche persona che ha altre caratteristiche. Per me Fazio è un grande artista che può andare su qualunque rete». Insomma, Fazio "salvatore" della patria in una Rai in affanno di ascolti e di idee?«Sono contento di questa occasione, e tornare dopo 12 anni su Raiuno significa un ritrovato rapporto con la Rai nella sua totalità» esordisce Fazio evidentemente soddisfatto. Però, tutti vogliono sapere con cosa, per dirla alla Fiorello, intende "fare il botto", cioè se ci sarà il tanto discusso Saviano e se sarà rispettata la par condicio preelettorale, come auspicato in Commissione di Vigilanza dal Direttore generale Rai Luigi Gubitosi. «La par condicio? Ci sara nell’esecuzione di due canzoni – dice sornione Fazio, che avrà al suo fianco Luciana Littizzetto – Saviano? Non è una presenza prevista o fissa, ma vedremo». «Non vorrei che lo spettacolo fagocitasse il senso del festival» aggiunge, affermando di non avere il compito di superare gli ascolti boom dell’anno passato (una media del 48% di share raggiunta, però, puntando sulle celentanate). Fazio sa che il record delle sue conduzioni del 1999 e del 2000 (65,47%) non potrà raggiungerlo più nessuno, neanche lui. Ma le sue carte, però, sono ancora tutte da scoprire. E qualcosa, di certo, per far parlare si inventerà, affiancato dalla sua squadra storica (dal regista Duccio Forzano all’autoreMichele Serra), la stessa con cui torna su Raitre domenica con
Che tempo che fa (ospiti Pollini e il ministro Passera) e con il nuovo appuntamento del lunedì, insieme a Saviano. Primo ospite di altissimo livello, il cardinale Camillo Ruini.